Alla piccola Alice e a tutte le donne nerazzurre.
Perché "nell'ora e nel qui" loro
ci sono sempre.
Anno nuovo…Di tutto sono rimaste tre
cose. La certezza che stiamo appena cominciando.
La certezza che bisogna continuare. La certezza
che possiamo essere interrotti. Ma possiamo
fare dell'interruzione un cammino nuovo,
della caduta un passo di danza, della paura
una spada, del sogno un ponte, della ricerca
un incontro. Si sa che ogni inizio è il
momento adatto per i cosiddetti buoni propositi,
che hanno almeno una funzione consolatoria
anche se poi nn siamo capaci di mantenerli.
Sappiamo così poco di ciò che ci aspetta,
che converrà tenersi stretti l'antica saggezza:
"Impara dal passato, vivi nel presente,
credi nel futuro". Lo insegnava anche
Madre Teresa con parole più familiari: "Ieri
è passato. Domani nn si sa. Ci resta solo
oggi". In questi primi giorni dell'anno
si scatenano gli astrologi, i maghi dell'oroscopo,
gli interpreti dei transiti astrali, i nipotini
di Nostradamus. Insomma una categoria di
specialisti la cui unica specialità è che
nn ci azzeccano mai. I giornali elencano
le profezie dell'anno scorso e verificano,
impietosamente, che nn se n'è avverata nessuna.
Un bel tonfo di immagine per chi pretende
di leggere in anticipo i destini del mondo
basandosi su un moto del pianeta Giove,
una giravolta di Saturno, un passo "Doble"
di Marte. "Gli anni volano, sono i
pomeriggi che nn passano mai" mi dice
-bontà sua- mia nonna quando la vado a trovare.
Gianni Brera, scrittore e principe dei giornalisti
sportivi, aveva il vezzo di cominciare il
primo articolo dell'anno sempre con le stesse
parole: "Più uno. Meno uno". Qui
metteva il punto e attaccava la sua cronaca.
Era un modo per ricordare a sé e ai lettori
la speranza della vita ancora da vivere,
ma anche la fugacità di quella già vissuta.
Ho trovato su un giornale la formula che
si usa per gli auguri tradizionali del capodanno
ebraico. Credo sia molto antica ma eppure
ogni volta sembra nuova. E così la giro
a voi, cari lettori e cari amici: "Siete
iscritti per un anno buono".
Dunque
alla fine anche le feste di quest'anno si
sono suicidate. Quindici giorni che sono
letteralmente volati. Comincio subito con
le cattive nuove. Da questo pulpito avevo
avvertito che per Natale sarei sceso verso
il profondo sud in compagnia della mia Profe.
Ebbene le cose sono andate così male che
peggio nn si poteva. Lei è una brava insegnante
ma ha un piccolo problema. Nn si accontenta
di un solo studente alla volta. Dicono che
sia una di quelle che ne vogliono prendere
sempre tanto. E sono pochi quelli che riescono
a darne sempre tanto per tanto tempo. Si
spera che quello che puoi le basti, oppure
sei così brillante che ti prendi il tuo
divertimento e dove nn arrivi lasci che
ci pensino altri, o ancora ti nascondi il
problema, o addirittura ti illudi che cambi
la sua natura. Sentendola nella stanza accanto
che dava ripetizioni e sentendo che certi
rumorini erano inequivocabili ho deciso
di tornarmene nella terra che mi ha cresciuto.
Fra gli affetti e il calore familiare. Ho
un alta opinione di chi legge i miei commenti
e spero che tutti abbiate capito che stò
scherzando anche se la critica nn tanto
velata al mondo femminile è reale.
Rientrato
nella natia Padania mi immergo nel guestbook del sito alla ricerca di sicurezze
e complicità. Tutto questo per scoprire
che sono stato tacciato di essere una persona
saccente e presuntuosa. Non di meno seminatore
di odio e risentimenti. Proprio un bel clima
natalizio, stile Caressa: "Abbracciamoci
e vogliamoci tutti bene, il cielo è azzurro
(purtroppo) sopra Berlino". Ma come?
