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torino - inter 1-3

el comentario de Luigi Bettineschi

per scrivere a Luigi : luigibettineschi@interclubclusone.it


  Alla piccola Alice e a tutte le donne nerazzurre. Perché "nell'ora e nel qui" loro ci sono sempre.

Anno nuovo…Di tutto sono rimaste tre cose. La certezza che stiamo appena cominciando. La certezza che bisogna continuare. La certezza che possiamo essere interrotti. Ma possiamo fare dell'interruzione un cammino nuovo, della caduta un passo di danza, della paura una spada, del sogno un ponte, della ricerca un incontro. Si sa che ogni inizio è il momento adatto per i cosiddetti buoni propositi, che hanno almeno una funzione consolatoria anche se poi nn siamo capaci di mantenerli. Sappiamo così poco di ciò che ci aspetta, che converrà tenersi stretti l'antica saggezza: "Impara dal passato, vivi nel presente, credi nel futuro". Lo insegnava anche Madre Teresa con parole più familiari: "Ieri è passato. Domani nn si sa. Ci resta solo oggi". In questi primi giorni dell'anno si scatenano gli astrologi, i maghi dell'oroscopo, gli interpreti dei transiti astrali, i nipotini di Nostradamus. Insomma una categoria di specialisti la cui unica specialità è che nn ci azzeccano mai. I giornali elencano le profezie dell'anno scorso e verificano, impietosamente, che nn se n'è avverata nessuna. Un bel tonfo di immagine per chi pretende di leggere in anticipo i destini del mondo basandosi su un moto del pianeta Giove, una giravolta di Saturno, un passo "Doble" di Marte. "Gli anni volano, sono i pomeriggi che nn passano mai" mi dice -bontà sua- mia nonna quando la vado a trovare. Gianni Brera, scrittore e principe dei giornalisti sportivi, aveva il vezzo di cominciare il primo articolo dell'anno sempre con le stesse parole: "Più uno. Meno uno". Qui metteva il punto e attaccava la sua cronaca. Era un modo per ricordare a sé e ai lettori la speranza della vita ancora da vivere, ma anche la fugacità di quella già vissuta. Ho trovato su un giornale la formula che si usa per gli auguri tradizionali del capodanno ebraico. Credo sia molto antica ma eppure ogni volta sembra nuova. E così la giro a voi, cari lettori e cari amici: "Siete iscritti per un anno buono".

Dunque alla fine anche le feste di quest'anno si sono suicidate. Quindici giorni che sono letteralmente volati. Comincio subito con le cattive nuove. Da questo pulpito avevo avvertito che per Natale sarei sceso verso il profondo sud in compagnia della mia Profe. Ebbene le cose sono andate così male che peggio nn si poteva. Lei è una brava insegnante ma ha un piccolo problema. Nn si accontenta di un solo studente alla volta. Dicono che sia una di quelle che ne vogliono prendere sempre tanto. E sono pochi quelli che riescono a darne sempre tanto per tanto tempo. Si spera che quello che puoi le basti, oppure sei così brillante che ti prendi il tuo divertimento e dove nn arrivi lasci che ci pensino altri, o ancora ti nascondi il problema, o addirittura ti illudi che cambi la sua natura. Sentendola nella stanza accanto che dava ripetizioni e sentendo che certi rumorini erano inequivocabili ho deciso di tornarmene nella terra che mi ha cresciuto. Fra gli affetti e il calore familiare. Ho un alta opinione di chi legge i miei commenti e spero che tutti abbiate capito che stò scherzando anche se la critica nn tanto velata al mondo femminile è reale.

