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per scrivere a Luigi : luigibettineschi@interclubclusone.it


 “Se si muove lo vedi, se lo vedi lo puoi colpire, se lo puoi colpire lo puoi distruggere”

A Clau, Regina al “volante” di una Mini.

Peppino Prisco l’ho incontrato una volta sola. C’è chi sulla sua strada ha incontrato Elvis, chi Bob Dylan, chi, molto tempo prima, Giovanni Battista o San Paolo: a me è toccato lui, Peppino Prisco. Da quel giorno, ad una adunata degli Alpini nel secolo scorso in una piazza a Padova, nn l’ho più dimenticato. Era letteralmente circondato da una moltitudine di penne e di persone che volevano stargli vicino anche solo per salutarlo, stringergli la mano, fare una foto o rubargli una battuta da condividere la sera a casa, al bar con gli amici, o utilizzarla per poter sfottere i milanisti con classe, sapendo da quale maestro era sgorgata. A furia di strattoni e spinte sono riuscito ad avvicinarmi ed abbracciarlo. Nn sono riuscito a dirgli niente. Tutto quello che ho fatto è stato regalargli una “pins”  dell’Inter che tenevo sempre con me. L’ha guardata, ha sorriso e l'ha messa in tasca. Sono rimasto lì, inebetito e confuso, mentre la folla se lo portava via. Mi piaceva, l’avvocato Prisco. Mi piaceva, prima di tutto, perché era interista. Mi piaceva, perché in un calcio nevrotico era rimasto uno che scherzava, imprecava e festeggiava. Ma soprattutto mi piaceva perché ci teneva a vincere, possibilmente battendo il Bilan. Diffidate dei decoubertiani che popolano gli stadi, piccole iene in doppiopetto che considerano l’avversario un “antagonista” poi lo vorrebbero morto come il peggior nemico. Peppino Prisco voleva vincere senza fare prigionieri. Nn si augurava di certo che un avversario si infortunasse, anzi, sperava che rimanesse in campo fino alla fine per poi fare l’autorete che ci facesse vincere il Derby. Nn ho mai più cercato di incontrarlo, nè per farmi fare l’autografo, nè per vedere una partita insieme. Per me Prisco nn era un uomo qualsiasi, era un eroe, un mito e tale doveva restare. A questo mio infantile e forse stupidissimo principio sono sempre rimasto fedele, anche negli ultimi tempi quando era tornato sulla “strada” degli studi televisivi, con lo stesso passo di un vecchio leone che torna nella giungla, la sua giungla. Sembrava quasi un grande attore americano degli anni quaranta che impersonava sé stesso: soltanto in qualche vecchio e bellissimo film di Hollywood puoi trovare quello stile, quel portamento eroico. In un film di Sidney Lumet c’è una scena in cui il protagonista raccoglie un giubbotto di pelle di serpente e dice: “Le bestie della giungla lasciano le pelli dietro di sé, le pelli pulite e i denti e le ossa bianche: e questi sono come segnali, che gli uni agli altri trasmettono, in modo che la razza fuggitiva possa sempre seguire le orme dei suoi simili”. Questo è stato per me l’avvocato Prisco. Un' orma da seguire e un maestro da cui imparare. Uno che aveva sostituito la foto dei genitori sulla scrivania con quelle di Meazza e Ronaldo (“I miei capiranno”). Odio essere innamorato perché ti fa sentire troppo vulnerabile, a volte amo essere odioso perché ti fa sembrare un vero artista, bizzoso ed eccentrico. Insomma un po’ stronzo. E’ meglio vivere incerti fra sbalzi d’umore che sicuri tra distese di noia. L’unico che ci è riuscito davvero è stato l’avvocato Prisco, un grande Interista che pur odiando il Bilan era rispettato dai bilanisti e forse un po’ li rispettava anche lui. Purtroppo oggi lui nn c’è più mentre il Bilan c’è ancora. E’ dura ma dobbiamo farcene una ragione. Oggi sono contento che ti sia risparmiato di dover vedere il ritorno del traditore sulla sponda avversa, ma son sicuro che se fossi stato qui avresti trovato la battuta più arguta e feroce per fargli male. Più degli infortuni o dei calci di Materazzi.