Una persona così perbene come me?. Il portabandiera
dell'amor cortese e del rispetto?. Il coautore
del "Galateo" per donne single?.
Denigrato, messo alla berlina mediatica,
alla gogna nel voluttuoso mare di internet
con il rischio di giocarsi il Nobel per
la pace del 2007. Corro ai ripari. Scartabello
il Devoto-Oli (ormai dormo con il dizionario.
Alla moglie di Materazzi è bastata una notte
sola) alla ricerca di saccente. Ve la propino:
"Che ostenta in modo sentenzioso e
irritante un'erudizione o una cultura più
presunta che reale". Ma anche: "Istruito,
esperto, accorto, scaltro". Ho deciso
di tenermi buona la seconda definizione.
Sono o nn sono anche presuntuoso?. ("Dominato
o ispirato da un ambizione orgogliosa od
ottimistica"). Chissà cosa si celava
nelle intenzioni della tizia che l'ha scritto.
Io intanto me ne fotto e faccio mie le parole
di Antoine de Saint-Exupèry nel "Piccolo
Principe": "Devo pur sopportare
qualche bruco se voglio conoscere le farfalle".
Ultimamente la mia linguaccia e il dire
sempre quello che penso mi sta creando una
lunga e infinita casistica di problemi.
Di conseguenza stò incrinando tutta una
serie di rapporti in cui avevo messo anche
l'anima. Proverò a cospargermi il capo di
cenere e vedere di recuperarli. Poi sarà
come il buon Dio vuole.
Mentre mi dibattevo
fra ste storie la clessidra del tempo imperturbabile
continuava a versare la sua sabbia. Capodanno
era ormai alle porte ed io nn avevo ancora
deciso dove mi sarei presentato a dar spettacolo.
Ho colto all'ultimo istante l'invito di
amici a trascorre il veglione in loro compagnia
sui monti dentro ad una baita. Sapevo che
mi sarei divertito. Li conosco da tempo
e nn è la prima volta che divido con loro
serate di bisboccia e di fraterna amicizia.
Nella loro baita mi sento a casa più che
altrove. Per me rappresenta la montagna,
quella raccontata da Mario Rigoni Stern:
l'inverno lungo, i tempi rallentati, l'introspezione,
il raccoglimento in se stessi, ma che nn
è solitudine, è la convivenza e la possibilità
di riconoscersi negli altri. E' il silenzio,
rotto dalle voci, come in "Gente in
Aspromonte" di Corrado Alvaro. E' il
suono del dialetto, gli scambi di frasi,
la voce alta e le atmosfere de "L'albero
degli zoccoli" di Olmi. Ma soprattutto
è la neve, il vento fra gli abeti, il cielo
azzurro e il freddo pungente che tanto ricordano
il borgo di Maienfeld, Peter, Nebbia, Heidi
e la baita di suo nonno. E' il fuoco del
camino e i ceppi che ancora sentono di resina.
La stufa sommersa dalle pentole. Quella
rigorosa per la polenta da girare dandosi
il cambio. Ma anche quella per il vin brulè
che tutta notte ha riscaldato il nostro
spirito. Sono i coltelli a serramanico che
scattano quando c'è da tagliare il salame.
La tazza col caffè corretto da far girare.
Il rimbombo degli scarponi sul pavimento,
il frastuono dei fiaschi di vino appoggiati
sul tavolo. La chitarra acustica "scordata"
e i canti, che ormai era l'alba e si cantava
più con il cuore che con la voce. La corrente
del generatore che si abbassa quanto sta
finendo il gasolio e l'acqua calda dal "boiler"
rigorosamente a legna. E poi ci sono loro.
Questo "branco" di ragazzi e ragazze
cresciuti insieme fin dall'infanzia che
hanno case, lavoro, famiglie ma mantengono
un legame forte, profondo e risoluto con
la propria terra, con la montagna, con una
valle impervia, suggestiva e selvaggia.
Sono orgoglioso di averli come amici perché
sono una delle realtà più belle e genuine
che conosco. Dove ritrovo i legami di amicizia
vera e quei valori di ospitalità sacri.
