L’antefatto…Sabato l’artro ero cosi
risentito di nn poter seguire la squadra a Parma, a causa del
posticipo (a Firenze e al Derby
avevamo portato a casa sei punti grazie alla mia presenza), che avevo deciso di
staccarmi dal calcio almeno per un week e di regalarmi qualcosa d’alternativo
da fare insieme alla morosa. Tipo una gita da qualche parte, a vedere una
mostra, a Gardaland o all’Orio Center di Seriate. Una di quelle cose deprimenti
che fanno tutti per tenere insieme rapporti logori. La decisione l’avevo presa
durante la serata mentre mi districavo fra una “pinta” e l’altra ed era una
decisione irrevocabile. Niente calcio, niente tempo perso e incazzature dietro
alle squadre che seguo di solito. Inter e Colere. Con molto tatto, sfidando una
mia probabile negazione, qualcuno mi ha fatto notare che la morosa almeno per
quanto mi riguarda è ancora di là da venire. Devo affermare che mi c’è voluto
un attimo per superare lo smarrimento. Trovo frustante e ingiusto che mi sia
negata una domenica alternativa perché manca un insignificante dettaglio come
la morosa.
La prendo bene e passo al contrattacco. Sono lì al “pub Nevada”;
comincio a tessere la mia tela da marpione, incrocio un tizio che saranno
passati anni dall’ultima volta che c’eravamo visti. Filiamo dritti al bancone.
Due pinte e scivoliamo indietro negli anni e nei ricordi. Scorrono nomi che
spazzano la nebbia che ricopre il passato e pare di scorgere attraverso essa
dei volti. Antichi frammenti per fermare un attimo quelle poche certezze che sono
l’unico patrimonio della vita di un uomo. Fluiscono i ricordi e vola via il
tempo. E con esso si lacera la tela del ragno. Niente morosa niente domenica
alternativa.
Scatta il piano “B”. Domenica pome si va a vedere il Colere.
Partita difficile soprattutto dopo il mezzo passo falso della giornata
precedente. Cinque minuti e siamo sotto di tre gol. Rimpiango L’Orio Center. Ci
diamo una mossa e via che parte la rimonta. Al gol del 4-3 sono lì nel
parapiglia della tribunetta e in pieno delirio mimo la torsione del colpo di
testa del gol. Nn non l’avessi mai fatto. Ho sentito lacerarmi qualcosa dietro
il collo. Nonostante abbia un' alta soglia del dolore mi sono ritrovato piegato
in due. Impavido rimango fino alla fine ma sono la Madonna addolorata Di Civitavecchia.
Vinciamo 9-5. Volo a casa e fra tubetti di “Fastum gel” e bustine di “Aulin” è
imperativo che mi rimetta in sesto perché la sera son d’accordo di trovarmi con
gli altri per vedere la partita. In Tele. In un covo di bilanisti. “No fear” e
testa alta. Come è finita lo sapete tutti. Dopo aver augurato tutte le sfighe
del mondo a Delucia siamo esplosi in facci ai corvi che gia da mezz’ora avevano
cominciato a gracchiare. Mi sono ritrovato con uno sgabello in mano dilaniato
dal dolore al collo a trascinarmi in giro per il “Pub”. JULIO CRUZ PER SEMPRE…E
UN GIORNO! La classe del mio ragazzo è paragonabile in immagini a Victoria
Silvested che mangia una banana o a Jennifer Lopez che si china a raccogliere
una moneta.
Il resto della settimana si è trascinato fra la noia e il
persistere del dolore. Unico dramma a causa del riposo forzato nn ho potuto
presenziare al matrimonio fra Tom e Katie a Bracciano. Poco male. Nn l’ho mai
potuta soffrire quella malmostosa di Katie. Mi spiace solo perché dovevo
cantare “..E proprio li volea volare l’uselin de la comare” in coppia con
Boccelli e la London Philarmonica Orchestra”.