Oggi è tempo di Derby. Nn è mai una partita come le altre. Nn conta la classifica, nn conta chi gioca, nn conta niente. Oggi conta solo vincere. Vincere e odiarli. Vincere e amare l’Inter,  se è possibile, un po’ di più delle altre partite. Insomma come diceva Catullo, vado a spanne, “Odio e Amo, nn so come sia possibile, ma è cosi e nn mi dò pace”. E’ comprensibile che uno che ama abbia ogni tanto degli sbocchi di odio. E’ invece incomprensibile il viceversa. Io amo l’Inter e ogni tanto la odio. Odio il Bilan e nn mi è mai successo di amarlo neanche per un nanosecondo. Questo significa che l’odio è sentimento più profondo e assoluto dell’amore. E’ terribile. Perché troppe volte si associa all’odio la violenza, ma l’equazione nn è poi così scontata. Chi si fa saltare in aria sicuramente odia, ma chi odia nn necessariamente si fa saltare in aria. Nn è vero che l’odio nn ha sbocchi se nn diventa violenza. Io nn ho mai menato un bilanista, anzi quasi tutti i miei amici lo sono, eppure quando il Bilan perde riesce a darmi un’emozione che nn dico si avvicini all’amore, però fuochino. Nn sono un teorico dell’odio, però mi sembra che l’umanità abbia fatto più progressi attraverso l’odio che attraverso l’amore. E’ l’odio per la fatica che ha spinto l’uomo a inventare la ruota, è l’odio per il tiranno che fa scoppiare la rivoluzione, è l’odio nei confronti della solitudine che ci spinge ad amarci e a fare dei figli. Ad amare sono buoni tutti, a odiare ci vuole talento. Amare è più difficile perché devi conoscere, l’amore è conoscenza profonda, ti devi impegnare. Odiare è più facile, puoi anche odiare uno che nn conosci, a distanza. Hai più scelta, basta guardare un attimo i programmi televisivi sullo sport che nel giro di un ora avrai messo assieme almeno una dozzina di persone da odiare sinceramente. Nn ci avevo mai pensato ma è vero che io odio più persone di quante ne ami, e credo che valga per tutti. Rimane il fatto che odiare da più soddisfazione, o meglio hai più occasioni di soddisfazione. Come diceva Baudelaire: “L’odio è un liquido prezioso, un veleno più caro di quello dei Borgia, perché è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore. Bisogna essere avari.”. L’odio per il Bilan e l’amore per L’Inter alla fine si fondono. Si deve riconoscere la nobiltà del sentimento, la forza dell’emozione, l’irruenza delle sensazioni. Sinceramente bisogna portare il massimo rispetto sia all’amore sia all’odio. Bisogna maneggiarli con cura quando appaiono all’orizzonte, nn bisogna confonderli con una semplice infatuazione, per quanto coinvolgente, ma passeggera, o con una banale incazzatura automobilistica per quel demente che ti ha tagliato la strada. Amore e Odio sono nobili emozioni che bisogna sapere usare con cura per nn esserne travolti, e un costante e appassionato allenamento può limitare i danni e far vivere esageratamente sia l’odio sia l’amore.

