Che palle ancora di domenica. Signori della lega, o chi per
voi, che decidono anticipi o posticipi, vi voglio urlare in faccia tutto il mio
disprezzo. O la nostra esigenza. Che tradotta in termini semplicistici è una
sola. NOI ABBIAMO SETE. Dovete metterci di sabato. Rivogliamo il baretto sul
pulman. L’aroma di luppolo nei nostri aliti, i canti sguaiati, i volti
stravolti dal’alcool, il delirio della sbornia…Vogliamo il sabato sera, con
l’autostrada chiusa e il pulman che si perde nei paesi dell’hinterland milanese
o nella bassa bergamasca con le zoccole che ci salutano e l’autista è il primo
rincoglionito della banda.
Niente, ci tocca la domenica con partenza alla mezza
come sempre al “Sole” rigorosamente libero dopo che su in pro-loco a clusone
tremano ancora i vetri post- buffonata dei “maggiolini”. Hey!!! L’autista è il
pazziante Marco. Cominciamo bene. Ovviamente al seguito si è tirato dietro la
cavallona; con cui adesso scambia fluidi corporei sui sedili in fondo al pulman
quando noi siamo alla partita. “Autista, autista sei il primo della
lista”…Roboante coro di saluto a Marco e via che si parte con la cavallona a
fargli da navigatrice. “Su questo pulman qua son tutte pornostar” è il nuovo
coro che rallegra il viaggio fino al primo pit-stop a Nossa. Dove, sorpresa,
scopriamo che un giovine tizio, ha sbagliato pulman e doveva
salire su di un altro verso altri lidi a noi totalmente estranei. La domenica
son tutti in aria, il ragazzino in primis, ma anche chi aveva in mano la
cartelletta con l’elenco delle utenze nn mi sembrava particolarmente in forma.
Vero Anna????!!!..
Oggi son seduto vicino a Clau la rossa che ci degna della sua
presenza dopo il bidone col Chievo. La trovo particolarmente radiosa e in
forma. Non ultimo emana un calore nn indifferente che mi manda in palla.
Congelo i miei ormoni e tengo le mani a posto onde evitar figure e schiaffi in
faccia. Fatto sta che siam a Milano e io nn ricordo un metro d’autostrada. Vuoi
vedere che crazy-marco ha perso la brocca e ci a portato in loco per strade
alternative? Nn faccio partecipe nessuno di questo mio pensiero onde evitare
che mi ricoverino seduta stante al Nigurda. Milano ci accoglie con un sole e un
caldo pazzeschi. Dopo dieci metri nel piazzale son gia cotto ma devo stare
vigile e attento a nn perdermi nel cantiere che ce fuori dal cancello in cui
entro scaramanticamente di solito.
Arrivo in curva e siam in quattro gatti. Mi
siedo nella fila insieme con gli altri. Indomito son appiccicato a Clau la
rossa ma strategicamente sottovento rispetto a Domenico che decide di salutar
l’ingresso della squadra con un “personal” che abbatte mezzo settore
stendendoci con le fragranze delle valli nepalesi in Tibet. In vista di questo
commento voglio rimanere lucido e seguirmi la partita anche nelle cose più
tecniche. Tipo schemi, direzione arbitrale e tutte quelle palle con cui i
giornalisti della “Rosea” farciscono di cazzate i loro articoli. Duro
cinque-minuti-cinque e già nn me ne frega un cazzo né di rombo né di diagonali.
Tantomeno di fuorigioco e lanci col contagiri. Vogliamo vincere per tornare in
testa e guadagnar punti ancora sul milan.
La curva parte in tromba. Coreografia
godibile e via, cè da sotterrare il Catania. Noi siam posti dove ci son i
palloncini. Ora che ho finito di gonfiare il mio ho una crisi ai polmoni che mi
ci vuole un cardiotonico. Al quarto d’ora sto cominciando ad accarezzare con
gli occhi le tette della Clau che un boato mi scuote. Mi volto verso il sacro
manto del Meazza per vedere che nel settore ospiti cinquemila catanesi si
stanno zompando addosso ebbri di felicità. Mi si gela il sangue. Siamo sotto.