Settimana che scorre noiosetta in
questo Novembre dalle temperature fortunatamente ancora gradevoli ed ecco
aprirsi al mondo la “Sunday” della partita. Ieri sera mi son perso in
chiacchere al “pub” e ho fatto tardi. Essendomi gestito nel consumo di
“Guinnes” sono solo un po’ assonnato e la mia presenza risulta accettabile
anche da vedere. Solito appuntamento alla mezza al “Sole”. Autista sconosciuto
ma distinto. Appello e via che si parte. Oggi abbiamo a bordo dei cadaveri.
Fabio è reduce dalle nozze di un suo amico e tira sul “verdino”. Rimarrà in
coma farmacologico per tutto il viaggio. Marco il giovane è bianco carta dopo
aver chiuso il “De or”. Paolino è stato alla festa dei coscritti e ha dormito
un' ora e mezza. Se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi bene. Clau la
Rossa si accaparra due sedili ed è già bella che sdraiata. (Clau ti chiedo
gentilmente di nn assumere certe posizioni onde evitare che per me il viaggio
si trasformi in una continua sorta di fantasie che nn prevedono certo di
giocare a carte. Grazie). Oggi comunque con lei sono molto risentito. Lunedì mi
aveva mandato una mail divertente narrando le peripezie, sue e della “compagna”
Carola, che si erano dovute sobbarcare per seguire la partita con i “ducali” in
Tele. Tutto divertito le ho risposto. Silenzio assoluto per i restanti giorni.
Alla faccia della cortesia. Si scoprirà che la mia mail nn è mai arrivata ed
era lei ad essere sconcertata dal mio silenzio. Bizzarrie tecnologiche. Invito
tutti formalmente a presenziare ad un sit-in di protesta sotto la sede di “hotmail” per venerdi prossimo. Si può già prenotare il posto in pullman.
Intanto
siamo partiti. Fermate di routine e a Vertova finalmente il grande ritorno
della “Peia” Bene. Angelo e Loris reduci da chissà quali imprese scoperecce.
Via veloci adesso. Sti cazzi. Anche oggi a BG strada alternativa. Silvia e
Selene sono in ritardo e quindi per accorciare i tempi gli andiamo incontro
noi. Alla Celadina. Sclero. Ma porca mucca, la puntualità è una delle prime
regole per quanto riguarda la buona educazione. E in ritardo son sempre le
ragazze. E quindi sempre tutti a perdonarle. Nn avessero la “sala giochi” li
sotto pensate che qualcuno le terrebbe in considerazione? Nn credo proprio. Un
giovine delle nuove leve (di cui io adesso nn ricordo il nome ma in questo
settore sono una frana) stempera la tensione estraendo magicamente dal suo
capace zaino una bottiglia di “Champagne” trafugata dalla riserva del babbo.
Vai col liscio!!!. “Champagne” vero. Che storia. Un “Cliquot qualcosa” dal
profumo inebriante. Siamo andati avanti anni a Cavicchioli del Lidl. Salto di
qualità nn da poco. Adesso però qualcuno deve spiegarmi una cosa. Sul Pulman
del Club quando gira un po’ di bere le colpe le portano via sempre quei due o
tre. Poi al fragoroso “stappare” mille mani tentacolari protendono i loro
bicchieri verso l’agognato nettare. ‘A viscidi…Comunque proprio buono sto robo.
Anche l’autostrada oggi sembra in discesa. In un attimo Milano è raggiunta.
Miliardi di bollicine nella testa e attraverso i piazzali leggero leggero. In
un impeto di gioventù volo via il cantiere dei tornelli e sono al cancello tre
affiancato da Dome.
Aspettiamo gli altri. Clau la Rossa la facciam entrare per
prima. Intanto che gli sbirri le perquisiscono lo zaino e un pulotto fa lo
spiritoso noi passiamo indisturbati. Nn che abbiamo niente da nascondere ma
certe volte le minuziose perquise sono un po’ snervanti. Fanza, foto delle
coreo, e sbrigativamente siamo al nostro posto nei “Pessimi Elementi”.