Tutta questa pippa introduttiva è per far capire che sulla teoria io sono preparato. Fin da piccolo hai deciso per chi tifare, e fin da piccolo hai deciso chi è il tuo nemico, la squadra da battere, quella che, se la batti, ti permette di andare in giro senza inutili complessi di inferiorità manifesta, anche se da vent’anni nn vinci lo scudetto. Ed è per questo motivo che il “gordo” nn avrebbe dovuto prendersela per i fischi e i cori contro lui e la sua famiglia. A parte che ormai ha più di trent’anni e quindi è giunta anche l’ora che lui sappia di chi è figlio. Ma cosa pensava?. Che l’avremmo accolto con una cascata di petali di rosa e scroscianti applausi? Che avremmo ucciso il vitello grasso e stappato la bottiglia più preziosa per festeggiare il ritorno del figliol prodigo? Che saremmo saliti in cielo a spostare le nuvole per far tornare il sereno? Che avremmo dipinto arcobaleni su tutte le fermate del metro? Che saliti sul carro del Sole avremmo inseguito l’aurora. Che saremmo andati casa per casa, portone per portone ad annunciare la lieta novella. Che avremmo tagliato i rami di ginestra per far collane da regalare alle vergini. Che avremmo attraversato gli oceani del tempo per riportarlo a casa. Che gli avremmo erto una statua. Che sotto i cedri del Libano o tra i palazzi delle città avremmo cantato per il suo ritorno. Che saremmo usciti nudi fuori dall’acqua andandogli incontro a braccia aperte. Che avremmo liberato nel vento trentamila aquiloni. Che gli avremmo cosparso il corpo di prezioso unguento e bruciato incenso. Povero pirlotto scoreggione. Sta crapa pelada che fa i turtei. E ringrazia Dio che siamo stati dei signori solo a fischiarti ed insultarti. In un posto un po’ meno civile ti avrebbero aperto una botola sotto i piedi e filmato con i videofonini mentre penzolavi cinereo e con gli occhi che uscivano dalle orbite. Traditore infame, finalmente è finita. Ho definitivamente seppellito il tuo ricordo. Cancellato. Azzerato. Disintegrato. Svanito. Svaporato. Se nn altro dovevi avere memoria dell’affetto con il quale sei milioni di Interisti avevano vegliato sui tuoi malesseri e sugli infortuni, sempre aspettando con entusiasmo, per essere poi ricambiati con una imbarazzante fuga a Madrid. Quanto ai suoi nuovi tifosi, occhio a nn amarlo troppo: magari fra sei mesi salta fuori a dire che deve andare al Manchester United. Naturalmente per una scelta di vita. Adesso nn si torna più indietro. Sei un nemico come gli altri, nè più nè meno importante. Nn conti più niente. Sei stato sconfitto grasso e laido bastardo. Sei tornato in Italia per vederci vincere. Taci e risparmia il fiato per correre un po’ di più in campo fino al giorno in cui, come la tua storia insegna, tradirai anche i bilanisti. L’ODIO HA VINTO ANCORA SULL’AMORE. Mi fiondo sulla cronaca.

Appuntamento per tutti, o quasi, al solito posto un' ora prima, sempre per andare incontro alle nuove regole di tornelli, prefiltraggi e perquise antiterroristiche. Nn manca nessuno almeno di quelli che contano. Certo le facce sono imbarazzanti, quelle classiche da domenica mattina. Bianche, stravolte. Clau la rossa è così cinerea da dare l’impressione di aver vomitato a causa del terrificante the alla pesca con cui si idrata. Si è pure dimenticata la brioscina scaramantica. Ovviamente la colpa è di sua mamma. Figuromes. Quando verrà il giorno che sentirò anche Clau ammettere le sue colpe il Bilan vincerà nuovamente il Derby. Continua a mentire ti prego. Paolino è tornato. Passo da muratore e baldanza giovanile. Autista mai visto prima, barbetta da Talebano e ghigno strafottente. Questa storia che il Pazziante e la Cavallona nn vengono più deve finire subito o volano i mattoni. Carichiamo una discreta scorta di birra e via che si parte. Son tutti belli carichi. Valencia è dimenticata e gli animi son tutti per il “gordo” e i lerci rossoneri. Vogliamo vincere. Gira la birra e si alzano i toni. Il pulman è una baraonda. Tutti che favellano, i più sparano cazzate, altri cantano. Il clima è quello giusto, la squadra per cui tifiamo anche. Siamo giovani, baldanzosi e in aria. Si prospetta un pomeriggio da grandi cose. Oggi o vinciamo o vinciamo. Clau ci racconta di come la sua storia con il poco aitante Fede vada a gonfie vele. Parla di una romantica gita sul lago. Lui beve, Clau guida la macchina. I baristi ringraziano. La società autostrade se la ride. L’azienda turistica di Como pure. Nn c’è niente come la Cajpiroska alla fragola per cementare i rapporti. Mi commuovono sempre queste storie d’amore. Ho eletto Federico a mio nuovo Idolo. “Verba volant, scripta manent”. Al volo salgono la Peia bene e Selene a BG. Traffico nn c’è ne o quantomeno io nn me ne accorgo. In un attimo Milano ci accoglie con i suoi casermoni, il suo odore di smog e un sole che sembra di plastica. Sarà teatro di un epica battaglia. Oggi le code ai cancelli ci sono. Che coglioni cazzo. Fortunatamente ho ancora una birra che prosciugo mentre scambio amichevoli chiacchiere col pulotto che mi palpeggia. Recuperiamo la fanza della Curva e subito dentro ai nostri posti. Sole accecante, caldo e tensione a mille. Stranissimo il Derby di pome. Mi alleno un po’ con il fischietto e veloce giro di saluti a tutti.

