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STOP

dopo

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per scrivere a Luigi : luigibettineschi@interclubclusone.it


 A volte il più lungo dei viaggi è la distanza fra due persone.

E’ difficile raccontare un dolore. E’ un fardello che ci si porta dentro. Una ruga che segna la vita, incurva le spalle e toglie un po’ di luce agli occhi. E vabbùo l’è ndacia 'sse. Come diceva un vecchio successo di qualche secolo fa: “Diciassette ragazze per me posson bastareee…” Poi nn c’è l’ho più fatta. La foto che vedete sopra testimonia in piccola parte le tizie con cui ho dovuto copulare. Una alla volta ovviamente. Una per ogni vittoria della squadra in questa fantastica cavalcata in cui abbiamo frantumato ogni possibile record. Sono qua, steso sul letto, ridotto come una pelle di stracchino. Ogni giuntura, muscolo e fibra del mio corpo urlano di dolore e spossatezza. Ho il membro in fiamme avvolto in un impacco di ghiaccio ed erbe antinfiammatorie. Nn ho nemmeno la forza di scrivere. Sto dettando questo commento, nei pochi spazi di lucidità che la febbre mi concede, alla mia segretaria che ho liberata da sotto la scrivania. Mi sento come un vecchio che in punto di morte ripercorre i momenti belli della vita. Socchiude gli occhi e vede passare immagini sfocate ma rese lucide dal ricordo. Increspa la bocca in un sorriso beffardo e pensa a quanto si è divertito. Ma come ogni cosa, anche la più bella del mondo, deve avere una fine. Questo permette di assaporare (e vi garantisco che ho assaporato) ogni dettaglio, ogni pertugio, ogni sfumatura, ogni sapore. E’ stata una lunga striscia di vittorie centrata sull’ambiguità fra due peccati deliziosi: l’eros e la gola. Il letto e la cucina. L’orgasmo e la scorpacciata. Donna Beatrice e Monica Lewinsky.

Più passano le giornate di campionato più questa squadra mi possiede. Mi imbriglia come le cordicelle che bloccavano Gulliver. Tutto questo fa molto “Via col vento”. Se i Confederati del sud avessero dovuto scegliere un’altra bandiera, avrebbero innalzato quella nerazzurra. L’unica romantica quanto la loro epopea. Margaret Mitchell nn l’ha scritto a chiare lettere, ma Rossella O’Hara tifava Inter. Per questo era sicura che “Domani è un altro giorno”. Adesso siamo seccati perché la serie si è interrotta in casa e contro una squadra mediocre. Fra qualche tempo capiremo cosa abbiamo fatto veramente. Una corsa stupenda e irripetibile, disseminata di splendide gioie come il Derby e tutte le vittorie fuori casa, la rimonta a San Siro contro la Dea e i Viola, la vittoria a Chievo con la Nord a guardare un muro, i baci, le urla e gli abbracci che hanno per DICIASSETTE VOLTE DI FILA reso le nostre domeniche, sabati, mercoledì allo stadio o davanti alla tele INDIMENTICABILI. Grazie Raga vi vogliamo bene, nn traditeci, c’è ancora molto da fare e possibilmente molto da vincere. Noi come sempre saremo al vostro fianco convinti che l’Inter nn è un mestiere, ma una questione di adesione totale, di fede incrollabile e perché no anche di divertimento genuino.

E venne il tempo della quaresima. Dopo avere degnamente festeggiato la festa dedicata a Ronaldo, il martedì “Grasso”, è tempo di espiare un po’ di peccati e di lanciarsi in fioretti. Tipo nn fumare, bere o lasciarsi trascinare in lussuriose esperienze carnali. Per le prime due è durissima, per la terza nn avevo bisogno che venisse quaresima. Basta solo ricordare che, come diceva Baudelaire, il massimo dell’erotismo è l’astinenza. Poi lui si faceva di assenzio da mattina a sera e nn sapeva più neanche dove era, quindi figuriamoci se aveva tempo di pensare alle delizie del sesso.