Stiamo Perdendo contro il Catania. A S. Siro. Dopo un veloce conciliabolo con
gli altri scopro che il prode Giulio Cesare si è fatto impallinare da un
Annibale qualunque che nn lo trovi neanche sulle figurine. La prendo male. Il
primo pensiero è di farmi un caffè Borghetti. O una Grappa. O un Borghetti
corretto grappa. Non mi abbasso a certi sotterfugi, sono un uomo da gesti
tragici. Tento di suicidarmi per autosoffocamento mangiando una manica della
felpa. Son ormai ad altezza ascella della felpa e lo capisco dal gusto quando
stankovic fa pari e patta su cross del mio omologo in campo…Luis Figo.
Veloce
rigurgito felpato ed esplodo. È fatta adesso si va via fino a vincere. Lo leggo
negli occhi del Dome. Brillano. All’intervallo facciamo merenda con le brioche
della Clau. Secondo tempo. Abbiam bisogno di un gol e possibilmente niente
capronate dietro. Oggi nn gira. È dura. Comincio a preoccuparmi. Palermo e Roma
perdono. Dai raga! Cazzo…Fuori l’imperatore dentro il mio ragazzo Julio Cruz.
RIGORE!RIGORE!RIGORE! Il mio ragazzooooo. Parato. L’ha parato. E’ il “De
profundis”. E’ la fine delle illusioni. E’ la negazione. E’ lo sconforto. Sono
appena stato accoltellato alle spalle da Cruz. Lo voglio morto. Preparo un
cappio con la cinghia. Guardo Clau la rossa. Deve essere morta da tanto è
bianca. Il dome sta per accasciarsi, Andrew bestemmia e si accende l’ennesima
Malboro d’alibi. Ci credo ancora, la curva anche. E’ troppo importante vincere.
Calcio d’angolo, esce Pantanelli, respinta corta, il serbo è li. TIRA.
Groviglio di gambe. Deviazione di qualcuno. Palla nel sacco. Guardo l’arbitro.
Indica il centro del Campo. E’ GOL E’ GOL GOOOOOOLLLLLL!!!!! Esplodo come un
raudo. Abbraccio Clau ma nn voglio trombarla. Nn m’interessa. Perlomeno nn
adesso. Chiudo gli occhi e vedo tante piccole esplosioni di luce. Segno che nn
sto tanto bene. Li riapro ed è tutto sfuocato. Grazie a ‘u cazz. Ho perso gli
occhiali nella bolgia. Me li trova Selene. Con quello che ho pagato sti Ray Ban
ci manca solo questa. Intanto la partita è finita. Sono cotto. Ho bisogno di
sedermi un attimo.
Rientro al pulman per inerzia. Mi soccorre Fabio con una
Heineken formato famiglia. Riacquisto un po’ di forze. Il ritorno è soft. Sono
spento. L’altopiano baradello ci accoglie che la sera è gia calata. Si è
portata via anche questo week ma i tre punti sono in saccoccia insieme al
primato e tanto basta per sorridere. Rientriamo a Colere dopo una sosta non
prevista a castione per lasciar passare la processione della Madonna. Trofie al
pesto per cena e il rassicurante calore familiare. Dormo un attimo e alla mezza
via al lavoro. Anche questa è andata. Mi sono accorto, che tutto quello che ho
scritto in realtà nn è altro che una trasposizione in parole d’immagini. E’
ovviamente difficile se nn impossibile riuscire a ricreare la stessa intensità
d’emozioni, la gioia, lo sconforto, ma anche la stanchezza alla fine della
giornata in uno scritto rispetto alla realtà. Come ho gia detto la scorsa volta
si può assaporare tutto ciò alzando il culo dal divano bruciare le tessere e i
decoder di sky e via sul pulman. Alla Prossima raga. Comportatevi bene. DIO vi
vede. IO anche.
P.S.: rubo un ulteriore spazio per un doveroso e dovuto ringraziamento.
Grazie ad Anna Scandella che con pazienza e precisione certosine, oltre che
all’uso del telefono, ha fatto mirabilie per crearmi un account nuovo di posta
e alla pazienza con cui ha cercato di farmi entrare dentro alla mia corteccia
cerebrale le nozioni per un uso corretto di ste diavolerie tecnologiche.
P.s.2:
saluti sparsi a tutti in particolare a Serena e Claudia. Le “rosse” per
eccellenza dopo la Mc’farland. Ovviamente a Fabio, al Webmaster, a
stefano,fede,cofano,il guru,i gioielli di casa Savoldelli,l’emigrante Maela
volata a Londra a ricercare la sua nuova pace interiore, tutta la banda del pulman,dome e andrew per
la compagnia in macchina e a tutti voi che leggerete.
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