Clima da grande impresa, lo senti nell’aria, nelle voci, lo vedi negli occhi e nella tensione dei corpi. E’ un delizioso e interminabile preliminare. Devo aver perso un po’ la dimensione del tempo perché le squadre son già in campo per il riscaldamento. Eccolo il pagliaccio. Mi ero preparato a vederlo vestito degli infami colori ma nn nego che la botta la sento. Lo guardo e mi intristisco. E’ come quando vai alle feste e la tizia che ti ha mollato il giorno prima sta ballando sul tavolo con l’inguine di fuori. E tu lo sai che su quell’inguine ci avevi messo la lingua. E’ dura da mandar giu. Poi subentra la rabbia dell’abbandono e della solitudine e il nn volere cadere sotto il marchio dell’infamia. Bastardo cane, perché sei tornato?. E allora giù fischi ed insulti. Striscioni ironici e cattivi. Parole, urla e grida per fargli sapere che per i mercenari nn c’è perdono ma solo disprezzo e dileggio. Oltre naturalmente la forca. La Curva è una polveriera. Ci sente, ci sente eccome. Quando esce e parte il coro: “Uccidetelo” mi va il sangue alla testa. Oggi nn è una partita di calcio. Oggi in un modo o nell’altro si chiuderà una storia, un percorso, un passaggio. Prego con tutte le mie forze che tutto vada per il meglio.

Squadre in campo e neanche il tempo di verificare come siamo disposti che Bonera serve Valdanito. Vibra libero come la Franzoni solo in mezzo all’area. Tiro con l’asma. Alza la testa gaucho. Se scodellava per il genio eravamo in vantaggio dopo un minuto. Siamo in palla si capisce subito. Provano loro. Il pippone ha le gambe di legno e ogni volta che tocca palla (si fa per dire) viene giù lo stadio di fischi. Guadagna una punizione. Ma è caduto per troppo peso sul baricentro. Pirlo fuori. Angolo. Ancora loro. Il “Pirlo” da fuori. Buffetto per Giulio. Ci trasferiamo armi e bagagli nella loro area. Clamoroso assist di Janku per Hernan. In area. Tiraaaa. Sinistro a giro. Fuori di un metro. Qualcuno vada in campo ad avvisare Valdanito che la porta è quella delimitata dai due pali e dalla traversa. Nn è tutto buono come nel rugby. E si che sono anni che gioca a calcio quindi dovrebbe conoscerle le regole. Dai Valdanito dai. Olà primo pallone per il genio. Finalmente. Dribbling secco su Bonera che lo stende. Tutto il mondo ha visto che è rigore. Ammonito Vibra. Inconcepibile. Rizzoli testina di vitello. Ma loro ci sono ancora?. Annegano in fraseggi e passaggi laterali. Son più lenti di un bradipo con le zampe spezzate. Il ciccione rotoleggia fra un fuorigioco e una palla persa come se stesse entrando e uscendo continuamente da un tornello. Sono inutili. Luis. Passo doble. Oddo due volte con il culo per terra. Luis slalomeggia. Luis lo snowbordista. Destro in corsa. Un missile. Fuori per un pelo di…gatto. Burdi cross dalla destra. Valdanito rapace decolla. Brucia il “seicentesco” Maldini. La gira di testa ad incocciare. Dida immobile ammira. Palla a far la barba al palo. Dovremmo essere sopra di quattro. Primo pallone per il culone. Ancheggia. La porta sul sinistro. Tira. Secco radente. Velenoso. BLEAH!!!. NO! NO! NO!. Il “porco” ha grugnito. Sprofondo. La stilettata che spegne il cuore. La coltellata che recide l’aorta. Un colpo di vanga in pieno viso. Viene sotto la Curva Nord con quel ditino che io gli strapperei volentieri a morsi. Si mette le mani dietro alle orecchie come per dire: “fischiate adesso”. Tutto ma questo No!. Brucerai all’inferno per i tuoi peccati. Salirai sul patibolo traditore. E’ assurdo. Fine primo atto, siamo sotto di uno dopo aver dominato in lungo e in largo. Cosa facciamo adesso?. Niente brioscina scaramantica, Dacourt e Vibra chiedono il cambio, il cellulare mi avverte che famelici bilanisti bramano per farmi la festa. E’ un incubo.