Rientrato nella natia Padania mi immergo nel guestbook del sito alla ricerca di sicurezze e complicità. Tutto questo per scoprire che sono stato tacciato di essere una persona saccente e presuntuosa. Non di meno seminatore di odio e risentimenti. Proprio un bel clima natalizio, stile Caressa: "Abbracciamoci e vogliamoci tutti bene, il cielo è azzurro (purtroppo) sopra Berlino". Ma come? Una persona così perbene come me?. Il portabandiera dell'amor cortese e del rispetto?. Il coautore del "Galateo" per donne single?. Denigrato, messo alla berlina mediatica, alla gogna nel voluttuoso mare di internet con il rischio di giocarsi il Nobel per la pace del 2007. Corro ai ripari. Scartabello il Devoto-Oli (ormai dormo con il dizionario. Alla moglie di Materazzi è bastata una notte sola) alla ricerca di saccente. Ve la propino: "Che ostenta in modo sentenzioso e irritante un'erudizione o una cultura più presunta che reale". Ma anche: "Istruito, esperto, accorto, scaltro". Ho deciso di tenermi buona la seconda definizione. Sono o nn sono anche presuntuoso?. ("Dominato o ispirato da un ambizione orgogliosa od ottimistica"). Chissà cosa si celava nelle intenzioni della tizia che l'ha scritto. Io intanto me ne fotto e faccio mie le parole di Antoine de Saint-Exupèry nel "Piccolo Principe": "Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle". Ultimamente la mia linguaccia e il dire sempre quello che penso mi sta creando una lunga e infinita casistica di problemi. Di conseguenza stò incrinando tutta una serie di rapporti in cui avevo messo anche l'anima. Proverò a cospargermi il capo di cenere e vedere di recuperarli. Poi sarà come il buon Dio vuole.

Mentre mi dibattevo fra ste storie la clessidra del tempo imperturbabile continuava a versare la sua sabbia. Capodanno era ormai alle porte ed io nn avevo ancora deciso dove mi sarei presentato a dar spettacolo. Ho colto all'ultimo istante l'invito di amici a trascorre il veglione in loro compagnia sui monti dentro ad una baita. Sapevo che mi sarei divertito. Li conosco da tempo e nn è la prima volta che divido con loro serate di bisboccia e di fraterna amicizia. Nella loro baita mi sento a casa più che altrove. Per me rappresenta la montagna, quella raccontata da Mario Rigoni Stern: l'inverno lungo, i tempi rallentati, l'introspezione, il raccoglimento in se stessi, ma che nn è solitudine, è la convivenza e la possibilità di riconoscersi negli altri. E' il silenzio, rotto dalle voci, come in "Gente in Aspromonte" di Corrado Alvaro. E' il suono del dialetto, gli scambi di frasi, la voce alta e le atmosfere de "L'albero degli zoccoli" di Olmi. Ma soprattutto è la neve, il vento fra gli abeti, il cielo azzurro e il freddo pungente che tanto ricordano il borgo di Maienfeld, Peter, Nebbia, Heidi e la baita di suo nonno. E' il fuoco del camino e i ceppi che ancora sentono di resina. La stufa sommersa dalle pentole. Quella rigorosa per la polenta da girare dandosi il cambio. Ma anche quella per il vin brulè che tutta notte ha riscaldato il nostro spirito. Sono i coltelli a serramanico che scattano quando c'è da tagliare il salame. La tazza col caffè corretto da far girare. Il rimbombo degli scarponi sul pavimento, il frastuono dei fiaschi di vino appoggiati sul tavolo. La chitarra acustica "scordata" e i canti, che ormai era l'alba e si cantava più con il cuore che con la voce. La corrente del generatore che si abbassa quanto sta finendo il gasolio e l'acqua calda dal "boiler" rigorosamente a legna. E poi ci sono loro. Questo "branco" di ragazzi e ragazze cresciuti insieme fin dall'infanzia che hanno case, lavoro, famiglie ma mantengono un legame forte, profondo e risoluto con la propria terra, con la montagna, con una valle impervia, suggestiva e selvaggia. Sono orgoglioso di averli come amici perché sono una delle realtà più belle e genuine che conosco. Dove ritrovo i legami di amicizia vera e quei valori di ospitalità sacri. Ho scoperto un calore infinito, la cultura e la relazione di vivere in piccoli paesi con grandi problemi. Valori che permettono di superare le difficoltà contando sul vicino, sui parenti, sulla socialità. Come la paura di restare isolati e quindi il bisogno di agganciare rapporti forti e duraturi. Queste righe sono un omaggio a tutti loro, dal primo all'ultimo. Un omaggio dovuto, a coloro con cui mi sento un fratello, perché mi hanno dato e regalato tanto.