Governo Prodi che barcolla perché mancano i voti di Scalfaro a casa con la febbre e di Santa Rita Montalcini a Dubai ad ascoltare Carreras. Che tristezza. Siamo nelle mani di nessuno. Neanche sulla politica estera si smentiscono. La situazione rischia di somigliare al patetico scenario del “Giardino dei ciliegi”, dove Cechov immagina che la Ranjevskaja offra un ballo proprio mentre mette in vendita i suoi beni per pagare i troppi debiti. Ma facciano quel cazzo che gli pare. A me nn mi rappresentano di certo. Perché poi, a ben pensarci la cosa più grave del “mercoledì delle ceneri” è stato nn essere riusciti a digerire la “paella” del Valencia. Il piatto di per sé è gia pesantino di suo, se poi ci aggiungiamo qualche ettolitro di sangria la frittata è bella che fatta. Peccato perché nel primo tempo abbiam giocato alla grande dove le occasioni da gol sono fioccate ma alla fine l’unico piglio prima del riposo è stato il tap-in di Cambiasso peraltro in fuorigioco. Nel secondo causa un po’ di calo fisico, un portiere balbettante e un Valencia sugli scudi il triplice fischio ci ha trovati intruppati in un due a due rognosissimo. Adesso bisogna andare a vincere là. E noi vinceremo. L’ha detto il Mancio dandosi un aggiustatina al ciuffo. E io gli credo anche se nn posso aggiustarmi nessun ciuffo. L’Inter Club Clusone schiererà al “Mestalla” la Scandella Family al completo. Speriamo che tornino gaudenti. Scherzi a parte, sarà dura. Purtroppo gli infortuni di Cambiasso e Viera (fuori entrambi anche per il Derby) complicano un po’ i piani, anche perché prima del ritorno bisogna giocare tre partite di campionato in una settimana. Era l’occasione per fare un po’ di turnover e invece lì in mezzo ci siam trovati con gli uomini contati. Bando alle ciance, squadra e tifoseria compatte e VINCIAMOLE TUTTE. Potessimo contare anche sul “Viados Risorto” in perfetta forma mi sentirei un tantino più tranquillo. 'Sto fetente. A me nn me ne frega un cazzo se lui vuole andare in discoteca quando ha la serata libera. Se poi però per i due giorni successivi ha la nausea, suda freddo e nn riesce ad allenarsi perché è ancora in pieno doposbornia questo francamente è inaccettabile. BEVI DI MENO!!!. Altrimenti fuori dalle palle perché poi sono solo polemiche e alla fine di tutto il calciatore manco gioca. Svegliati brasiliano perché me sa che sta suonando la tua di “campana” stavolta. L’unica soddisfazione è stato vedere il suo “grasso” compagno di merende che domenica sera si trascinava per il campo a corto di fiato e con un sudorazione da fare invidia a quella di Fabio nel dopo Siena. Oltretutto 'sto pareggio ha creato un tam-tam mediatico e un passaparola, che ha ringalluzzito gobbi e lerci subito pronti a dire che il campionato è troppo facile ma in Europa è tutta un'altra storia. A parte il fatto che chi ci considera già eliminati dalla coppa poi dovrà forse ricredersi. Ma nn è questo il punto. Parla chi sta giocando in B contro Crotone e Frosinone e quando ha “vinto” l’aveva fatto rubando, e ha una storia in Europa di tonfi colossali. Parla chi dopo i proclami estivi di rimonta sta a meno trenta e annaspa per giocare i preliminari. Parla chi si è lamentato con la formula della champions perchè l’urna gli aveva dato in sorte il Barça. Parla chi ancora adesso dopo la notte di gloria (dei Reds) ad Istanbul nn ha più vinto un cazzo e manco c’è andato vicino. Manca solo che si metta a parlare anche il gatto di Maela e poi abbiamo sentito tutti. “I GA PURA” STI ROSICONI. Sono lì incazzati neri e nn se ne fanno una ragione di vederci vincere. Finiti i tempi belli dell’Inter sfigata e sconfitta che a forza di perdere era diventata un fenomeno sociologico, un concetto filosofico, una categoria del pensiero. Dei suoi tifosi sbeffeggiati e compatiti. Adesso si sono accorti che anche l’unica certezza calcistica che avevano si sta sgretolando e nn c’è Roma che possa metterci i bastoni fra le ruote. Hanno paura e questo mi trasmette una sensazione di euforia pazzesca. E’ musica per le mie orecchie. Miele che scende in gola. Ossigeno nel sangue. Prozac nel cervello.