Ho scoperto un calore infinito, la cultura
e la relazione di vivere in piccoli paesi
con grandi problemi. Valori che permettono
di superare le difficoltà contando sul vicino,
sui parenti, sulla socialità. Come la paura
di restare isolati e quindi il bisogno di
agganciare rapporti forti e duraturi. Queste
righe sono un omaggio a tutti loro, dal
primo all'ultimo. Un omaggio dovuto, a coloro
con cui mi sento un fratello, perché mi
hanno dato e regalato tanto.
Dopo aver recuperato
in maniera insolitamente veloce gli strapazzi
delle feste sono entrato in astinenza da
calcio giocato. Detto che nn mi sono perso
neanche l'amichevole col Bareihn la ripresa
del lavoro ha portato con sé anche il primo
impegno ufficiale del 2007. L'andata dei
quarti per l'italica coppa in quel di Empoli.
Sono volato a casa di Fabio per vederla
in tele e per dare una sistematina al suo
nuovo computer. Visto che la somma delle
nostre conoscenze tecnologiche si ferma
all'accensione di un forno a microonde o
a fermare un frullatore togliendogli la
spina, abbiamo accantonato il nostro progetto
di trasformarci in hacker per concentrarci
sulla partita. Il "Mancio" giustamente
vuole vincere anche questa. Dentro quindi
i pezzi grossi. Primo tempo abbastanza sul
noiosetto che abbiamo somatizzato parlando
del nostro giro di fighe che si è allargato
più che mai. Loro nn lo sanno ancora ma
stanno partendo i fax per annunciare questa
grande gioia. Nel secondo tempo prendiamo
in mano la partita e nn finisce in goleada
solo perché Adriano e qualche altro hanno
avuto pietà dell'Empoli. Finisce 2-0 e passaggio
del turno in tasca. Pure Cagni si è detto
contento. Figurarsi io. Ultimamente nn mi
sta più simpatico nemmeno questo tizio.
Tra campionato e coppa nn hanno fatto un
tiro in porta ma lui ha detto che l'Empoli
ha fatto il suo e meritava di più. Se nn
fosse che la mamma di Cagni è di Colere
l'avrei gia proposto per la lapidazione.
Nn capisco comunque come un uomo di
così nobili natali possa sparare stronzate
del genere. Avrà preso dal babbo bresciano.
Lascio passare anche questa ma soprattutto
lascio Fabio a masterizzare e volo al lavoro.
Nn ho altro da fare che, "seduto in
riva al fiume", aspettare che arrivi
sabato.
E sabato arrivò. Mi sveglio presto.
Adrenalina da trasferta subito in circolo
e mille commissioni da fare prima di partire.
Mangio un boccone sistemo lo zaino e parto.
E' una splendida giornata. Clima mite. Temperatura
gradevole. Finestrino abbassato. A Gennaio!.
Sigarettina. Nicola e il Baffo recuperati
e siamo al Mirage in perfetto orario. Fabio
spacca il secondo. Subito gli faccio gli
auguri di buon compleanno per poi scoprire
che li farà solo martedi. Pazienza anche
se sono un po' in anticipo. Se stasse perdiamo,
martedi sarò così depresso da nn riuscire
nemmeno a sollevare la cornetta del telefono.
Trasferiamo le birre sulla mia macchina
e via che partiamo. Nn abbiamo un grande
quantitativo ma il giusto per carburare
prima di vedere Torino. Siamo in mezzo a
piccoli incolonnamenti creati da chi passerà
un entusiasmante sabato nei centri commerciali
ma raggiungiamo Bergamo e il "Cristal
Palace" per raccattare Mauri.Il Signore della bassa. Spengo la macchina
per nn contribuire all'emissione di gas
venefici. Arriva Mauri. Sale. Accendo. La
macchina nn parte più!. Impossibile!. Niente
da fare. Nn parte. Ma porca mucca, un gioiello
di siffatta tecnologia avanzata nn parte?.
Assurdo. Niente. Trasferiamo i nostri averi
e le nostre persone sulla macchina di Mauri.