Mi siedo a riflettere. Ce la possiamo ancora fare. Siamo più forti. LA PAURA NN AIUTA A NN MORIRE. Andrà tutto bene. Forza ragazzi nn abbiate paura, nulla è perduto. Secondo atto, fuori Dacourt dentro Samuel, Burdi in mezzo al campo. Mi guardo in giro in cerca della maglia numero otto. Il genio c’è. L’hanno tirato in piedi a furia di massaggi. Tempo cinque minuti e altra occasione d’oro. Vibra arpiona. Finta. Si allarga troppo. Destro pieno. Dida con lo zampone. Sto viados è tutto il campionato che nn ne becca una, scommetto che oggi farà miracoli. Dai raga che prima o poi la castronata la fa. Ancora il “porco”. Filtrante per “L’uomo discende da Gattuso”. Destro ad incrociare, fuori di un millimetro.

Il calcio è terribile ma se prendevamo il secondo da Rino, allora beh! “life is now”. Fuori Valdanito dentro Cruz e Delizia. Il Genio decide che è ora di svelare i suoi trucchi. Prende palla, brucia Maldini che invecchia solo a stargli dietro. Destro radente, secco, bastardo. Dida per cicorie. La palla resta li. Compare Cruz. Destro da un passo. GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL. IL MIOOOOO RAGAZZOOOOOO. Undici secondi in campo, Derby che svolta, che si gira, che piroetta. Che uomo, che super eroe, che bionico essere. Julio può essere in macchina, in pulman, in bagno, su un aereo, su un albero, tu lo chiami, lui arriva e ti fa Gol. A bello de mamma. Lo stadio ribolle, la Curva delira. Adesso si può solo vincere. Infiliamogli il secondo, la “banderilla” nel collo, quella che fa finire il toro nella polvere. Strappiamogli il cuore. Piantiamogli un pugnale intinto nel curaro in gola. Disintegriamoli con l’alabarda spaziale. Falciamoli con le lame rotanti. ANDIAMO RAGA, ANDIAMO. Mi attacco alla vodka liscia, ho bisogno di energie e di lucidità. Yo-Yo Maxwell in area. Cross. Palla che le inventa tutte poi arriva  a Cruz leggermente avanti. Colpo di tacco felpato. Alto di un nulla. Cazzarola entrava questo e avremmo avuto bisogno di uno stadio nuovo. Giuro che mi sarei issato sul Duomo, avrei scaraventato di sotto la Madonnina e l’avrei sostituita con una statua di Cruz fatta di meringa e cioccolato fondente. E’ cotto. Dai chel ve!. Loro sono scomparsi dal campo. Continuano a correre verso la panchina a cambiarsi i pannolini. Puzzano e sono sporchi. (tranne Gattuso che era gia così dall’inizio). Il frastuono dello stadio è allucinante. Io sono nel deliro. Cruz, ancora lui, ruba palla a Janku il molle. La addomestica. Sguardo a cercare il genio. Rasoterra come un invito a nozze. Vibra. Chirurgico. Letale. Stordente. Vincente. Palla nel sacco sotto la Nord. AAAAARRRRRGGGGGGHHHHH!!!!. AAAAAAARRRRRGGGGGHHHHHHHH!!!!!. AAAAAAAAAARRRRRRGGGGGGHHHHHHH!!!!. ZLATAAAAAANNNNNN!!!!. Il colpo di fioretto che annulla l’infamia. La