Iuris praecepta sunt haec:
honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere.
A tutti quelli che per leggere
questo commento dispongono di un computer ignifugo.
I fatti
nn di rado forzano la mano, e capita anche che la mano, consapevole, li segua compiacente.
Posto che, come diceva Andy Wharol: “Andrei anche all’inaugurazione di una
toilette”, figuriamoci se nn presenziavo al compleanno di Stefano. Che seratona
raga. E’ vero anche che con il “Parterre de Roi” presente nn poteva che andare
così. La “Meglio Gioventù” di Colere, la “Fiorine Bene” e la “çreme brulè” del
pulman creano solo a nominarle un alchimia, una macedonia, un fritto misto, un
sufflè di ironia, cazzate, buontempo e goliardia. Il tutto mixato con il
“Tempio” che ci ha accolto. Il mitico “Campeggio”, dove oltre al buon cibo e
beveraggi in abbondanza, nn ti chiedono ne chi sei ne cosa farai. Entri e
basta. Nn sei mai “Persona nn gradita”. Nessuno che ti prende le impronte
digitali, macchie rosse e solchi neri sopra un foglio. L’unico veto è nn
danneggiare le strutture, anche perché poi compare il cuoco con una lama da
trenta centimetri, e anche un Cuor di Leone come me viene zittito. Sarà per lo
spirito libero del posto, sarà per i personaggi che hanno presenziato ma ad un
certo punto della serata, complice anche un quantitativo nn indifferente di
grappa, ho avuto un deja-vu. Mi si è fatto strada il ricordo dei tempi belli
dell’ “Off-side”, quando eravamo padroni della notte e della nostra gioventù.
Tempi in cui le strade nn erano presidiate da check point che nn trovi neanche
a Kabul. Scorre il fiume dei ricordi dentro agli argini del vino, il mio cuore
è un passaporto e ho il bicchiere ancora pieno. I miei occhi un aeroporto dove
può atterrare un sogno. Quattro passi per il campeggio, sembra un gioco di
parole, ma nn viaggiamo con le gambe ma con la mente, viaggiamo nel ricordo di
mille stagioni, viaggiamo nn più a benzina ma a bottiglioni. Corrono i nostri
anni, scappano via come cavalli senza la briglia, arsi, come fa il “Ghibli” che
asciuga le oasi del deserto. Brividi di una vita che fugge come acqua fra le
dita. Ma adesso nn è più tempo di rimpianti, è il tempo dei brindisi, degli
“happy birthday”, delle scivolate sulla carta dei regali. Caleidoscopio di
immagini, giochi di luce visti attraverso il fondo di una bottiglia di birra.
E’ tempo di prendere in mano la serata. E’ tempo del “one man show”. Il Pianista del “Titanic” è tornato, ora dirige con gesti
fieri un coro di ubriachi veri “…Caro ‘lmè Tone stà so alègher…”. E poi le
donne, alchimie di sorrisi dritti al cuore e alla mente. Sembra di avere
davanti agli occhi un muro di pistole. Vedi il mondo dalla canna, muovi il dito
sul grilletto, tieni il conto alla rovescia e se vuoi una via d’uscita devi
buttarti sopra un letto. E’ una guerra di sguardi. E’ ancora l’assalto al
treno. E’ il tempio e la rovina. Giulio Cesare e Cleopatra. “The Spirit of Saint
Luis” o il “Barone Rosso”. E’ notte adesso. E’ ora di tornare al tempo
delle rose. E’ tempo di casa e di riposo. “Radio Londra” nn trasmette più
notizie dal mio fronte. "All gave some, some
gave all”. A chi mi giudicherà rispondo con
le parole dell’eretico Giordano Bruno condannato al rogo: “Forse con più timore
pronunciate voi la sentenza contro di me, di quanto ne provi io ad accoglierla”.
I Fatti hanno finito per forzarmi la mano. O semplicemente guidarla.
Incredibilmente mi sembra che in questo periodo il tempo stia letteralmente
volando.