C'è l'Inter da andare a vedere. Rimandiamo
il problema auto ferma a quando rientreremo
stanotte. Lasciandola lì a meditare forse
si sistema. O forse è solo stanca.
Essendo
partiti in largo anticipo sull'orario del
ritrovo arriviamo a Sesto che è ancora un
po' presto. Ci raggiunge anche Silvano disceso
dalla scoscesa Valle Imagna. Ci fiondiamo
al bar e cominciamo a cazzeggiare. Mancano
ancora due ore alla partenza del treno.
Intanto il popolo nerazzurro comincia ad
affluire. Oggi saremo in tanti. Facciamo
scorrere il tempo parlottando un po' con
tutti. Poi si distribuiscono i biglietti
del treno e dello stadio e finalmente cominciamo
a salire sul treno. Perquise nn particolarmente
snervanti ma pulotti sempre con qualcosa
da dire. Aspetto Baffo che è rimasto indietro
e mi accingo a fargli da balia per tutto
il giorno visto anche che il "Gioiello
di casa Savoldelli" è alla prima trasferta
con la Nord. Oggi seguendo la via ferrata
si và a Torino. Torino l'ignobile. Torino
la Puttana. Nel cuore dell'impero del male.
Quando penso a tutti i mali che son partiti
da quella città mi viene male. L'unificazione
d'Italia. I Savoia. Gli Agnelli. Moggi e
Girando. Dai cazzo! Bisognerebbe raderla
al suolo, tipo una Santa Crociata, altro
che vedere una partita. Intanto siam partiti
ed io nn me ne ero nemmeno accorto. Il viaggio
sarà corto e nn si prevedono disagi di sorta.
A parte che, appena viene buio, si spengono
le luci e nn vedremo più niente fino all'arrivo.
Fuori c'è una nebbia spaventosa e noi al
buio sembriamo dei fantasmi su un pezzo
di lamiera. Nn si vede assolutamente niente.
Tra una birretta e l'altra intreccio un
fitto chiacchiericcio con Stella e Michela.
Loro pazientemente sopportano ma io sono
scusato perché nn vedevo quello che dicevo.
Si sparge la voce che i gobbi son caduti
a Mantova. Ottimo. Mezza città sarà in lutto.
L'altra metà nn deve far altro che aspettare
la fine della partita di stasse. A meno
di tragedie impensabili matiamo il Toro
ed entriamo nella storia. Intanto il treno
entra in un tunnel. Quando sbuchiamo siamo
in mezzo a Torino e dopo un paio di minuti
arriviamo alla stazione del Lingotto. Nebbia
imperterrita e freddo cane. Se salta la
partita mi immolo facendomi esplodere dentro
la Mole Antonelliana. Saliamo sui bus intruppati
come pecore e in cinque minuti siamo alla
stadio. Tornelli da decreto Pisanu e siamo
nel settore ospiti. Sorpresona. Lo stadio
è piccolo ma veramente bello. Anche dal
nostro spicchio si vede bene senza le solite
reti o i soliti vetri unci che di solito
caratterizzano tutti i settori ospiti. Sono
entusiasta. E ovviamente compio l'errore
di bere la birra che Fabio ha comperato
al baretto. Nn solo è analcolica ma ti lascia
un retrogusto di paglia e fieno da vomito.
La finisco solo per vincere una scommessa
con me stesso. Settore che pian pianino
si riempie come una gallina e squadra in
campo per il riscaldamento. Alziamo subito
i toni. Per far sapere che ci siamo e anche
per riscaldarci un po'. Cori per ogni giocatore,
per la squadra e insulti al Toro. Bene siamo
belli carichi. Vola il tempo. Squadre in
campo. Noi suntuosa coreografia che vi invito
a vedere in foto perché ero sotto il telo
grande e nn ho visto un emerito biiiippp.
Si parte. Cogliamo anche questa battaglia
e con essa la storia. Dai raga!. Squadre
compassate. Toro timoroso e tutto dietro
per poi pungere in contropiede. Teniamo
palla ma sbagliamo tanto. Soprattutto Vibra.