Cominciano ad arrivare un po’ tutti. Arrivano Enry, Salvi e i loro coinquilini
della macchina. Li raggiungo. Voglio sapere come è andata la conquista di
Parma. Le trasferte sono una roba micidiale. Chi segue le squadre di calcio nei
vari stadi sa che nn c’è niente di più bello. E adrenalinico. Sto pensando ai
treni fatiscenti, i pulman che si fermano. Ai sassi di Brescia, agli scontri a
Livorno, le bottiglie e le bombe carta nel settore ospiti di Roma, a Reggio
Calabria dentro allo stadio da mezzogiorno con la partita di sera. Il corteo a
Firenze. Il settore ospiti di “Marassi” dove quasi mi trombo la Vanali. Le gite fuori porta col Chievo, a Padova, a
Cremona di Pasqua. Fabio che cade in una buca nel parcheggio di Piacenza. Le
“pizzate” e le sconfitte a Parma. Il rientro da Lazio dopo il 5 maggio. Nel
diluvio di Lugano. A Vienna per la finale di coppa. A Modena in macchina per
l’ultima di campionato con 40 gradi dopo essere stati eliminati nel Derby di
champions. Ho buttato via la mia vita per seguire una squadra di calcio! Che io
possa morire qui e adesso se rimpiango anche un solo secondo del tempo passato
in giro lontano da casa, delle incazzature, dei soldi spesi, la stanchezza, ma
anche le amicizie allargate e fortificate e le vittorie in città che ti odiano.
Minchia che malinconia. Voglio fare ancora una trasfertaaaaa!!!
Intanto è
giunta l’ora dell’inizio. Velocemente ci attiviamo per la coreo. Immensa Curva
Nord quest’anno. Palloncini neri e azzurri a dividere la curva in una grande
scacchiera e striscione chilometrico “F.C. INTERNAZIONALE 1908” retaggio di un
Derby da incubo. Semplice ma essenziale. Oggi si gioca contro la Reggina di
Lillo Foti. Personaggio anche questo quanto meno ambiguo. Imprenditore sui
“generis”, faccendiere da corte dei miracoli. Amicizie altolocate in calciopoli
e mannaia del –15 a inizio campionato. Ieri sera negli anticipi “Pepe” sul
pisello alla banda Guidolin e sconfitta a Cagliari. Se vinciamo andiamo in
Sicilia avanti di tre. Ovvio sia fondamentale vincere. Partiamo lancia in
resta. Viera sradica un pallone nel mezzo. Due falcate a testa alta. Palla
profonda per Cruz a chiamare l’uno due. Cruz svirgola. Troppo alta. Respinta di
un centrale ospite. Corta. Cruz capisce tutto. Gli va incontro di testa. Palla
nel mezzo per Viera che aveva continuato la sua corsa. E’ spalle alla porta. La
spizza col testone. Valdanito si materializza dietro. E’ intelligente. E’ li.
Si coordina. Botta al volo. Incrocio GOL! GOOOOOOOLLLL!!!! Ed subito Tango, è
la Macarena, è la Lambada. Giro giro tondo e tutti giù per terra. Giù a novanta
Lillo. Facile. Gliene diamo quattro e tutti a casa. Nn ne azzeccheremo più una
per tutto il resto della gara. Increeeediiibbbbileee!!!! E’ un monologo della
Reggina. Per dieci minuti di fila siamo sotto il fuoco nemico. Palo. Salvataggi
in extremis. Possibile rigore. Pallone che gira nella nostra area per dei
minuti. Reggina da playstation. Stento a crederci. Luis l’è ‘mbreach, Burdisso
è un incubo, Stamkovic dovè? Sbagliamo l’impossibile e questi palla al piede ci
tirano matti. Arriva il pari. Sicuro. Vado nel panico. Dome alza il cappuccio
della felpa per nn vedere. Fabio è bianco e nn dice una parola. Baffo sclera.
