Un passo indietro…Dopo il Derby
avevo chiuso dicendo che l’estasi euforica che lo aveva accompagnato
difficilmente se ne sarebbe andata. “Risus abundat in ore stultorum” dicevano i
Romani. Ebbene nn mi vergogno a dire che in settimana mi sono ritrovato a ridere
da solo ripensando a tutto quello che era successo e alle facce dei milanisti
che con studiata casualità ho cercato di incrociare sia domenica scorsa che
nelle serate successive. Bello! Bello! Bello! Martedì poi si è marciato anche
sulla “Piazza Rossa” conquistando una vittoria importante. Giocando anche bene.
Patendo come al solito più per demeriti nostri a causa dei gol sbagliati che
per i meriti dei volenterosi ma limitati figli dello “Zar”.
L’ho sentita per
radio un po’ come quando ero bambino. Cioè fino all’altro ieri. Fatto sta che i
primi cinque minuti “Mamma Rai” nn è riuscita a stabilire il collegamento e il
gol in diretta c’è lo ha raccontato un fenomeno dallo studio probabilmente
colpito o da un grave lutto familiare o da una paresi fulminante. Tono soffuso.
Emotività zero. Per esprimergli tutta la mia solidale vicinanza mi sono
ritrovato a girare in tondo in camera a braccia alzate ma senza emettere alcun
suono. “Mamma Rai” te possino…
Martedì poi grazie anche al “ponte” delle scuole e delle Corporazioni
dei Muratori Svizzeri io e Fabio ci siam trovati entrambi liberi da impegni
lavorativi per tutta settimana. Per mantenere una promessa e contemporaneamente
festeggiare “Allouin” decidiamo di salire nella “Lugubre” valle Imagna. I posti
sono un po’ i soliti. Valli strette, montagne a picco, paesi immersi nel buio.
Tutto un po’ angosciante. All’inizio ero un po’ risentito perché quando siamo
arrivati nn c’erano ne la “Banda” ne i “Fuochi artificiali” ad aspettarci. Ma
il “Calore” con cui ci hanno accolto Silvano, Matteo e i loro amici ha ripagato
e con gli interessi la strada tortuosa, i bivi sbagliati e i tanti chilometri
fatti. E’ stata una serata bellissima solo con il piacere di trascorre insieme
qualche ora senza nessun impegno e nessun programma particolare. Prima li
abbiamo legnati a biliardino poi siamo andati alla scoperta dei vari Pub e dei
conseguenti personaggi folcloristici che vi dimorano. Mario “Pinta” uno su
tutti. Uno per tutti. Tutti per Mario “Pinta”. Il sopranome nn ha niente di
casuale. Prima del triplice fischio che concludeva la serata ci siamo spostati
in un disco-bar nelle vicinanze di BG. Tope scosciate, inguini, tette a
prendere aria, un bordello di gente e Musica da baccano infernale a go-go.
Ovviamente nell’oretta in cui siamo rimasti abbiamo fatto presenza e basta.
Conosciuto nessuno ma una lodevole lustratina agli occhi ce la siamo fatta.
L’unico episodio degno di nota è stato quando, spostandomi dal banco del bar
alla pista, ho avuto un frontale con le tette di una tizia un po’ brilla. Che
poi mi ha chiesto scusa per la sua “dabbenaggine” nei movimenti. Mi ha chiesto
scusa!!! Io le avrei allungato dieci euri per andare avanti a scontrarci tutta
sera. Serata chiusa. Tutti a casa. Clusone è gelida e sembra un paese fantasma.
Colere E’ la Siberia e quando mi riabbraccia E’ un paese fantasma. Il resto
della settimana scorre placido e sonnacchioso nel gelo dei primi rigori
invernali.
Finalmente domenica. Ultimamente ho chiuso con le “sbaraccate” da
delirio del sabato notte e quindi la domenica mattina mi apro al mondo
riposato. Sveglio. Vigile. Attivo. Nel pieno possesso delle mie facoltà
mentali. “Splendido” da vedere. Si parte alla mezza. “Bel post, bela zet,
grassie de tut, ma me che a gniro mai pio”.Paolo Salvi docet. Enry e stefano se
la ricordano sicuramente. Oggi niente Marco e di contrappasso niente Cavallona.