Dopo aver recuperato in maniera insolitamente veloce gli strapazzi delle feste sono entrato in astinenza da calcio giocato. Detto che nn mi sono perso neanche l'amichevole col Bareihn la ripresa del lavoro ha portato con sé anche il primo impegno ufficiale del 2007. L'andata dei quarti per l'italica coppa in quel di Empoli. Sono volato a casa di Fabio per vederla in tele e per dare una sistematina al suo nuovo computer. Visto che la somma delle nostre conoscenze tecnologiche si ferma all'accensione di un forno a microonde o a fermare un frullatore togliendogli la spina, abbiamo accantonato il nostro progetto di trasformarci in hacker per concentrarci sulla partita. Il "Mancio" giustamente vuole vincere anche questa. Dentro quindi i pezzi grossi. Primo tempo abbastanza sul noiosetto che abbiamo somatizzato parlando del nostro giro di fighe che si è allargato più che mai. Loro nn lo sanno ancora ma stanno partendo i fax per annunciare questa grande gioia. Nel secondo tempo prendiamo in mano la partita e nn finisce in goleada solo perché Adriano e qualche altro hanno avuto pietà dell'Empoli. Finisce 2-0 e passaggio del turno in tasca. Pure Cagni si è detto contento. Figurarsi io. Ultimamente nn mi sta più simpatico nemmeno questo tizio. Tra campionato e coppa nn hanno fatto un tiro in porta ma lui ha detto che l'Empoli ha fatto il suo e meritava di più. Se nn fosse che la mamma di Cagni è di Colere l'avrei gia proposto per la lapidazione. Nn capisco comunque come un  uomo di così nobili natali possa sparare stronzate del genere. Avrà preso dal babbo bresciano. Lascio passare anche questa ma soprattutto lascio Fabio a masterizzare e volo al lavoro. Nn ho altro da fare che, "seduto in riva al fiume", aspettare che arrivi sabato.

E sabato arrivò. Mi sveglio presto. Adrenalina da trasferta subito in circolo e mille commissioni da fare prima di partire. Mangio un boccone sistemo lo zaino e parto. E' una splendida giornata. Clima mite. Temperatura gradevole. Finestrino abbassato. A Gennaio!. Sigarettina. Nicola e il Baffo recuperati e siamo al Mirage in perfetto orario. Fabio spacca il secondo. Subito gli faccio gli auguri di buon compleanno per poi scoprire che li farà solo martedi. Pazienza anche se sono un po' in anticipo. Se stasse perdiamo, martedi sarò così depresso da nn riuscire nemmeno a sollevare la cornetta del telefono. Trasferiamo le birre sulla mia macchina e via che partiamo. Nn abbiamo un grande quantitativo ma il giusto per carburare prima di vedere Torino. Siamo in mezzo a piccoli incolonnamenti creati da chi passerà un entusiasmante sabato nei centri commerciali ma raggiungiamo Bergamo e il "Cristal Palace" per raccattare Mauri.Il Signore della bassa. Spengo la macchina per nn contribuire all'emissione di gas venefici. Arriva Mauri. Sale. Accendo. La macchina nn parte più!. Impossibile!. Niente da fare. Nn parte. Ma porca mucca, un gioiello di siffatta tecnologia avanzata nn parte?. Assurdo. Niente. Trasferiamo i nostri averi e le nostre persone sulla macchina di Mauri. C'è l'Inter da andare a vedere. Rimandiamo il problema auto ferma a quando rientreremo stanotte. Lasciandola lì a meditare forse si sistema. O forse è solo stanca.

