A volte il più lungo dei
viaggi è la distanza fra due persone.
E’
difficile raccontare un dolore. E’ un fardello che ci si porta dentro. Una ruga
che segna la vita, incurva le spalle e toglie un po’ di luce agli occhi. E
vabbùo l’è ndacia 'sse. Come diceva un vecchio successo di qualche secolo fa:
“Diciassette ragazze per me posson bastareee…” Poi nn c’è l’ho più fatta. La
foto che vedete sopra testimonia in piccola parte le tizie con cui ho dovuto
copulare. Una alla volta ovviamente. Una per ogni vittoria della squadra in
questa fantastica cavalcata in cui abbiamo frantumato ogni possibile record.
Sono qua, steso sul letto, ridotto come una pelle di stracchino. Ogni giuntura,
muscolo e fibra del mio corpo urlano di dolore e spossatezza. Ho il membro in
fiamme avvolto in un impacco di ghiaccio ed erbe antinfiammatorie. Nn ho
nemmeno la forza di scrivere. Sto dettando questo commento, nei pochi spazi di
lucidità che la febbre mi concede, alla mia segretaria che ho liberata da sotto
la scrivania. Mi sento come un vecchio che in punto di morte ripercorre i
momenti belli della vita. Socchiude gli occhi e vede passare immagini sfocate
ma rese lucide dal ricordo. Increspa la bocca in un sorriso beffardo e pensa a
quanto si è divertito. Ma come ogni cosa, anche la più bella del mondo, deve
avere una fine. Questo permette di assaporare (e vi garantisco che ho
assaporato) ogni dettaglio, ogni pertugio, ogni sfumatura, ogni sapore. E’
stata una lunga striscia di vittorie centrata sull’ambiguità fra due peccati
deliziosi: l’eros e la gola. Il letto e la cucina. L’orgasmo e la scorpacciata.
Donna Beatrice e Monica Lewinsky.
Più passano le giornate di campionato più
questa squadra mi possiede. Mi imbriglia come le cordicelle che bloccavano
Gulliver. Tutto questo fa molto “Via col vento”. Se i Confederati del sud
avessero dovuto scegliere un’altra bandiera, avrebbero innalzato quella
nerazzurra. L’unica romantica quanto la loro epopea. Margaret Mitchell nn l’ha
scritto a chiare lettere, ma Rossella O’Hara tifava Inter. Per questo era
sicura che “Domani è un altro giorno”. Adesso siamo seccati perché la serie si
è interrotta in casa e contro una squadra mediocre. Fra qualche tempo capiremo
cosa abbiamo fatto veramente. Una corsa stupenda e irripetibile, disseminata di
splendide gioie come il Derby e tutte le vittorie fuori casa, la rimonta a San
Siro contro la Dea e i Viola, la vittoria a Chievo con la Nord a guardare un
muro, i baci, le urla e gli abbracci che hanno per DICIASSETTE VOLTE DI FILA
reso le nostre domeniche, sabati, mercoledì allo stadio o davanti alla tele
INDIMENTICABILI. Grazie Raga vi vogliamo bene, nn traditeci, c’è ancora molto
da fare e possibilmente molto da vincere. Noi come sempre saremo al vostro
fianco convinti che l’Inter nn è un mestiere, ma una questione di adesione
totale, di fede incrollabile e perché no anche di divertimento genuino.
E venne
il tempo della quaresima. Dopo avere degnamente festeggiato la festa dedicata a
Ronaldo, il martedì “Grasso”, è tempo di espiare un po’ di peccati e di
lanciarsi in fioretti. Tipo nn fumare, bere o lasciarsi trascinare in
lussuriose esperienze carnali. Per le prime due è durissima, per la terza nn
avevo bisogno che venisse quaresima. Basta solo ricordare che, come diceva
Baudelaire, il massimo dell’erotismo è l’astinenza. Poi lui si faceva di
assenzio da mattina a sera e nn sapeva più neanche dove era, quindi figuriamoci
se aveva tempo di pensare alle delizie del sesso.
Governo Prodi che barcolla
perché mancano i voti di Scalfaro a casa con la febbre e di Santa Rita Montalcini
a Dubai ad ascoltare Carreras. Che tristezza. Siamo nelle mani di nessuno.