Cominciamo bene. L’impatto con l’autista di oggi mi spiazza. Il signore, un po’
attempato, è rigorosamente in giacca e cravatta. E’ la prima volta che succede.
Minimo ci costa di più il pulman. Altrimenti si è dato un tono per essere
all’altezza dell’utenza. Veniva in bermuda e canottiera da muratore era più che
sufficiente. Si scoprirà poi, grazie ad un accurato lavoro di indagine, che il
signore era reduce dal battesimo della sua nipotina. Auguri. Grazie al felice
andamento della squadra anche oggi il pulman è bello pieno. Che tempi quando si
andava giù in nove, col pulmino dei muratori, col terrore che se nn avessimo
battuto il Lecce saremmo finiti in “B”. Ho i brividi ancora adesso. Partiamo.
Porca miseria abbiamo al seguito entrambe le “Rosse” per geni familiari. Clau e
Serena le sorelle Mc’Farland. Ho subito uno sbalzo alla temperatura corporea e
un leggero friccichio al…(meglio che mi fermi qui. E subito). Clau la “Rossa” è
l’eccellenza ma anche la sorellina nn scherza. Un bocconcino gradevolissimo da
vedere. Spalmata di cioccolata calda raffreddata da un goccio di rum sarebbe la
quintessenza della vita. Per festeggiarle Fabio ha portato un “presente”. Un
“bianco” robusto della Valdobbiadene e uno spumantino di mele dolce come le
Big-Babol. Ti si alza la transaminasi solo a leggere l’etichetta. Naturalmente
nn beve nessuno. A Vertova salta il primo tappo. A Gazzaniga il secondo e per
Albino è rimasto solo il ricordo del nettare. Testimoniato dalle bottiglie.
Vuote e Tristi come la birra senz’alcool.
A BG comincio a preoccuparmi. Abbiam
sbagliato strada. Facciam una sorta di giro dell’oca intorno al Bonaldi. Una
ridda di pensieri affollano la mia mente. Nessuno positivo. 1. Si è deciso
all’ultimo di andare a vedere Atalanta-Bilan e io nn ho il biglietto. 2.
Qualcuno deve ritirare la macchina nuova dal Bonaldi. 3. L’autista è ubriaco.
Molto semplicemente abbiam dimenticato di raccattare una tizia che oggi saliva
alla “rotonda”. Osti, strano perché di solito siam sempre attenti a queste
cose. Scommetto che se era per la Silvia si ricordavano in venti.
L’autostrada
scorre veloce. Rivanghiamo un po’ le origini Saracene e la storia della
famiglia della mamma di Fabio. Una specie di “Odissea” dalle natie terre del
Pakistan fino all’italico suolo leccese, il lavoro in Svizzera, l’amore per il
signor Guido e la procreazione del suddetto “Fobo” con discendenza di sangue
reale da Solimano Terzo. Nota a margine. Nn è vero niente. E’ solo Fabio che
per motivi di ilarità, solo lui per altro, da un po’ di tempo a questa parte
spaccia sua mamma per una signora dalle origini Ottomane. Scemo di uno. Quando
la smetterà di lavargli le mutande vedremo se avrà ancora voglia di ridere. Procediamo
spediti. Milano è ancora là dove l’abbiamo lasciata la sera del Derby. Sembra
che rida ancora. Il vento degli ultimi giorni ha spazzato via le porcherie che
la soffocano e un gradevole tepore dato dal sole la rende quasi bella.
Attraversiamo il piazzale e come al solito aggiriamo i cantieri per i lavori ai
tornelli. Son curioso di sapere quando finiranno anche questa opera inutile. Mi
separo da Clau e Serena, che vanno a fare il cambio di nominativo, e con
Domenico al seguito mi avvio allo scaramantico cancello numero tre. Prima ci
prendiamo un caffè. Poi un borghetti da tenere in saccoccia in caso di
abbiocco.