Essendo partiti in largo anticipo sull'orario del ritrovo arriviamo a Sesto che è ancora un po' presto. Ci raggiunge anche Silvano disceso dalla scoscesa Valle Imagna. Ci fiondiamo al bar e cominciamo a cazzeggiare. Mancano ancora due ore alla partenza del treno. Intanto il popolo nerazzurro comincia ad affluire. Oggi saremo in tanti. Facciamo scorrere il tempo parlottando un po' con tutti. Poi si distribuiscono i biglietti del treno e dello stadio e finalmente cominciamo a salire sul treno. Perquise nn particolarmente snervanti ma pulotti sempre con qualcosa da dire. Aspetto Baffo che è rimasto indietro e mi accingo a fargli da balia per tutto il giorno visto anche che il "Gioiello di casa Savoldelli" è alla prima trasferta con la Nord. Oggi seguendo la via ferrata si và a Torino. Torino l'ignobile. Torino la Puttana. Nel cuore dell'impero del male. Quando penso a tutti i mali che son partiti da quella città mi viene male. L'unificazione d'Italia. I Savoia. Gli Agnelli. Moggi e Girando. Dai cazzo! Bisognerebbe raderla al suolo, tipo una Santa Crociata, altro che vedere una partita. Intanto siam partiti ed io nn me ne ero nemmeno accorto. Il viaggio sarà corto e nn si prevedono disagi di sorta. A parte che, appena viene buio, si spengono le luci e nn vedremo più niente fino all'arrivo. Fuori c'è una nebbia spaventosa e noi al buio sembriamo dei fantasmi su un pezzo di lamiera. Nn si vede assolutamente niente. Tra una birretta e l'altra intreccio un fitto chiacchiericcio con Stella e Michela. Loro pazientemente sopportano ma io sono scusato perché nn vedevo quello che dicevo. Si sparge la voce che i gobbi son caduti a Mantova. Ottimo. Mezza città sarà in lutto. L'altra metà nn deve far altro che aspettare la fine della partita di stasse. A meno di tragedie impensabili matiamo il Toro ed entriamo nella storia. Intanto il treno entra in un tunnel. Quando sbuchiamo siamo in mezzo a Torino e dopo un paio di minuti arriviamo alla stazione del Lingotto. Nebbia imperterrita e freddo cane. Se salta la partita mi immolo facendomi esplodere dentro la Mole Antonelliana. Saliamo sui bus intruppati come pecore e in cinque minuti siamo alla stadio. Tornelli da decreto Pisanu e siamo nel settore ospiti. Sorpresona. Lo stadio è piccolo ma veramente bello. Anche dal nostro spicchio si vede bene senza le solite reti o i soliti vetri unci che di solito caratterizzano tutti i settori ospiti. Sono entusiasta. E ovviamente compio l'errore di bere la birra che Fabio ha comperato al baretto. Nn solo è analcolica ma ti lascia un retrogusto di paglia e fieno da vomito. La finisco solo per vincere una scommessa con me stesso. Settore che pian pianino si riempie come una gallina e squadra in campo per il riscaldamento. Alziamo subito i toni. Per far sapere che ci siamo e anche per riscaldarci un po'. Cori per ogni giocatore, per la squadra e insulti al Toro. Bene siamo belli carichi. Vola il tempo. Squadre in campo. Noi suntuosa coreografia che vi invito a vedere in foto perché ero sotto il telo grande e nn ho visto un emerito biiiippp.