Nn è da lui. Figo già in Baraihn. Imperatore
bello tonico invece. In mezzo recuperiamo
bene. Dietro nn rischiamo niente come al
solito. Palla ai nostri. Viera accenna a
Maicon di salire. Lo serve. Il laterale
punta il suo dirimpettaio poi crossa. Palla
in area. Tesa. Buono. Fuori tempo Di Loreto.
Adri dietro. Libero. La gira de capoccia.
Abbiati in ginocchio la guarda entrare.
Gol. GOOOOOLLLLLL!!! GOOOOOLLLLL!!!! DAJE
IMPERATORE. Siamo in vantaggio nella città
più nemica al mondo. Comincio a vedere gente
che cade. I seggiolini dello stadio modello
cinema sono un impiccio. Praticamente per
un minuto nn facciamo che inciampare e ci
sosteniamo a vicenda. Dispenso abbracci
a tutti. Si mette bene. La storia ci vuole.
E noi andremo nella storia. Per il Toro
è una botta. Provano a venire avanti ma
il loro piano di battaglia è bello che saltato.
Adesso anche Vibra si è sciolto. Tacco volante.
Liscio di Maicon. Accorre L'uomo di Ebano.
Botta di collo. Abbiati con i pugni. Maramaldeggiamo.
Vibra via veloce sulla destra. Semina il
difensore. Rasoterra in mezzo. Adriano.
Destro inguardabile. Il Toro è rintanato
nella stalla. Fugge il primo tempo. Bene,
bene, bene. Ma va chiusa subito nel secondo.
Proviamo a sederci per ricaricare le energie
ma è impossibile per il freddo e l'umidità.
Qualche sms con chi è rimasto a vederla
al bar e squadre gia pronte per il secondo.
Adesso ho una sola cosa da fare. Mangiare
la brioscina scaramantica. Sfoglia e crema
alla nocciola dalle sapienti mani di Matilde
Vicenzi. In settimana rischiando la mia
incolumità sono sbucato alle Fiorine sotto
casa di Clau per ritirarla. Una toccata
e fuga per nn forzare troppo la mano del
destino. Io non credo a queste cose ma dopo
la partita con l'Atalanta dove abbiamo pareggiato
mentre la stavo mangiando ho cominciato
a ricredermi. Secondo tempo. Toro avanti.
Giocano in casa e devono almeno provarci.
Nn riescono ad entrare in area. Prova Fiore
da fuori. A giro. Deviazione di Matrix.
Angolino. Gol. Pari e patta. Fanculo. Lo
stadio esplode. Ovvio. Avrebbero firmato
per il pari tutta la vita sti toreri. Primo
pensiero: la brioscina fuori casa nn funziona.
Secondo pensiero: Clau la Rossa ha provato
ad avvelenarmi perché sento l'amaro in bocca.
Terzo pensiero (l'unico positivo): manca
una vita al triplice. Mi viene in mente
il Foscolo: " All'ombra dei cipressi
o dentro all'urne confortate dal pianto
è forse il sonno della morte men duro?".
Lo stadio muggisce di contentezza. Li vorrei
strozzare uno ad uno. Ci sfottono. Ci innervosiamo.
Partono robe fra un settore e l'altro. Adesso
tocca alla squadra ma son sicuro nn ci deluderanno.
Battiamo il mezzo. Un triangolo Maicon-Figo.
Palla nel centro a Stankovic. Lancio lungo
di prima verso Vibra. In area. La copre.
Girata di collo. Palla che si impenna. Volo
di Abbiati. Inutile. Incrocio dalla parte
opposta proprio sotto il nostro settore.
GOOOOOLLLL !!!! GOOOOLLLLL !!!! GOOOOOOOOOOOOOLLLLLLL!!!!!!
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
OOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Il settore ha un movimento sussultorio.
Urliamo di rabbia e di gioia. Adesso siamo
uno sopra l'altro. VIBRA DI DIO!!!!. Da
queste pagine mi sono già sperticato in
lodi in quantità industriali per lo svedese
ma oggi me ne sono innamorato. Nella partita
meno lucente ha tirato fuori la perla più
bella. A Torino poi. Rosicate gobbi. Un
opera d'arte. La Gioconda. L'urlo di Munch.