Essere interisti oggi ricorda un po’ i Troiani contro i Greci nei nostri libri di scuola o gli indiani contro i cowboys nei film della nostra infanzia. Essere interisti vuol dire provare a riscrivere la storia in modo diverso, come moderni cavalieri Jedi contro l’impero rossobianconero di Guerre Stellari. Resta un fatto però: nessuna squadra e nessuna passione sportiva è così folle e al tempo stesso così forte da rinascere ogni volta. E’ in questo clima da stagione fallimentare che domenica traslochiamo sul neutro di Cesena per giocarci la permanenza in serie A. Sembra un paradosso ma leggendo i giornali e guardando le televisioni, uno che viene da Marte, è convinto che la partita con il Catania sia lo spartiacque per salvare la stagione. Purtroppo vinciamo solo CINQUE A DUE. E se nn fosse stato per Giulio Cesareo e il Colombiano sotto effetto strisce nn beccavamo neanche le due perette. Ovviamente a partita mai in bilico. Solo di quello hanno parlato, con il rigoroso contorno dell’ennesima bufera sul caso Adriano. “Piatto ricco mi ci ficco”. I meriti di avere vinto senza mezza squadra di titolari, giocatori fuori posizione, panchinari che corrono e segnano, bel gioco, nessuna scoria del dopo Valencia sono passati totalmente sotto silenzio ricoperti dal letame della polemica e del giochetto destabilizzante con cui stanno provando ad importunarci. BISOGNA CHIUDERE GLI STUDI TELEVISIVI E LE TRIBUNE STAMPA DEGLI STADI. Terroristi infami della peggior specie. Hezbollah che usano la penna e le telecamere come armi di disinformazione di massa fottendosene della cronaca, ma creando teatrini dove la polemica e i toni drammatici sono l’unica strategia della tensione di cui sono capaci. Bisognerebbe deportarli tutti su Al-jazeera. Li odio nella maniera più profonda e più pura.

Parlottando e cazzeggiando si è fatto anche Mercoledì. Turno “Infra” come da calendario. Tutti alle quindici ancora per nn abbassare la tensione dopo gli eventi tragici di Catania tranne Inter-Friulani Inutili che si gioca in notturna. Tempo tre settimane e San Siro sembra ritornato il posto più sicuro del mondo per vedere una partita. Più sicuro di Alcatraz o del “Miglio Verde” delle carceri di massima sicurezza americane. Solita barzelletta italica di cui nn vale neanche la pena parlarne. L’appuntamento per tutti è rigorosamente alle sedici al piazzale del “Sole”. Lumo i presenti. Tutta l’anima della Carboneria è assente. Dome e Andrew bloccati sui cantieri della metropoli. Paolino bloccato a casa dalla febbre. Pazziante Marco e Cavallona che da lunedì li stanno cercando a “Chi l’ha visto”. Sono solo. Oggi starò sulla difensiva. Mi barricherò in un sedile e fingerò di dormire. Di contro grazie ad una oculata gestione degli abbonamenti abbiamo riempito il mezzo di pulzelle. Gradevoli da vedere, per niente da sopportare. Sembra di stare in un pollaio. O volendo essere buoni in un Harem. A me sembra più un bordello mobile in cui mancano solo le tariffe delle prestazioni. Ma di che stupirsi. Gli abbonamenti li ha gestiti Fabio. Ovviamente poi lui se ne è andato in macchina lasciandomi solo a districarmi fra Oche in assorbente esterno, bugiarde patentate, signore della chiacchera senza senso, portatrici infette di luoghi comuni, torbide professioniste del doppio gioco, affabulatrici dei sensi. Spicca per meriti di eccellenza Clau la rossa. E’ riuscita a liberarsi dalle grinfie del suo capo (persona degnissima che saluto calorosamente) e si presenta sola. Oggi nn è scortata dal fighetto rigorosamente griffato, pronto per la discoteca o l’happy hour. Oggi nn corre il rischio di scambiare i gradoni della Nord per il balcone di Giulietta e Romeo. Oggi eccola ritornata algida ed altera Regina delle Nevi ammantata di rosso. Tanto buona ma più furba di una zingara. Il viaggio è abbastanza soft e soporifero. Le partite Infra sono una rottura. Belle perché spaccano la settimana, ma stancanti anche per il fatto che sono tutti stanchi e scoglionati dal lavoro. Reggono solo quelli come me, aperti di mente, dal cuore generoso, infaticabili costruttori di verità estete, quelli che hanno in fronte il terzo occhio per vedere e sentire refoli ed immagini di lussureggianti conoscenze, scalinate ed ascese verso la dimora della saggezza, esploratori instancabili di Nirvana, pronti a cogliere i frutti maturi della filosofia, precursori dell’animo nobile e generoso, coloro che il vento contrario di tempesta è stimolo e soglia verso nuove mete e nuovi orizzonti, depositari della verità, dignitari della corte della giustizia assoluta, irreprensibili nella morale, impettiti nella forma e nella sostanza, esempi e maestri di coerenza.