Neanche sulla politica estera si smentiscono. La situazione rischia di
somigliare al patetico scenario del “Giardino dei ciliegi”, dove Cechov
immagina che la Ranjevskaja offra un ballo proprio mentre mette in vendita i
suoi beni per pagare i troppi debiti. Ma facciano quel cazzo che gli pare. A me
nn mi rappresentano di certo. Perché poi, a ben pensarci la cosa più grave del
“mercoledì delle ceneri” è stato nn essere riusciti a digerire la “paella” del
Valencia. Il piatto di per sé è gia pesantino di suo, se poi ci aggiungiamo
qualche ettolitro di sangria la frittata è bella che fatta. Peccato perché nel
primo tempo abbiam giocato alla grande dove le occasioni da gol sono fioccate
ma alla fine l’unico piglio prima del riposo è stato il tap-in di Cambiasso peraltro in fuorigioco. Nel secondo causa un po’ di calo fisico, un portiere
balbettante e un Valencia sugli scudi il triplice fischio ci ha trovati
intruppati in un due a due rognosissimo. Adesso bisogna andare a vincere là. E
noi vinceremo. L’ha detto il Mancio dandosi un aggiustatina al ciuffo. E io gli
credo anche se nn posso aggiustarmi nessun ciuffo. L’Inter Club Clusone schiererà al
“Mestalla” la Scandella Family al completo. Speriamo che tornino gaudenti.
Scherzi a parte, sarà dura. Purtroppo gli infortuni di Cambiasso e Viera (fuori
entrambi anche per il Derby) complicano un po’ i piani, anche perché prima del
ritorno bisogna giocare tre partite di campionato in una settimana. Era
l’occasione per fare un po’ di turnover e invece lì in mezzo ci siam trovati
con gli uomini contati. Bando alle ciance, squadra e tifoseria compatte e
VINCIAMOLE TUTTE. Potessimo contare anche sul “Viados Risorto” in perfetta
forma mi sentirei un tantino più tranquillo. 'Sto fetente. A me nn me ne frega
un cazzo se lui vuole andare in discoteca quando ha la serata libera. Se poi
però per i due giorni successivi ha la nausea, suda freddo e nn riesce ad
allenarsi perché è ancora in pieno doposbornia questo francamente è
inaccettabile. BEVI DI MENO!!!. Altrimenti fuori dalle palle perché poi sono
solo polemiche e alla fine di tutto il calciatore manco gioca. Svegliati
brasiliano perché me sa che sta suonando la tua di “campana” stavolta. L’unica
soddisfazione è stato vedere il suo “grasso” compagno di merende che domenica
sera si trascinava per il campo a corto di fiato e con un sudorazione da fare
invidia a quella di Fabio nel dopo Siena. Oltretutto 'sto pareggio ha creato un
tam-tam mediatico e un passaparola, che ha ringalluzzito gobbi e lerci subito
pronti a dire che il campionato è troppo facile ma in Europa è tutta un'altra
storia. A parte il fatto che chi ci considera già eliminati dalla coppa poi
dovrà forse ricredersi. Ma nn è questo il punto. Parla chi sta giocando in B
contro Crotone e Frosinone e quando ha “vinto” l’aveva fatto rubando, e ha una
storia in Europa di tonfi colossali. Parla chi dopo i proclami estivi di
rimonta sta a meno trenta e annaspa per giocare i preliminari. Parla chi si è lamentato
con la formula della champions perchè l’urna gli aveva dato in sorte il Barça.
Parla chi ancora adesso dopo la notte di gloria (dei Reds) ad Istanbul nn ha
più vinto un cazzo e manco c’è andato vicino. Manca solo che si metta a parlare
anche il gatto di Maela e poi abbiamo sentito tutti. “I GA PURA” STI
ROSICONI. Sono lì incazzati neri e nn se ne fanno una ragione di vederci
vincere. Finiti i tempi belli dell’Inter sfigata e sconfitta che a forza di
perdere era diventata un fenomeno sociologico, un concetto filosofico, una
categoria del pensiero. Dei suoi tifosi sbeffeggiati e compatiti. Adesso si
sono accorti che anche l’unica certezza calcistica che avevano si sta
sgretolando e nn c’è Roma che possa metterci i bastoni fra le ruote. Hanno
paura e questo mi trasmette una sensazione di euforia pazzesca. E’ musica per
le mie orecchie. Miele che scende in gola. Ossigeno nel sangue. Prozac nel
cervello.