Guernica di Picasso. Tutti i paesaggi di
Monet. I fiori di Van Gogh. La Bellucci
nuda. Kate Moss strafatta. I giardini pensili
di Babilonia. La Sfinge e la Piramide di
Cheope. Il colosso di Rodi. La biblioteca
di Alessandria. Il Colosseo. Notre Dame
e il Duomo con la Madonnina. Come godo!.
Il Toro è alla canna del gas. Sono consapevoli
che è finita. MANIFESTA SUPERIORITA' DELL'AVVERSARIO.
Stadio muto e moribondo. Attacchiamo ancora.
Adri elude il fuorigioco. E' solo. Piattone
angolato ma un po' lento. Abbiati con la
zampa. Facciamogli il tre e poi ci scateniamo
in un orgia che nn si vedeva dai tempi di
Locullo. Loro sono spariti dal campo. Viera
pallonetto per Adri. Libero. Solo davanti
ad Abbiati. Abbattuto. Rigore netto portiere
in rosso. A casa presto stasse. Matrix sinistro
angolato. Taibi allungato come un verme
ma inutile. GOOOOOLLLL!!!! GOOOOOOLLLL!!!!!
GOOOOLLLLLL!!!!!. Sento qualcuno che mi
chiama. Mi giro. E' la "STORIA".
Mi lascio cadere fra le sue braccia. Sono
nella "STORIA". Che bello!. LA
FELICITA' E' POSSIBILE ANCHE SOTTO IL CIELO
DI TORINO. Ci lasciamo andare ad ogni genere
di canti. I canti della vittoria. "Salutate
la capolista", "la capolista se
ne va", e l'immancabile sfottò "Tutti
a casa ale" che in trasferta ha un sapore
dolcissimo. Triplice fischio. DODICI-VITTORIE-DODICI
DI FILA. RECORD ASSOLUTO E NN E' ANCORA
FINITA. Giocatori sotto di noi e svarionamenti
a raffica. Andiamo via da Torino beati e
contenti. Quasi subito visto che ci tengono
dentro al gelo per un tempo infinito. Ma
chi se ne fotte. Pulmanata come all'arrivo
e treno che riparte per Milano insolitamente
in tempi rapidi. Viaggio d nuovo al buio
e atmosfera che sfocia nella demenzialità
più totale. Vi risparmio i cori che rimbalzavano
da un vagone all'altro. Tenete conto che
siamo andati avanti a cantare per mezz'ora:
"Ci son due coccodrilli e un orangutango,
due piccoli serpenti, un aquila reale…etc
etc", quindi fate voi a che livello
di pazzia siamo arrivati. Il ritorno dura
più del previsto. Forse che la strada era
in salita?. Sesto ci accoglie cupissima
ma ci pensiamo noi a svegliarla con gli
ultimi cori. Salutiamo tutti e partiamo
veloci. L'idea della macchina ferma a Bg comincia
a farsi sentire nella nostra testa. Al primo
autogrill ci fermiamo lo stesso. Dobbiam
rifocillarci per essere in forze per quando
dovremo spingere. Stabiliamo un piano. Io
alla guida. Fabio funge da navigatore. Nicola,
Baffo e Mauri spingono. Nn sono cosi insensibile,
quindi anche Fabio spinge. Bg e il piazzale
del "Cristal Palace" ci accolgono
alle tre di notte. O tre di mattina, fate
voi. L'ora della verità è giunta. Primo
tentativo con le chiavi. Saxo che borbotta
ma nn parte. Si sprecano le ironie. Primo
tentativo a spinta. Nulla. Brividini di
preoccupazione. Secondo tentativo. Peggio
che andar di notte. Terzo. Niente. Panico
totale. Siamo bloccati a BG in piena notte.
Prova Fabio al volante. Il Saxo è dichiarato
ufficialmente morto. Che cazzo facciamo?. Chi possiamo chiamare
a quest'ora?. Sfiga totale. Qualcuno ci
ha fatto una macuba. Pensiamo di rapinare
la banca adiacente al parcheggio per poterci
pagare il pernottamento al "Palace".