Il viaggio terreno verso MI prosegue mentre discuto voluttuosamente con ogni pulzella di ambiguità sessuali, colori delle razze e varie impurità delle persone. Mi dileggo a spiegare come si possa scindere un atomo anche solo con l’utilizzo di un frullatore. Spiego come si possa creare un energia alternativa utilizzando lo spostamento d’aria creato dall’esplosione dei chicchi di grano utilizzati per fare il pop-corn. Bramano di sete di conoscenza e pendono dalle mie labbra. Arriviamo in loco che sono aggrappate alle mie vesti, vogliono nutrirsi dell’aura che mi circonda per risplendere anch’esse nella luce. Le porto al Mc’Donald dove posso continuare la mia lezione. Fra un caffè e una Coca (nuova medicina alternativa contro il mal di stomaco e la nausea, secondo il vangelo di Maela. Ma perché le donne nn sono tutte come Maela? A già, dimenticavo l’evoluzione della specie.) le vedo illuminarsi intorbidite dall’infusione di saggi consigli e grate di avere appreso i primi rudimenti verso un emancipazione dell’anima che le renderà più nobili e rispettate, nn più meri oggetti di divertimento sessuale ma portatrici di speranza e rettitudine. Francamente adesso andare a vedere la partita diventa anche avvilente. Loro nn ne voglioso sapere. Le stimolo invitandole a ricercare anche nelle cose più futili un disegno, o la tappa di un percorso che porta alla meta, al traguardo, all’arrivo di risultati di più alto lignaggio.