Si parte. Cogliamo anche questa battaglia e con essa la storia. Dai raga!. Squadre compassate. Toro timoroso e tutto dietro per poi pungere in contropiede. Teniamo palla ma sbagliamo tanto. Soprattutto Vibra. Nn è da lui. Figo già in Baraihn. Imperatore bello tonico invece. In mezzo recuperiamo bene. Dietro nn rischiamo niente come al solito. Palla ai nostri. Viera accenna a Maicon di salire. Lo serve. Il laterale punta il suo dirimpettaio poi crossa. Palla in area. Tesa. Buono. Fuori tempo Di Loreto. Adri dietro. Libero. La gira de capoccia. Abbiati in ginocchio la guarda entrare. Gol. GOOOOOLLLLLL!!! GOOOOOLLLLL!!!! DAJE IMPERATORE. Siamo in vantaggio nella città più nemica al mondo. Comincio a vedere gente che cade. I seggiolini dello stadio modello cinema sono un impiccio. Praticamente per un minuto nn facciamo che inciampare e ci sosteniamo a vicenda. Dispenso abbracci a tutti. Si mette bene. La storia ci vuole. E noi andremo nella storia. Per il Toro è una botta. Provano a venire avanti ma il loro piano di battaglia è bello che saltato. Adesso anche Vibra si è sciolto. Tacco volante. Liscio di Maicon. Accorre L'uomo di Ebano. Botta di collo. Abbiati con i pugni. Maramaldeggiamo. Vibra via veloce sulla destra. Semina il difensore. Rasoterra in mezzo. Adriano. Destro inguardabile. Il Toro è rintanato nella stalla. Fugge il primo tempo. Bene, bene, bene. Ma va chiusa subito nel secondo. Proviamo a sederci per ricaricare le energie ma è impossibile per il freddo e l'umidità. Qualche sms con chi è rimasto a vederla al bar e squadre gia pronte per il secondo. Adesso ho una sola cosa da fare. Mangiare la brioscina scaramantica. Sfoglia e crema alla nocciola dalle sapienti mani di Matilde Vicenzi. In settimana rischiando la mia incolumità sono sbucato alle Fiorine sotto casa di Clau per ritirarla. Una toccata e fuga per nn forzare troppo la mano del destino. Io non credo a queste cose ma dopo la partita con l'Atalanta dove abbiamo pareggiato mentre la stavo mangiando ho cominciato a ricredermi. Secondo tempo. Toro avanti. Giocano in casa e devono almeno provarci. Nn riescono ad entrare in area. Prova Fiore da fuori. A giro. Deviazione di Matrix. Angolino. Gol. Pari e patta. Fanculo. Lo stadio esplode. Ovvio. Avrebbero firmato per il pari tutta la vita sti toreri. Primo pensiero: la brioscina fuori casa nn funziona. Secondo pensiero: Clau la Rossa ha provato ad avvelenarmi perché sento l'amaro in bocca. Terzo pensiero (l'unico positivo): manca una vita al triplice. Mi viene in mente il Foscolo: " All'ombra dei cipressi o dentro all'urne confortate dal pianto è forse il sonno della morte men duro?". Lo stadio muggisce di contentezza. Li vorrei strozzare uno ad uno. Ci sfottono. Ci innervosiamo. Partono robe fra un settore e l'altro. Adesso tocca alla squadra ma son sicuro nn ci deluderanno. Battiamo il mezzo. Un triangolo Maicon-Figo. Palla nel centro a Stankovic. Lancio lungo di prima verso Vibra. In area. La copre. Girata di collo. Palla che si impenna. Volo di Abbiati. Inutile. Incrocio dalla parte opposta proprio sotto il nostro settore. GOOOOOLLLL !!!! GOOOOLLLLL !!!! GOOOOOOOOOOOOOLLLLLLL!!!!!! GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO   OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO OOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.