Clau è sballottata fra Paolino e il secondo gioiello di casa Savoldelli che
sono ad un passo dall’isteria. Salvi e Igor cercano l’oblio nella grappa. La
Curva prova a scuotersi ma nn ci stiamo capendo niente. Nn riesco a staccare
gli occhi dal campo. Sono ipnotizzato da quello che sta succedendo. Lumo il
tabellone. La Banda Spalletti è uno tsunami sul Catania. Dea sotto di uno.
Almeno quello. Creiamo qualcosina ma è innegabile che il pallino è della
Reggina. La portiamo fino all’intervallo senza beccare il pari. E’ un buon segno.
Mi siedo. Ho bisogno di rasserenarmi. Clau la Rossa mi passa una merendina.
Sfoglia e crema alla nocciola. Deliziosa ma ci vuole altro. Dobbiam fare il
secondo anche di culo se no questi vanno via col pari. O con qualcosa di
enorme.
Secondo atto, solita solfa. Oggi è così. Sofferenza fino alla fine.
Reggina ancora sugli scudi. Continuiamo a sbagliare troppo. Fuori Cruz.
Infortunato. Dentro il redivivo Imperatore. Farà quello che può. Siam tutti
dietro. Sbagliamo tre contropiede facili. Allora la volete perdere apposta.
Dentro anche Dacourt e Maicon per soffrire meno. Miglioriamo. E’ quasi finita.
Ecco la frittata. Tiro di un tizio. Deviazione della loro punta. Giulio Cesareo
spiazzato. Gol! Lo sapevo. Inculata totale. I giocatori reggini impazziscono. Precipito
in un tunnel senza fine. E’ freddo. Buio. Ho paura. Chino il capo e penso a
qualcosa di bello. Nn mi viene in mente niente. Vortico nel tunnel. Vedo una
luce. E' gialla? Sembra una bandierina. Riapro gli occhi. Guardalinee immobile.
Bandierina alzata. FUORIGIOCO. SIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!! Risorgo. Mamma mia
che incubo. Adesso basta, fatela finire subito. FINITA. Grazie al cielo. TRE
PUNTI E VETTA DA SOLI. E vai con gli atti impuri.
Al pulman adesso. Ho il passo
del reduce. Stanco. Pesante. Sono di fianco a Clau. Ho la testa ancora in
panne. Parla lei adesso. Mi racconta qualcosa di se e qualche spaccato di vita
familiare. Nei commenti ne parlo sempre ma in effetti nn è che la conosca
benissimo all’infuori del “Menage” allo stadio. Nn so neanche se le sto
simpatico fino in fondo. Ecco l’alcova del Pulman. Partiamo subito. Visi
soddisfatti per il primato ma ancora tirati per la fatica di averlo raggiunto.
Quindi si parla d’altro. Facciamo il ritorno in una baraonda di doppi sensi che
comincio a surriscaldarmi. Alle Signore giù davanti oggi gliela condono. Ma
alla prossima la tigre attacca. Potete mettere la mano sul fuoco. Organizziamo
la logistica per la pizzata di sabato dei “Carbonari”. Saremo alla birreria
Lanterna di Lovere. Tutte le fidanzate o meno, tutte le mamme, tutte le mogli,
tutte le cugine, tutte le amiche, tutte le conoscenti le aspettiamo giù con
inizio dalle venti. Vi prometto miracoli. Nn deludetemi. Intanto marciamo
spediti. Quasi. Fermata nn prevista a Comenduno. Stefano è cinereo. Sacchettini
per il vomito e un po’ d’aria fresca per il ragazzo in difficoltà. Passa tutto.
Clusone è nel buio più totale. Da quando hanno cominciato a mettere quelle
illuminazioni gialle e soffuse hanno trasformato i nostri paesi. Cupi. Vuoti.