Dopo le solite rigorose perquise, in cui i pulotti nulla si lasciano sfuggire tranne i tappi, gli accendini ed i cavatappi, entriamo nello stadio che mancano ancora due ore alla partita. Il Meazza è deserto e rimbombano anche i sussurri. Come ho fatto ad arrivare all’inizio dell’incontro in mezzo a queste cavalle da monta è ancora un mistero. E’ stata una prova di dura pazienza, una coercizione della buona volontà, un sacrificio di speranza e una penitenza da superare. Mi distrae un attimo l’arrivo di Fabio. E’ schiantato dal lavoro e sembra più snaturato del solito. Stabiliamo il programma per sabato sera. Cena a casa del Vecchio Marco visto che nn ha la moglie fra i piedi e poi via liberi nella notte, giovani e splendidi come nelle pubblicità di Calvin Kline o Dolce e Gabbana. Parliamo un po’ di calcio e del fatto che nel pome la Roma abbia impattato in quel di Chievo e il Bilan sia stato trascinato da Ronaldo in uno scoppiettante zero a zero in terra Sicula. Ormai anche il nostro match è iniziato. Schieriamo una formazione abbastanza fantasiosa. Più che altro il Mancio ha buttato dentro quelli che ci sono. Li nel mezzo mancano praticamente tutti i titolari. Viera e Cambiasso infortunati. Il serbo fuori per squalifica e Dacourt nn l’ha rischiato perché nn ancora a posto. Davanti alla difesa ci siamo inventati l’uomo buono per tutte le occasioni: Nicolas Burdisso che alla lunga svolgerà anche egregiamente il suo compito. Supportato dal Capitano, da Solari e da Figo a chiudere il rombo. Questa è emergenza pura. Almeno all’inizio la partita nn decolla quasi mai. Loro saggiamente sacrificano tutta la parte offensiva per schierarsi a protezione del loro portiere. Le emozioni sono poche anche se blandamente teniamo il pallino e proviamo a creargli qualche pericolo. L’unica azione degna di nota è un numero di Ibra che vola via il suo marcatore. Serve il Risorto. Il brasiliano canna lo stop. Anche il difensore dell’Udinese cicca. Rapido il Risorto lo brucia. Sinistro d’esterno in corsa. Alto a salutar le stelle. Ci proviamo ancora buttando in area qualche cross su punizione o calcio d’angolo ma sono buffetti per De Sanctis. Niente, sembra proprio che le due squadre quasi si accontentino del pari. L’Udinese è disperata e ha bisogno di punti per dare un senso “europeo” al suo campionato, noi male che vada rimaniamo a più quattordici con una partita in meno al traguardo. Un piccolo gruppetto dei nostri comincia a sbeffeggiare Grosso con coretti goliardici invitandolo a buttarsi in un fosso. Mi ribello prontamente. Fabio Grosso nn si discute, è alto, è bello. Fabio Grosso è un bravo padre di famiglia. Fabio Grosso adotta i cani randagi. Fabio Grosso nn alza mai la voce e mai neanche il pallone. Fabio Grosso guarda le farfalle e si commuove. Fabio Grosso nn tradirebbe mai sua moglie. Fabio ti do dieci, ma noi volevamo un terzino che facesse i cross, il calciatore visto ai mondiali, nn una specie di Padre Pio in odor di santità. Svegliati INUTILE uomo. E domani mattina a lezione di traversoni da Maxwell accompagnato dai genitori. Fine del primo atto e intervallo che ci trova a sbavare sul book fotografico che Silvia ha portato da farci vedere. Che figona questa. Le salterei addosso anche mentre fa pipì. Ci racconta che il book era per una pubblicità di assorbenti di ultima generazione. Dopo averli utilizzati nel loro scopo principe grazie ad un processo chimico di trasformazione si possono riutilizzare per fare delle ottime tisane. Tisane che andranno via come il pane in Transilvania o in quei posti dove bazzicano ancora discendenti del Principe Dracula.