Il settore ha un movimento sussultorio. Urliamo di rabbia e di gioia. Adesso siamo uno sopra l'altro. VIBRA DI DIO!!!!. Da queste pagine mi sono già sperticato in lodi in quantità industriali per lo svedese ma oggi me ne sono innamorato. Nella partita meno lucente ha tirato fuori la perla più bella. A Torino poi. Rosicate gobbi. Un opera d'arte. La Gioconda. L'urlo di Munch. Guernica di Picasso. Tutti i paesaggi di Monet. I fiori di Van Gogh. La Bellucci nuda. Kate Moss strafatta. I giardini pensili di Babilonia. La Sfinge e la Piramide di Cheope. Il colosso di Rodi. La biblioteca di Alessandria. Il Colosseo. Notre Dame e il Duomo con la Madonnina. Come godo!. Il Toro è alla canna del gas. Sono consapevoli che è finita. MANIFESTA SUPERIORITA' DELL'AVVERSARIO. Stadio muto e moribondo. Attacchiamo ancora. Adri elude il fuorigioco. E' solo. Piattone angolato ma un po' lento. Abbiati con la zampa. Facciamogli il tre e poi ci scateniamo in un orgia che nn si vedeva dai tempi di Locullo. Loro sono spariti dal campo. Viera pallonetto per Adri. Libero. Solo davanti ad Abbiati. Abbattuto. Rigore netto portiere in rosso. A casa presto stasse. Matrix sinistro angolato. Taibi allungato come un verme ma inutile. GOOOOOLLLL!!!! GOOOOOOLLLL!!!!! GOOOOLLLLLL!!!!!. Sento qualcuno che mi chiama. Mi giro. E' la "STORIA". Mi lascio cadere fra le sue braccia. Sono nella "STORIA". Che bello!. LA FELICITA' E' POSSIBILE ANCHE SOTTO IL CIELO DI TORINO. Ci lasciamo andare ad ogni genere di canti. I canti della vittoria. "Salutate la capolista", "la capolista se ne va", e l'immancabile sfottò "Tutti a casa ale" che in trasferta ha un sapore dolcissimo. Triplice fischio. DODICI-VITTORIE-DODICI DI FILA. RECORD ASSOLUTO E NN E' ANCORA FINITA. Giocatori sotto di noi e svarionamenti a raffica. Andiamo via da Torino beati e contenti. Quasi subito visto che ci tengono dentro al gelo per un tempo infinito. Ma chi se ne fotte. Pulmanata come all'arrivo e treno che riparte per Milano insolitamente in tempi rapidi. Viaggio d nuovo al buio e atmosfera che sfocia nella demenzialità più totale. Vi risparmio i cori che rimbalzavano da un vagone all'altro. Tenete conto che siamo andati avanti a cantare per mezz'ora: "Ci son due coccodrilli e un orangutango, due piccoli serpenti, un aquila reale…etc etc", quindi fate voi a che livello di pazzia siamo arrivati. Il ritorno dura più del previsto. Forse che la strada era in salita?. Sesto ci accoglie cupissima ma ci pensiamo noi a svegliarla con gli ultimi cori. Salutiamo tutti e partiamo veloci. L'idea della macchina ferma a Bg comincia a farsi sentire nella nostra testa. Al primo autogrill ci fermiamo lo stesso. Dobbiam rifocillarci per essere in forze per quando dovremo spingere. Stabiliamo un piano. Io alla guida. Fabio funge da navigatore. Nicola, Baffo e Mauri spingono. Nn sono cosi insensibile, quindi anche Fabio spinge. Bg e il piazzale del "Cristal Palace" ci accolgono alle tre di notte. O tre di mattina, fate voi. L'ora della verità è giunta. Primo tentativo con le chiavi. Saxo che borbotta ma nn parte. Si sprecano le ironie. Primo tentativo a spinta. Nulla. Brividini di preoccupazione. Secondo tentativo. Peggio che andar di notte. Terzo. Niente. Panico totale. Siamo bloccati a BG in piena notte. Prova Fabio al volante. Il Saxo è dichiarato ufficialmente morto. Che cazzo facciamo?. Chi possiamo chiamare a quest'ora?. Sfiga totale. Qualcuno ci ha fatto una macuba. Pensiamo di rapinare la banca adiacente al parcheggio per poterci pagare il pernottamento al "Palace". Facciamo un ultimo tentativo. Quello della