Essere interisti oggi ricorda un po’ i Troiani contro i Greci nei
nostri libri di scuola o gli indiani contro i cowboys nei film della nostra
infanzia. Essere interisti vuol dire provare a riscrivere la storia in modo
diverso, come moderni cavalieri Jedi contro l’impero rossobianconero di Guerre
Stellari. Resta un fatto però: nessuna squadra e nessuna passione sportiva è
così folle e al tempo stesso così forte da rinascere ogni volta. E’ in questo
clima da stagione fallimentare che domenica traslochiamo sul neutro di Cesena
per giocarci la permanenza in serie A. Sembra un paradosso ma leggendo i
giornali e guardando le televisioni, uno che viene da Marte, è convinto che la
partita con il Catania sia lo spartiacque per salvare la stagione. Purtroppo
vinciamo solo CINQUE A DUE. E se nn fosse stato per Giulio Cesareo e il
Colombiano sotto effetto strisce nn beccavamo neanche le due
perette. Ovviamente a partita mai in bilico. Solo di quello hanno parlato, con
il rigoroso contorno dell’ennesima bufera sul caso Adriano. “Piatto ricco mi ci
ficco”. I meriti di avere vinto senza mezza squadra di titolari, giocatori
fuori posizione, panchinari che corrono e segnano, bel gioco, nessuna scoria
del dopo Valencia sono passati totalmente sotto silenzio ricoperti dal letame
della polemica e del giochetto destabilizzante con cui stanno provando ad
importunarci. BISOGNA CHIUDERE GLI STUDI TELEVISIVI E LE TRIBUNE STAMPA DEGLI
STADI. Terroristi infami della peggior specie. Hezbollah che usano la penna e
le telecamere come armi di disinformazione di massa fottendosene della cronaca,
ma creando teatrini dove la polemica e i toni drammatici sono l’unica strategia
della tensione di cui sono capaci. Bisognerebbe deportarli tutti su Al-jazeera.
Li odio nella maniera più profonda e più pura.
Parlottando e cazzeggiando si è
fatto anche Mercoledì. Turno “Infra” come da calendario. Tutti alle quindici
ancora per nn abbassare la tensione dopo gli eventi tragici di Catania tranne
Inter-Friulani Inutili che si gioca in notturna. Tempo tre settimane e San Siro
sembra ritornato il posto più sicuro del mondo per vedere una partita. Più
sicuro di Alcatraz o del “Miglio Verde” delle carceri di massima sicurezza
americane. Solita barzelletta italica di cui nn vale neanche la pena parlarne.
L’appuntamento per tutti è rigorosamente alle sedici al piazzale del “Sole”.
Lumo i presenti. Tutta l’anima della Carboneria è assente. Dome e Andrew
bloccati sui cantieri della metropoli. Paolino bloccato a casa dalla febbre.
Pazziante Marco e Cavallona che da lunedì li stanno cercando a “Chi l’ha
visto”. Sono solo. Oggi starò sulla difensiva. Mi barricherò in un sedile e
fingerò di dormire. Di contro grazie ad una oculata gestione degli abbonamenti
abbiamo riempito il mezzo di pulzelle. Gradevoli da vedere, per niente da
sopportare. Sembra di stare in un pollaio. O volendo essere buoni in un Harem. A
me sembra più un bordello mobile in cui mancano solo le tariffe delle
prestazioni. Ma di che stupirsi. Gli abbonamenti li ha gestiti Fabio.