stoccata vincente che ci innalza fino al cielo. La sciabolata che recide i loro sogni. Il tocco di punta che sgretola fondamenta d’argilla. Mamma mia. Milano impazzisce. Il “Cenacolo” di Leonardo prende vita. La “Gioconda” corre in un prato nuda. Alla “Venere di Milo” spuntano le braccia. Il “David” di Donatello ha un erezione. La “Fontana” del Bernini è colma di birra. Stiamo letteralmente impazzendo. In Curva nn c’è ne uno in piedi. Siamo tutti fuori di testa, ognuno a modo suo, ma siamo lì tutti insieme ed è solo questo che conta. GRAZIE RAGAZZI. Nn la guariscono più, è assodato. Sono ridicoli. Dov’è il ciccione?. Tiè cane morto. Tra la vodka ed il sole sono in piena crisi mistica. Vedo sfilate di tanga con sopra disegnati tanti piccoli tricolori. Mazzi di ortiche che diventano rose. I seggiolini sembrano amache al sole di Malindi. Clau, Selene e silvia si sono trasformate nelle Charlie Angel’s. Impartisco estreme unzioni. Assolvo dai peccati. NN CI STO’ DENTRO PIU’. Finisce la partita e sto ancora esultando per il gol. E’ fatta. E’ finita. La giustizia ha preso il sopravvento. CRUZ E IBRAIMOVICH HANNO CHIUSO PER SEMPRE IL CONTO DELL’INTER CON RONALDO. Una piccola digressione seria prima della festa finale. Quando al quarantesimo del primo tempo il “porco” ha portato in vantaggio il Bilan, sei milioni di Interisti hanno pensato la stessa cosa. Hanno preso atto con rassegnazione di un destino che sembrava una fatalità. Chi conosce la storia nerazzurra aveva messo in preventivo l’evento sin da quando l’ex idolo di un popolo si era convertito alla blasfema fede dell’altra sponda. Beh, la Storia, stavolta con la maiuscola è cambiata sul serio. Se Ronaldo avesse deciso la stracittadina, allora avremmo avuto conferma che hanno ragione Moggi e i moggiani in servizio permanente effettivo. In breve: nn è cambiato niente, l’Inter rimane una barzelletta, si fa male da sola e persino i suoi record nn hanno valore, per una strana teoria in virtù della quale è colpa appunto dei nerazzurri se altri sono in serie B, se altri sono partiti con penalizzazioni a carico, eccetera, eccetera. Probabilmente Cruz e Vibra, con i loro gol, nemmeno si sono resi conto di cosa stavano combinando. Hanno definitivamente mandato in archivio i luoghi comuni, le facezie da avanspettacolo e le scemenze da bar. Se questo scudetto nn vale niente come mai Bilan e Roma, mortificate in campionato sono ancora in lizza, speriamo per poco, per la champions?. E anche il “porco” nn si è reso conto di quanto faceva, esultando allegramente per un gol che era solo il prologo di una meritata sconfitta. La chiudo qui mentre nelle orecchie mi rimbomba ancora l’ultimo coro della Nord: VINCEREMO, VINCEREMO, VINCEREMO IL TRICOLOR. Buona vita gentaglia. Cumportissa be!.