Fanza della curva, foto del Derby e via sulle poltrone del Meazza. E’
presto ma nn prestissimo. Dopo essersi ripetutamente perse fra un ingresso e
l’altro arrivano anche le ragazze. Clau la “Rossa”, Serena, Ele “l’aucat” e
Laura aggregata all’ultimo col fratello. Selene e Silvia oggi ci hanno
bidonato. Son rimaste a casa. Dome fraternizza a modo suo coi suoi soci di
Biella. Arriva anche Willy. Ormai ci siam tutti si può partire. Il prepartita
con il riscaldamento dei nostri è stranamente “soft”. La curva è un po’ spenta
e anche per l’inizio della partita si vedono parecchi vuoti. Oggi la
coreografia è poco impegnativa. Perlomeno nn dobbiam gonfiare palloncini. Cala
sulle nostre capocce un gigantesco telo nerazzurro con la scritta gigante
“Curva Nord”. Giu sotto palloncini tricolori e fumogenata “Old Style”.
L’effetto è buono e molto scenografico. Io personalmente quando mi trovo sotto
a questi teli un po’ di claustrofobia la sento. Oggi però sono attraversato da
un pensiero onirico. L’alcova creata dal telo e la luce soffusa sotto il telo è
intrigante. Mi lascio trascinare nell’assurda speranza di poter “copulare”
insieme ad entrambe le sorelle. Che storia sarebbe. Rotolamenti e storie varie
sotto un telo coreografico. In Curva Nord. Il deliro totale. Giuro che se
dovesse accadere vi telefono ad uno ad uno per rendervi partecipi dell’evento.
Credo, anzi son certo, che i vostri telefoni nn suoneranno mai.
Inizia la
Partita. L’avversario di oggi è l’Ascoli. Squadra da poco. Clima da “Austerity”
quest’anno nelle Marche. Venduti a bracche i giocatori delle scorso anno e
presi sostituti che son delle pippe. L’unico giocatore che conosco è Pagliuca.
Cinque “Season” a Milano. Dieci Derby di campionato. Zero sconfitte e una
moltitudine di parate. Ancora una volta tutti insieme: GIANLUCAAAAA
PAGLIUCAAAAA!!!!. I suoi compagni sembrano una squadra comprata al LIDL. O in
uno di quei supermercati dell’est Europeo pre-caduta del muro dove oltre agli
zero prodotti sugli scaffali erano sparite anche le commesse. Ma sono le
partite più bastarde. Se nn le sblocchi subito rischi di incartarti fra
nervosismo ed errori fino a trascinarti in fondo alla partita senza aver vinto.
Oggi nn deve succedere. Assolutamente. Il “Mancio” ha schierato gli undici
migliori. Dopo che in settimana erano circolate voci su un possibile utilizzo
delle seconde linee nn ero riuscito a dormire per due giorni. Partiamo un po’
troppo compassati. I marchigiani si difendono bene. Siamo lenti. La Curva dorme
con la squadra. La superiorità è manifesta ma riusciamo a creare un po’ poco.
Manca solo un po’ di velocità. Porca mucca. Uno dell’Ascoli è, anche se un po’
defilato, completamente libero davanti al nostro portiere. Ma siamo matti. Ho
appena fatto la revisione alla valvola mitralica. Il tizio la stoppa. Fa un
passo e poi calcia. Giulio Cesareo (da oggi cosi chiamato perché ogni tanto
riesce anche a partorire delle prestazioni eccellenti) gli chiude lo specchio.
Fuori. Il tipo ha calciato fuori. Ah ah ah Sfigat. Ci
lasciamo andare a qualche sberleffo da paura appena superata. Cazzo! una
partenza in salita come contro il Catania proprio nn ne sentivo la mancanza. La
paura appena passata scuote tutti. Giocatori, la Curva, il resto dello stadio.
Attacchiamo. Palla ad Ibra. Largo. Chiama fuori i difensori. Accelera. Via il
primo. Alza la testa. Guarda in mezzo. Sfila il secondo dif che nn lo vede
passare. OOOOHHH!!! Svedese è finito il campo. Allunga i trampoli . E’ ormai
sulla linea di fondo. La tocca dietro. Valdanito accorre. E’ libero. A due
metri dalla porta. Calcia. Ciabatta. Palla svirgolata e senza forza. Ma è
ancora li ad un metro da Pagliuca. Zanetti è li prima di tutti. Rapace. Piatto
facile. IL CAPITANOOOOOOOOOOOOOOO. GOOOOOOOLLLLLLLLL!!!!!!!! Tumulti. Mai come
al Derby ma l’importanza di esserci sbloccati la sentiamo eccome. Vince anche
il Palermo. Contro la Samp di Novellino porta via il pari anche il Colere.