Ovviamente poi lui se ne è andato in macchina lasciandomi solo a districarmi
fra Oche in assorbente esterno, bugiarde patentate, signore della chiacchera
senza senso, portatrici infette di luoghi comuni, torbide professioniste del
doppio gioco, affabulatrici dei sensi. Spicca per meriti di eccellenza Clau la
rossa. E’ riuscita a liberarsi dalle grinfie del suo capo (persona degnissima
che saluto calorosamente) e si presenta sola. Oggi nn è scortata dal fighetto
rigorosamente griffato, pronto per la discoteca o l’happy hour. Oggi nn corre
il rischio di scambiare i gradoni della Nord per il balcone di Giulietta e
Romeo. Oggi eccola ritornata algida ed altera Regina delle Nevi ammantata di
rosso. Tanto buona ma più furba di una zingara. Il viaggio è abbastanza soft e
soporifero. Le partite Infra sono una rottura. Belle perché spaccano la
settimana, ma stancanti anche per il fatto che sono tutti stanchi e scoglionati
dal lavoro. Reggono solo quelli come me, aperti di mente, dal cuore generoso,
infaticabili costruttori di verità estete, quelli che hanno in fronte il terzo
occhio per vedere e sentire refoli ed immagini di lussureggianti conoscenze,
scalinate ed ascese verso la dimora della saggezza, esploratori instancabili di
Nirvana, pronti a cogliere i frutti maturi della filosofia, precursori
dell’animo nobile e generoso, coloro che il vento contrario di tempesta è
stimolo e soglia verso nuove mete e nuovi orizzonti, depositari della verità,
dignitari della corte della giustizia assoluta, irreprensibili nella morale,
impettiti nella forma e nella sostanza, esempi e maestri di coerenza.
Il
viaggio terreno verso MI prosegue mentre discuto voluttuosamente con ogni
pulzella di ambiguità sessuali, colori delle razze e varie impurità delle
persone. Mi dileggo a spiegare come si possa scindere un atomo anche solo con
l’utilizzo di un frullatore. Spiego come si possa creare un energia alternativa
utilizzando lo spostamento d’aria creato dall’esplosione dei chicchi di grano
utilizzati per fare il pop-corn. Bramano di sete di conoscenza e pendono dalle
mie labbra. Arriviamo in loco che sono aggrappate alle mie vesti, vogliono
nutrirsi dell’aura che mi circonda per risplendere anch’esse nella luce. Le
porto al Mc’Donald dove posso continuare la mia lezione. Fra un caffè e una
Coca (nuova medicina alternativa contro il mal di stomaco e la nausea, secondo
il vangelo di Maela. Ma perché le donne nn sono tutte come Maela? A già,
dimenticavo l’evoluzione della specie.) le vedo illuminarsi intorbidite
dall’infusione di saggi consigli e grate di avere appreso i primi rudimenti
verso un emancipazione dell’anima che le renderà più nobili e rispettate, nn
più meri oggetti di divertimento sessuale ma portatrici di speranza e
rettitudine. Francamente adesso andare a vedere la partita diventa anche
avvilente. Loro nn ne voglioso sapere. Le stimolo invitandole a ricercare anche
nelle cose più futili un disegno, o la tappa di un percorso che porta alla
meta, al traguardo, all’arrivo di risultati di più alto lignaggio.
Dopo le
solite rigorose perquise, in cui i pulotti nulla si lasciano sfuggire tranne i
tappi, gli accendini ed i cavatappi, entriamo nello stadio che mancano ancora
due ore alla partita. Il Meazza è deserto e rimbombano anche i sussurri. Come
ho fatto ad arrivare all’inizio dell’incontro in mezzo a queste cavalle da
monta è ancora un mistero. E’ stata una prova di dura pazienza, una coercizione
della buona volontà, un sacrificio di speranza e una penitenza da superare. Mi
distrae un attimo l’arrivo di Fabio. E’ schiantato dal lavoro e sembra più
snaturato del solito. Stabiliamo il programma per sabato sera. Cena a casa del
Vecchio Marco visto che nn ha la moglie fra i piedi e poi via liberi nella
notte, giovani e splendidi come nelle pubblicità di Calvin Kline o Dolce e
Gabbana. Parliamo un po’ di calcio e del fatto che nel pome la Roma abbia
impattato in quel di Chievo e il Bilan sia stato trascinato da Ronaldo in uno
scoppiettante zero a zero in terra Sicula. Ormai anche il nostro match è
iniziato. Schieriamo una formazione abbastanza fantasiosa. Più che altro il
Mancio ha buttato dentro quelli che ci sono. Li nel mezzo mancano praticamente
tutti i titolari. Viera e Cambiasso infortunati. Il serbo fuori per squalifica
e Dacourt nn l’ha rischiato perché nn ancora a posto. Davanti alla difesa ci
siamo inventati l’uomo buono per tutte le occasioni: Nicolas Burdisso che alla
lunga svolgerà anche egregiamente il suo compito. Supportato dal Capitano, da
Solari e da Figo a chiudere il rombo. Questa è emergenza pura. Almeno
all’inizio la partita nn decolla quasi mai. Loro saggiamente sacrificano tutta
la parte offensiva per schierarsi a protezione del loro portiere. Le emozioni
sono poche anche se blandamente teniamo il pallino e proviamo a creargli
qualche pericolo. L’unica azione degna di nota è un numero di Ibra che vola via
il suo marcatore. Serve il Risorto. Il brasiliano canna lo stop. Anche il difensore
dell’Udinese cicca. Rapido il Risorto lo brucia. Sinistro d’esterno in corsa.