Facciamo un ultimo tentativo. Quello della
disperazione. Mai come adesso abbiam bisogno
di un aiuto dall'alto. Siamo bloccati a
Bg. Io mi rifiuto di crederci. Salgo al
volante. Metto nei piedi tutta la sensibilità
di cui sono capace. Con un rombo frastornante
il Saxo si mette in moto. Ce l'abbiamo fatta!.
Ce l'abbiamo fatta!. AVANTI CURVA NORD.
Esplodiamo in un tripudio di gioia paragonabile
a quello sul gol di Vibra. Il posto è sicuramente
pieno di telecamere. Immagino le facce di
chi guarderà le immagini e si troverà cinque
pirlotti che prima spingono una macchina
e poi esultano impazziti. Alle tre di notte!.
Salutiamo e ringraziamo Mauri per tutto
e via veloci verso casa. Nn c'è in giro
anima. Mollo Fabio, Nicola e Baffo alle
loro rispettive dimore e salgo verso casa.
Colere sta riposando. Sono tutti a nanna
tranne Andrew la zampata e la Cri ancora
in giro a far flanella in macchina. Mi fermo.
Due chiacchere poi me ne vado. Sono sedici
ore che sono in giro. Alle quattro varco
la soglia di casa. Il guerriero torna vincitore.
Veloce toilette poi a dormire. Sono stanco
morto ma felice. Credo che basti. Buona
vita gentaglia. Cumportissa be!. Saluto
tutti quelli che erano a Torino. Fabio,
Nicola, Baffo, Mauri e Silvano in primis.
La Curva Nord al seguito e tutti i Pessimi
Elementi. Stella e Michela per la compagnia.
Clau per la merendina e il Buon Dio che
ha fatto partire la macchina. Ringrazio
tutti quelli che quando siamo in trasferta
si fanno sentire con telefonate, squilli
o sms. Nei sabati normali il mio telefono
nn squilla nemmeno se mi accordo con mia
mamma di chiamarmi durante la serata. Al
Web-master che, grazie al suo impegno, abbiamo
una home page da invidia e perché anche
stavolta il mio commento si infrangerà sulla
battigia scaraventato dalle onde del mare
di Internet. A tutti quelli che mi leggeranno
come sempre il ringraziamento più grande.
Alla prossima. Sotto con i Viola senza paura.
Epicuro scriveva: " Alza le vele amico,
e fuggi ogni genere di cultura". Sono
d'accordo a metà ma è una frase che fa figo
per introdurre il "Ripostiglio della
cultura". Sconfortato da tutto quello
che sta succedendo in Italia vi propongo
qualche interessante lettura. "Il mostro"
di Michele Giuttari. Nn solo la descrizione
delle indagini sul mostro di Firenze ma
anche i depistaggi e gli ostacoli da superare
alla ricerca della verità. "Misteri
d'Italia" e "Nuovi misteri d'Italia"
di Carlo Lucarelli. Mafia, trame omicide,
poteri oscuri, insabbiamenti, dalla Strage
di Bologna fino a quella di Ustica. Gli
omicidi eccellenti di Pasolini, Sindona,
Calvi. La banda della uno bianca e i delitti
del mostro, anzi dei mostri di Firenze.
Le indagini di Lucarelli, dalla trasmissione
televisiva "Blu notte", sulla
storia recente del nostro paese. Per fare
un esempio. L'ultimo di una lista vergognosa
e senza fine. Ustica, 81 morti. Colpa di
nessuno. Un paese che rinuncia a ricercare
la verità è un paese che ha rinunciato a
definirsi civile. "La verità è intoccabile".
P.S. Se siete arrivati fino a questo punto,
miei cari lettori, ho un favore da chiedervi.
In settimana tempestate di sms Fabio. Dobbiamo
cercare di convincerlo ad invitare anche
delle ragazze alla grigliata che facciamo
sabato a casa sua. Conto su di voi. Gli
sms poi ovviamente vi verranno rimborsati.
Nn so da chi ma ci stò pensando. CIAOOOOOOO
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