Freddi. Colere ci accoglie listata a lutto. In mattinata la squadra è caduta in
trasferta dopo essere stata in vantaggio 4-1. Complimenti a tutti. Sono stanco
morto. Fagocito capriolo con polenta e mi assopisco un attimo. Alla Mezza sarò
al lavoro. Però che campionato! Siam primi. Mai perso. Bilan a meno 22 (ma nn è
crisi! Una partita nelle ultime nove l’hanno pur vinta). Mercoledì cè la
cempions poi a Palermo. Il “Cholo” direbbe solo :”CHI HA PAURA SE NE RESTI A
CASA”. CIAO RAGA CUMPURTISSA BE!
Oggi vi risparmio la solfa dei saluti. Nn che
nn ci tenga ma sono di fretta (al P.S. in fondo capirete perché). Ne faccio
solo un paio che ritengo doverosi. Come sempre, a tutti quelli che mi
leggeranno. A chi incrociandomi per “Pub” mi ha esortato ad andare avanti e
lasciate che mi commuova ma nn c’è carburante migliore della vostra fedeltà. A
Fede, Katia e la piccola Alice. Loro sanno il perché. Alla giovane donna che
sabato sera mi ha avvicinato chiedendomi se ero io l’autore di questi commenti
dicendomi una cosa bellissima oltre a testimoniare la sua fede per i colori
nerazzurri. Nn so se questo commento ti piacerà, ma nn importa, io l’ho scritto
anche per te. A Clau la Rossa e a Serena di cui nn si hanno più notizie dopo la
coscrizione. Vi sarete accorti miei fedeli lettori che oggi mi son lasciato
andare a scrivere anche un paio di cazzate prime di fondamento (tipo il
matrimonio a Bracciano!) nn ancora finite visto la chicca che troverete in
fondo. Mi ero ripromesso di narrare sempre e solo la vera cronaca. Oggi mi son
concesso una piccola deviazione. Un po’ come quando si è a dieta ma frustrati
dalla vita, furtivamente si nasconde anche alla propria coscienza un giretto
dalle parti della Nutella. Io mi sono già perdonato. Attendo titubante anche la
vostra assoluzione.
Se siete entrati nel Sito avete trovato attivi sia il
Guestbook che il Forum. Utilizzateli da persone civili. Potete criticare tutto,
in primis i miei commenti, ci mancherebbe. Ma vi chiedo di nn sputare sulla
vostra intelligenza entrando nascosti dietro ai nick name solo per insultare o
sviluppare tematiche razziste o politiche. Altrimenti come sono stati attivati
ci teniamo un attimo a disinnescarli. E con loro voi e la vostra viltà. P.S.
Son sicuro che voi amanti del gossip avete sentito della profe che si sollazzava
con dei piccoli studenti. Notiziona. Rullo di tamburi “please”. Son riuscito a
contattarla!. Mi sono accordato che per due giorni a settimana sarà a casa mia
a darmi ripetizioni. Sono un po’ indietro in qualche materia. Vediamo quanto ci
mette a tirarmi su. Se i prossimi commenti usciranno in ritardo e un pochino
“Schisci” cercate di capirmi. Sto studiando!!!. In ogni modo vi terrò informati
sui miei progressi. CIAOOOOOOOO!!!!!!!!!
Chiudo col “ripostiglio” dedicato alla
cultura. Due libri. “Come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti. Dal titolo sembra
la mia autobiografia. Ammaniti è Ammaniti. Piace o nn piace. Per me è un gran
narratore. Schizzato fin che si vuole nel suo ruolo di scrittore cannibale ma
intrigante come pochi. La Lettera che fa scrivere al protagonista e che chiude
“Ti prendo e ti porto via” andrebbe imparata a memoria da chi crede ancora nel
valore dell’amicizia. “Il piccolo amico” di Donna tartt. Per chi ha gia letto
“Dio d’illusioni” della stessa autrice ritroverà la voglia di stupire e la classe
di una grande scrittrice. Buona vita a tutti. Un ultima cosa. NN ho avuto tempo
di sviluppare due argomenti a cui tenevo molto e che saranno il cardine dei
prox commenti. Il pallone d’oro al mariuolo napoletano e le nozze di Fabio e
Silvia nella primavera prossima. Seguitemi: ne sentirete delle belle
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