Alto a salutar le stelle. Ci proviamo ancora buttando in area qualche cross su
punizione o calcio d’angolo ma sono buffetti per De Sanctis. Niente, sembra
proprio che le due squadre quasi si accontentino del pari. L’Udinese è
disperata e ha bisogno di punti per dare un senso “europeo” al suo campionato,
noi male che vada rimaniamo a più quattordici con una partita in meno al
traguardo. Un piccolo gruppetto dei nostri comincia a sbeffeggiare Grosso con
coretti goliardici invitandolo a buttarsi in un fosso. Mi ribello prontamente.
Fabio Grosso nn si discute, è alto, è bello. Fabio Grosso è un bravo padre di
famiglia. Fabio Grosso adotta i cani randagi. Fabio Grosso nn alza mai la voce
e mai neanche il pallone. Fabio Grosso guarda le farfalle e si commuove. Fabio
Grosso nn tradirebbe mai sua moglie. Fabio ti do dieci, ma noi volevamo un
terzino che facesse i cross, il calciatore visto ai mondiali, nn una specie di
Padre Pio in odor di santità. Svegliati INUTILE uomo. E domani mattina a
lezione di traversoni da Maxwell accompagnato dai genitori. Fine del primo atto
e intervallo che ci trova a sbavare sul book fotografico che Silvia ha portato
da farci vedere. Che figona questa. Le salterei addosso anche mentre fa pipì.
Ci racconta che il book era per una pubblicità di assorbenti di ultima
generazione. Dopo averli utilizzati nel loro scopo principe grazie ad un
processo chimico di trasformazione si possono riutilizzare per fare delle ottime
tisane. Tisane che andranno via come il pane in Transilvania o in quei posti
dove bazzicano ancora discendenti del Principe Dracula.
Ormoni a mille e via
con il secondo tempo. Ci vorrebbe una scossa, un qualcosa per ravvivare la
partita. Udinese che batte un angolo. Mischia generale e pallone che nn esce
dall’area. Carambola su Obodo che lo controlla in una qualche maniera e poi lo
rovescia. Sono tutti immobili. Gol. Come gol? Impossibile. Come ha fatto? Nn ci
credo. Nn era questa la scossa che intendevo. Siamo sotto ancora una volta.
Adesso bisogna reagire. La Curva nn si smentisce e parte in quarta. Di sicuro
adesso la partita sarà più vera. Forza raga regalateci l’ennesima rimonta. Nn
mi scompongo più di tanto ma ho la sensazione che manchi qualcosa. Che un
fondamentale passaggio sia stato saltato. La BRIOSCINA SCARAMANTICA. Mi sono
scordato la brioscinaaaaa. Clau la rossa dove era con la testa? A Bossico?.