Ormoni a mille e via con il secondo tempo. Ci vorrebbe una scossa, un qualcosa per ravvivare la partita. Udinese che batte un angolo. Mischia generale e pallone che nn esce dall’area. Carambola su Obodo che lo controlla in una qualche maniera e poi lo rovescia. Sono tutti immobili. Gol. Come gol? Impossibile. Come ha fatto? Nn ci credo. Nn era questa la scossa che intendevo. Siamo sotto ancora una volta. Adesso bisogna reagire. La Curva nn si smentisce e parte in quarta. Di sicuro adesso la partita sarà più vera. Forza raga regalateci l’ennesima rimonta. Nn mi scompongo più di tanto ma ho la sensazione che manchi qualcosa. Che un fondamentale passaggio sia stato saltato. La BRIOSCINA SCARAMANTICA. Mi sono scordato la brioscinaaaaa. Clau la rossa dove era con la testa? A Bossico?. Gravissima dimenticanza. Rimedio all’errore commesso e mentre sto ingurgitando l’alchemico intruglio di sfoglia e crema alla nocciola Grosso è solo davanti alla porta. A due metri. Carica il destro. Botta a colpo sicuro. Respinto. E te pareva, 'sto sfigat. Adesso siamo incazzati. Hanno svegliato il cane che sonnecchiava. Fioccano angoli. Mischie paurose ed ogni volta uno dei loro cade per terra come morto. Quella merda di De Sanctis tira in piedi un teatrino di manfrine e perdite di tempo degne delle peggiori sceneggiate napoletane in stile “O zappatore”. 'Sto bastardo. Quest’anno è una papera dietro l’altra e io lo so di preciso visto che l’ho preso al fantacalcio e sono ultimo. E’ veramente irritante. Adesso voglio vincere anche solo per l’odio che provo per lui. Fuori Solari per una gomitata ovviamente nn vista e dentro Yo-yo Maxwell. Palla in profondità. Elude il suo marcatore. Mettila bene yo-yo ti prego. Cross come una saetta. Sorvola l’area. Dal nulla sbuca VALDANITO. Crapata e De Sanctis fulminato. GOOOOOOOLLLLLL, GOOOOOOOOOOLLLLLLL, GOOOOOOOOOOLLLLLLLLL. Vamos Valdanito, vamos Brioscina, vamos Curva Nord, vamos tutti giù per terra. DAI RAGA CHE ‘MPORTA A CA’ PO A CHESTA. Assaltiamoli, bruciamoli vivi, scortichiamoli. Mille palloni in area e ogni volta succede di tutto. Spinte, strattonate, e il Gabibbo fischia sempre contro. Ingiustificabile l’arbitro di oggi. Liberiamo al tiro per due volte Figo e il Capitano ma i tiri si perdono fra le braccia dell’infame. L’Udinese si barrica, cambi perdi tempo e nn riusciamo a ribaltarla. Veloce vola via il tempo. E’ pari me lo sento. Ultimissimo secondo. Cross lungo di Maicon. Ibra si alza. Oddio. Buttala sul secondo palo che va dentro. Ti scongiuro. Centrale e innocua. Vaffanculo. Triplice fischio e fine della serie. Applaudo e son contento lo stesso. Il divario dalla Roma è immutato. Rimane un po’ di amarezza ma ho apprezzato la voglia della squadra di nn arrendersi sia alla pigrizia, allo svantaggio, sia all’oggettivo calcolo che anche un pari oggi stava più che bene.

Usciamo immediatamente e con Clau volo in un forno a recuperare un po’ di cibo. Il pulman si riempie velocemente e visto che sembra che nn manchi nessuno ci si riavvia per tornare in Valle. Il viaggio è penoso per lavori in tangenziale. Nessuno che mi caga e nn vedo l’ora di arrivare a Clusone anche perché poi mi aspettano al lavoro. Bene così. Adesso ci aspetta una settimana di Passione vera. Sabato a Livorno, poi nel catino del “Mestalla” e infine il Derby. Siamo in emergenza di calciatori ma nn di uomini. FORZA RAGAZZI. Vorrei intrattenervi ulteriormente e instillare nelle vostre menti, il tarlo del dubbio, che senza di me sareste una barca alla deriva col timone fuori uso, ma ho uno yogurt che mi sta scadendo e quindi debbo andare a consumarlo prima che sopra gli si crei quella muffettina che tanto lo insaporisce. BUONA VITA RAGA…CUMPORTISSA BE. Saluto tutti quelli che mi conoscono e che mi vogliono bene. In particolare Clau la rossa, Maela, Moni, Ele, Selene e Silvia. Oggi mie “gheise” personali. Buon viaggio alla Scandella Family e che tornino vincitori, o almeno qualificati. Chi leggerà anche stavolta e tutti quelli che hanno l’Inter nel cuore. Chiudo ringraziando calorosamente di cuore il Ministro Amato, la Ministra Meandri e il dottor Pancalli. Grazie davvero. Grazie perché con i vostri decreti e il vostro incostituzionale giro di vite sabato nn potrò andare a Livorno a vedere la partita. Dormo più sereno sapendo che ci siete voi che vigilate sulla mia incolumità. Dato che ci sono ringrazio anche il Senatore Follini. E lo saluto con le parole di Wiston Churchill: “Sei l’unico ratto che sale su una nave che sta affondando”.             

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