INTERVALLO. Chiacchiero con Willy. Oggi al banchetto a base di brioche della
Clau nn sono invitato. La guardo male. Nn gliene può fregar de meno. Anzi le
sorelle Mc’Farland sogghignano. Vanno divise subito. In coppia son pericolose.
Inizia la ripresa. Bisogna chiuderla subito. Il rischio stanchezza e
deconcentrazione dopo le partite appena passate è forte. Abbiam buttato via
campionati interi nn riuscendo a vincere partite del genere. Palla a Ibra
appena sopra il centro del campo. Parte. Di forza. Vince un paio di contrasti.
Fila dritto verso la porta. E’ al limite. Tira?. Si ferma. Un Infarto?. Alza la
testa. La Difesa dell’ Ascoli sta rientrando velocemente. Figo di lato. Ibra lo
vede. Anzi lo sente. Palla filtrante fra i difensori. Luis c’è. La mette forte
in mezzo. Valdanito è dove dovrebbe essere. Attende il pallone. E’ solo da
spingere in porta. Cudini alla disperata. Spaccata. Anticipa tutti. Palla nel
sacco. AUTOGOOOOOOLLLLLLL!!!!! E VAIIIII!!!!!…IBRA DI DIO!!!! SI
COSI!!!!!…Tornatevene nelle Marche. IBRA IBRA IBRA. Si può dire quello che si
vuole ma questo gioca da PAURA! Sarà anche una testa matta ma come spacca le
partite lui nessun altro. Sono convinto che è più facile che ci faccia vincere
giocando come ieri cioè aprendo le difese e facendo segnare gli altri che nn
realizzando anche perché davanti alla porta ha ancora qualche problemino. Ma va
bene cosi. Se continua su questi livelli per Natale si è già
“mondato” dai suoi
trascorsi gobbi. In più mi sono anche svenato per prenderlo al fantacalcio.
Intanto la partita va avanti. Adesso si che dobbiam tenere i ritmi bassi.
L’Ascoli è bene organizzato ma nn ha ne la forza ne la capacità di rendersi
pericolosa. Soffriamo sulla sinistra. Grosso anche oggi delude. E’ un po’
spaesato. Speriamo di nn avere preso un “Grosso” abbaglio comprandolo. Son
convinto di no. Deve solo ambientarsi anche se tutti, o quasi, i reduci dal
mondiale fan fatica. Deve svegliarsi però. Quando rientra Cambiasso il Mancio
porterà dietro il capitano e per Fabio si prospetta la panca. “Clau lo so che
in questo momento tu stai soffrendo ma se gioca poco ha più tempo per delle
relazioni extraconiugali. E se ci pensi potrebbe essere nn così male”.
Brusio
dello stadio. Lumo il tabellone. GOL della DEA. Ventola. Bilan a meno
diciassette sotto il livello del mare. Poveri diavoli. Giochiamo la nostra fino
in fondo. Ascoli in area. Rigore per loro. E te pareva. Mai una mezz’oretta di
tranquillità. Neanche contro questi. Il rigore nn l’ho visto neanche in tele.
C’era?. Boh! Comunque lo tirano. Se segnano è ancora lunga. Tiro. PARATO!!!!
GIULIO CESAREO TI VOGLIO BENE!!!!! Pericolo scampato. Mi rilasso. Raddoppio del
Palermo di Guidolin. Quanto lo ODIO questo. Nn lo sopporto. Un finto perbenista
di merda. Piangina di uno. Poi quando vince sembra sempre il più bravo del
mondo. Penso a quelli che picchiano la figlia perché fuma le sigarette e poi
vanno in Thailandia a scoparsi le minorenni. Guidolin MUORI! SUBITO! Intanto la
Dea finisce di sotterrare i resti del bilan con il primo gol di Soncin in serie
A. COMPLOTTO diranno in serata. ‘OMM E’ NIENTE siete. Dovevate finire in b e
giocate in cèmpion. Nn hanno un briciolo di ritegno. SPARIRETE COME MEDIASET!.