Questo commento è stato come un parto podalico. Nn so come è venuto nè se vi piacerà. Ho avuto una marea di problemi. L’adrenalina profusa a litri domenica mi ha svuotato e mi sono trovato arido di idee. Il computer nn ha fatto altro che fare le bizze e poi son dovuto scendere a Milano a pagare foto che mi ritraevano mentre limonavo con Fabio fuori da un Pub. Come sempre è umanamente impossibile ritrarre per iscritto le emozioni, le passioni di una domenica del genere. Solo chi c’era sa cosa è stato. Saluto tutti quelli che mi vogliono bene. Soprattutto quelli che mi sopportano quando in queste partite perdo la dignità e l’”amplomb” che da sempre mi contraddistingue. Ringrazio Clau e Selene per la pazienza. Fabio per nn perdere mai la calma anche quando gli dico di tutto. Il Webmaster per le foto che illuminano i miei commenti. Ste per il sito e lo splendido materiale del West Ham. Fede, katia e Alice per le mail e le foto. Stella e tutti quelli che alla fine del match si sono lasciati abbracciare. Cofèn per l’invito a nozze e “last but not least” tutti quelli che mi leggeranno. Ciauz. P.S. Sono in debito con il giornalista Leo Turrini per avergli « grattato » un paio di frasi da un suo articolo intitolato: “Tagli, ritagli e frattaglie”.

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autore :

 Stefano

testo :

Come al solito gran bel commento del playboy Luigi (Nina Moric l'ultima preda catturata)! Ci sono cose nella vita veramente belle e importanti: una di queste è sicuramente vincere un dery in rimonta sugli odiati parenti (cugini è troppo intimo). Che dire domenica 11 marzo è stato veramente bello! Bello,bello,bello, bellissimo! Un regalo anticipato di compleanno che ho apprezzato come non mai e una soddisfazione che va al di la dell'abissale vantaggio in classifica sui poveri diavoli.

PER NOI UN' ERA TRIONFALE, PER VOI L'ERA GLACIALE!

I milanisti son stati zitti zitti per mesi seguendo a turno la motogp, lo sci, la ferrari,il ciclismo, il rugby, il basket,la pallavolo,il golf, l'atletica,.... ma improvvisamente dopo l'eliminazione di Valencia son usciti dai loro sarcofaghi per predicare un pò!OK la primavera è in anticipo, ma una fioritura del genere non me l'aspettavo! Venerdi e sabato non ho replicato più di tanto, ma questa settimana per loro è dura, molto dura!Cari NEMICI se ve ne stavate zitti avrei fatto finta quasi di niente, ma così mi sentoquasi obbligato a ricordarvi di togliervi il sorriso di merda dalla faccia e a pensare alla squadraccia che avete!!! Domenica vi stanghiam su, domenica non avete scampo, domenica vinciam sicuro perchè siete scoppiati, bla bla bla e poi???? ZITTI IN ETERNO MERDE!!!!! Ha segnato il vostro nuovo eroe, ma non è bastato!

UN UOMO DI MERDA, E' UN UOMO DA MILAN, RONALDO COME VIERI TUTTI GLI STRONZI FINISCONO NEL CESSO!

Detto questo basta parlare del 99 (grande Scarpini che non ha mai nominato Ronaldo in telecronaca), lasciamolo ai suoi nuovi tifosi!!  Domenica alle 5 poteva passarmi sopra un camion carico e non me ne sarei accorto, troppo l'entusiasmo per una stagione stupenda, per 2 derby vinti meritatamente, per i record frantumati, per un Inter club Clusone all'altezza della capolista, per una curva in gran spolvero,per una società finalmente all'altezza, per dei giocatori campioni, ma soprattutto uomini veri!! Ricordatevi NEMICI rossoneri che in un campionato scarso come lo definite voi siete a rischio doppiaggio! Per i nemici Gobbi (spiritosi anche loro in settimana) è  bastato un pastore serafino qualunque ad affondarvi! Tornate in A e poi ne riparliamo! Va be ormai siamo a metà settimana, ma di milanisti ne ho incrociati pochi, qualche temerario qua e la, ma sarà nel week-end che mi divertirò a stanarli per controllare se si trovan bene a convivere con i pinguini! -33, MANIFESTA SUPERIORITA'!! CHE BRUTTO ESSERE IN VOI!!

ps: la frase tipica di questi giorni è "ridete adesso che avete pianto per 20 anni...." Che dire avremo anche pianto, ma non ci siamo mai nascosti e SOPRATTUTTO ci siam sempre stati! COMUNQUE E DOVUNQUE FORZA INTER E MILAN MERDA!!

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