disperazione. Mai come adesso abbiam bisogno di un aiuto dall'alto. Siamo bloccati a Bg. Io mi rifiuto di crederci. Salgo al volante. Metto nei piedi tutta la sensibilità di cui sono capace. Con un rombo frastornante il Saxo si mette in moto. Ce l'abbiamo fatta!. Ce l'abbiamo fatta!. AVANTI CURVA NORD. Esplodiamo in un tripudio di gioia paragonabile a quello sul gol di Vibra. Il posto è sicuramente pieno di telecamere. Immagino le facce di chi guarderà le immagini e si troverà cinque pirlotti che prima spingono una macchina e poi esultano impazziti. Alle tre di notte!. Salutiamo e ringraziamo Mauri per tutto e via veloci verso casa. Nn c'è in giro anima. Mollo Fabio, Nicola e Baffo alle loro rispettive dimore e salgo verso casa. Colere sta riposando. Sono tutti a nanna tranne Andrew la zampata e la Cri ancora in giro a far flanella in macchina. Mi fermo. Due chiacchere poi me ne vado. Sono sedici ore che sono in giro. Alle quattro varco la soglia di casa. Il guerriero torna vincitore. Veloce toilette poi a dormire. Sono stanco morto ma felice. Credo che basti. Buona vita gentaglia. Cumportissa be!. Saluto tutti quelli che erano a Torino. Fabio, Nicola, Baffo, Mauri e Silvano in primis. La Curva Nord al seguito e tutti i Pessimi Elementi. Stella e Michela per la compagnia. Clau per la merendina e il Buon Dio che ha fatto partire la macchina. Ringrazio tutti quelli che quando siamo in trasferta si fanno sentire con telefonate, squilli o sms. Nei sabati normali il mio telefono nn squilla nemmeno se mi accordo con mia mamma di chiamarmi durante la serata. Al Web-master che, grazie al suo impegno, abbiamo una home page da invidia e perché anche stavolta il mio commento si infrangerà sulla battigia scaraventato dalle onde del mare di Internet. A tutti quelli che mi leggeranno come sempre il ringraziamento più grande. Alla prossima. Sotto con i Viola senza paura. Epicuro scriveva: " Alza le vele amico, e fuggi ogni genere di cultura". Sono d'accordo a metà ma è una frase che fa figo per introdurre il "Ripostiglio della cultura". Sconfortato da tutto quello che sta succedendo in Italia vi propongo qualche interessante lettura. "Il mostro" di Michele Giuttari. Nn solo la descrizione delle indagini sul mostro di Firenze ma anche i depistaggi e gli ostacoli da superare alla ricerca della verità. "Misteri d'Italia" e "Nuovi misteri d'Italia" di Carlo Lucarelli. Mafia, trame omicide, poteri oscuri, insabbiamenti, dalla Strage di Bologna fino a quella di Ustica. Gli omicidi eccellenti di Pasolini, Sindona, Calvi. La banda della uno bianca e i delitti del mostro, anzi dei mostri di Firenze. Le indagini di Lucarelli, dalla trasmissione televisiva "Blu notte", sulla storia recente del nostro paese. Per fare un esempio. L'ultimo di una lista vergognosa e senza fine. Ustica, 81 morti. Colpa di nessuno. Un paese che rinuncia a ricercare la verità è un paese che ha rinunciato a definirsi civile. "La verità è intoccabile". P.S. Se siete arrivati fino a questo punto, miei cari lettori, ho un favore da chiedervi. In settimana tempestate di sms Fabio. Dobbiamo cercare di convincerlo ad invitare anche delle ragazze alla grigliata che facciamo sabato a casa sua. Conto su di voi. Gli sms poi ovviamente vi verranno rimborsati. Nn so da chi ma ci stò pensando. CIAOOOOOOO  

 

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autore :

 Stella

testo :

 dopo il commento del derby e dell'atalanta penso sia il piu'  bel commento x ora ( sara' che ho vissuto inieme questa avventura) Grande GIGI CONTINUA COSI' 

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