Finisce anche la nostra senza più sussulti. Siamo ancora primi. Ottimo per la
truppa. Usciamo. Slalomeggiamo fra le macchine e siamo al pulman. Appongo la
mia croce sulla lista. Via che si torna a casa. Il viaggio di ritorno mi vede
impegnato a raccogliere l’obolo del pulman. Sono in compagnia di Anna. Io
ritiro i soldi lei segna chi paga. Mancano quattro euri. Di solito ne avanzano sempre
oggi mancano. Conciliabolo con Anna. Decidiamo di risolvere la faccenda
semplicemente prendendone le distanze. I soldi mancano. Ne prendiamo atto. Ma
nn la colpa. Parleranno gli avvocati. Fa buio presto adesso. Clusone è fosca e
triste. Scrocco una paglia da Carmen e via. Colere, la cena e un sonnellino mi
aspettano. Poi per mezzanotte fionderò al lavoro. “’Ndacia po a chesta”. Alla
prossima RAGA! Cumportissa be!…
Montaigne diceva che “Scrivere nn provoca
tormento, ma nasce dal tormento”. Anche questo scritto è un “viaggio” fatto di
immagini, di emozioni, di umori individuali e collettivi, di facce e di gesti.
Ma è un viaggio fatto soprattutto di persone. Sembra, con mio sommo stupore,
che ogni volta che compare un mio scritto io allarghi, o approfondisca, in
maniera invidiabile la mia cerchia di amici. Nn ho la presunzione di
considerare “importanti” questi commenti ma so per certo di quanto siano
“importanti” per me queste persone. Chi mi conosce sa che frequentarmi nn è
sempre facile. Anzi a volte è cosi piacevole come avere un gatto attaccato ai
maroni. Sono perfettamente consapevole che la vita reale è lontano anni luce
dall’Averno di internet. Ma come in un puzzle da cinquemila pezzi ogni tessera
è democraticamente importante come le altre. Ecco voi siete una di queste
tessere. E quando sarà finito andremo insieme a comprarci la cornice più bella.
Due righe prima dei saluti per chiarire una cosa. Scrivendo ho sempre
sospettato che nn a tutti avrebbe fatto piacere essere nominato/a. Dopo la
partita con il Livorno sono stato attaccato, ovviamente in modo vile, via Mail.
Nn che la cosa mi abbia angosciato più di tanto. Anzi. Quello che più mi ha
insospettito è stata la tempistica parallela all’uscita del commento. Un
tempismo troppo perfetto. Sembrava quasi una cosa preparata, messa da parte, da
far uscire alla prima occasione buona. Anche l’astio con cui mi si rinfaccia la
mia poca coerenza (opinione di cui nn discuto la fondatezza o meno) e un livore
assurdo per due righe che tra l’altro riportano fedelmente la verità. Mi
sbaglierò ma era tutto preparato. Nessun problema. Per me la storia finisce
qui. Io nn ho ne la capacità ne la voglia di farmi carico del disagio
esistenziale di nessuno. I saluti. Oggi ne ho un pacco. Matteo e Silvano che ci
hanno reso Valdimagnini “ad honorem”. Stella, Chicca e Giuly le fondamenta su
cui poggiano i “Pessimi Elementi”. Tutta la Curva Nord. Il web-master per lo
“specchietto” di accesso ai commenti. E un grazie, anche se forse nn si è reso
ben conto di avere creato un arma impropria in mano mia. Clau la “Rossa” e
Serena che oggi si trovano a dover sopportare di essere citate in situazioni
che loro manco ci pensano ma son sicuro che mi perdoneranno. Fabio, Anna,
Cofèn, Stefano, il Guru, i Gioielli di casa Savoldelli, Laura e il fratello,
Ele, Marco il giovane, Dome, Nicola, Andreiw, Fede, Selene e Silvia e tutti
quelli che dimentico. A tutta la ghenga giovanile del pulman e anche quella un
po’ meno giovane. A tutti quelli che fan girare i miei commenti con stampate
“Pirata” e come sempre a tutti voi che mi leggerete. Buona vita a tutti.
P.S.
Se avete tempo e voglia leggetevi il libro di Bruno Bartolozzi “La mas digna”.
Ho capito come l’Inter, intesa più come società che come squadra, sia cosi
stonata nel precipitare nel cinque maggio ma continui a risollevarsi ed essere
continuamente amata e se permettete negli ultimi due anni anche vincente.
Leggetelo, poi quando la tecnologia lo permetterà e avremo il nostro
“guestbook” ne parleremo.
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