Gravissima dimenticanza. Rimedio all’errore commesso e mentre sto ingurgitando
l’alchemico intruglio di sfoglia e crema alla nocciola Grosso è solo davanti
alla porta. A due metri. Carica il destro. Botta a colpo sicuro. Respinto. E te
pareva, 'sto sfigat. Adesso siamo incazzati. Hanno svegliato il cane che
sonnecchiava. Fioccano angoli. Mischie paurose ed ogni volta uno dei loro cade
per terra come morto. Quella merda di De Sanctis tira in piedi un teatrino di
manfrine e perdite di tempo degne delle peggiori sceneggiate napoletane in
stile “O zappatore”. 'Sto bastardo. Quest’anno è una papera dietro l’altra e io
lo so di preciso visto che l’ho preso al fantacalcio e sono ultimo. E’
veramente irritante. Adesso voglio vincere anche solo per l’odio che provo per
lui. Fuori Solari per una gomitata ovviamente nn vista e dentro Yo-yo Maxwell.
Palla in profondità. Elude il suo marcatore. Mettila bene yo-yo ti prego. Cross
come una saetta. Sorvola l’area. Dal nulla sbuca VALDANITO. Crapata e De Sanctis
fulminato. GOOOOOOOLLLLLL, GOOOOOOOOOOLLLLLLL, GOOOOOOOOOOLLLLLLLLL. Vamos
Valdanito, vamos Brioscina, vamos Curva Nord, vamos tutti giù per terra. DAI
RAGA CHE ‘MPORTA A CA’ PO A CHESTA. Assaltiamoli, bruciamoli vivi,
scortichiamoli. Mille palloni in area e ogni volta succede di tutto. Spinte,
strattonate, e il Gabibbo fischia sempre contro. Ingiustificabile l’arbitro di
oggi. Liberiamo al tiro per due volte Figo e il Capitano ma i tiri si perdono
fra le braccia dell’infame. L’Udinese si barrica, cambi perdi tempo e nn
riusciamo a ribaltarla. Veloce vola via il tempo. E’ pari me lo sento.
Ultimissimo secondo. Cross lungo di Maicon. Ibra si alza. Oddio. Buttala sul
secondo palo che va dentro. Ti scongiuro. Centrale e innocua. Vaffanculo.
Triplice fischio e fine della serie. Applaudo e son contento lo stesso. Il
divario dalla Roma è immutato. Rimane un po’ di amarezza ma ho apprezzato la
voglia della squadra di nn arrendersi sia alla pigrizia, allo svantaggio, sia
all’oggettivo calcolo che anche un pari oggi stava più che bene.
Usciamo
immediatamente e con Clau volo in un forno a recuperare un po’ di cibo. Il
pulman si riempie velocemente e visto che sembra che nn manchi nessuno ci si
riavvia per tornare in Valle. Il viaggio è penoso per lavori in tangenziale.
Nessuno che mi caga e nn vedo l’ora di arrivare a Clusone anche perché poi mi
aspettano al lavoro. Bene così. Adesso ci aspetta una settimana di Passione
vera. Sabato a Livorno, poi nel catino del “Mestalla” e infine il Derby. Siamo
in emergenza di calciatori ma nn di uomini. FORZA RAGAZZI. Vorrei intrattenervi
ulteriormente e instillare nelle vostre menti, il tarlo del dubbio, che senza
di me sareste una barca alla deriva col timone fuori uso, ma ho uno yogurt che
mi sta scadendo e quindi debbo andare a consumarlo prima che sopra gli si crei
quella muffettina che tanto lo insaporisce. BUONA VITA RAGA…CUMPORTISSA BE.
Saluto tutti quelli che mi conoscono e che mi vogliono bene. In particolare
Clau la rossa, Maela, Moni, Ele, Selene e Silvia. Oggi mie “gheise” personali.
Buon viaggio alla Scandella Family e che tornino vincitori, o almeno
qualificati. Chi leggerà anche stavolta e tutti quelli che hanno l’Inter nel
cuore. Chiudo ringraziando calorosamente di cuore il Ministro Amato, la
Ministra Meandri e il dottor Pancalli. Grazie davvero. Grazie perché con i
vostri decreti e il vostro incostituzionale giro di vite sabato nn potrò andare
a Livorno a vedere la partita. Dormo più sereno sapendo che ci siete voi che
vigilate sulla mia incolumità. Dato che ci sono ringrazio anche il Senatore
Follini. E lo saluto con le parole di Wiston Churchill: “Sei l’unico ratto che
sale su una nave che sta affondando”.
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