E’ già passata una cifra di giorni dal Derby e ancora nn ho incrociato
un Bilanista. In verità qualcuno l’ho visto ma sono così rapidi e sfuggenti ed
io così lento e poco reattivo nei movimenti che me li sono persi. Sono arrivato
al punto di pensare di scrivergli delle lettere. O di mandargli un fax con la
foto del piattone del Genio. Sono ectoplasmi irraggiungibili ma il riverbero
delle loro stronzate da bar nn accenna a diminuire. Frastornati dalle
chiacchere che imperversano sui loro canali televisivi si ergono a
sputasentenze che nn stanno ne in cielo ne in terra. Sempre le solite storie,
“campionato facile”, “penalizzazioni ingiuste”, “intercettazioni di Tronchetti
Provera”, “e però Ronaldo vi ha segnato”. Stanno raschiando il fondo del barile
alla ricerca di scuse da pusillanimi, fanno calare una cortina fumogena per
distrarre dallo squallore in cui si ritrovano. Sono lì che lottano con
l’Empoli!!! Per il quarto posto, in Champions sono ancora in corsa ma chissà
per quanto. L’età media dei loro calciatori è più bassa di qualche anno solo a
quella degli ospizi. La telenovela Ronaldigno è l’unico argomento di cui
possono parlare ma nn sò fino a che punto il tizio gli risolleverà la baracca.
Sempre beninteso che il Barça se ne privi. E quanto al ciccione “Dead man
walking”, dalla favella ispirata e dalla lingua lunga, gli ribadisco di stare
zitto e di risparmiare il fiato per correre di più in campo. A parte che sta
giocando da schifo e quando scatta per prendere un pallone ha bisogno che gli
altri si blocchino per un colpo della strega. E infine che stia lontano da
Adriano e nn venga a consigliarci come tutelarlo. Sto “porco” chiacchierone
“che ‘lta vegnes un cancher”. La cosa
più divertente è che quando si ritrovano soli fra di loro, ed io lo so di
preciso, i discorsi sono di tutt’altro tono. Sono spaventati e preoccupati. Il
futuro è grigio e temono anni di anonimato. Anni che vorrei ricordargli sono
gia cominciati dopo la notte di Istambul. Sono tre o quattro anni che sono
lontani anni luce da qualsiasi vittoria, sono in pieno decadimento fisico, nn
azzeccano un acquisto, coinvolti in pieno in “Moggiopoli”. Aggrappati al circo
mediatico di cui sono gli assoluti padroni, si autoincensano convinti di essere
ancora i migliori. Si specchiano in un passato fatto di luci, ma anche di tante
ombre su quel che sono stati. Contenti loro, contenti tutti. Alla fine poi si
va in campo. E in campo arrivano le legnate. E quando si spengono le luci degli
studi televisivi rimane solo il buio degli abissi in cui sono sprofondati.
Abissi dalle pareti lisce dove risalire è impossibile. Abissi che riempiremo di
cemento armato e di soda caustica. E sopra una bella lapide con tanto di
necrologio, dove a turno andremo a fare pipì. Nel breve periodo causa sosta del
campionato, ci siamo dovuti sorbire ancora la storia delle nazionali. Che
palle. Anche solo per il denigraggio e la gogna che hanno calato sul coppino di
Donadoni ci sarebbe da vergognarsi ad essere italiani. A parte che io sono da
secoli un fedele suddito di Sua Maestà e nn terrò mai ad una squadra formata da
giocatori che per il resto dell’anno odio allo stato liquido, ma anche a quello
gassoso dato che ci penso. E comunque il problema si potrebbe risolvere alla
fonte semplicemente eliminando le nazionali. Anche perché poi così nn saremmo
costretti a sospendere il campionato, io avrei sempre qualcosa da fare le domeniche,
ma soprattutto nn vedremmo più sventolare attaccate ai pluviali delle case i
tricolori che ipocriti “nazionalisti” tirano fuori quando si battono le Far
Oer.
I giorni continuavano a passare liquidi e ombrosi intanto che aspettavo
l’arrivo del Parma. Fra un calcolo e un pronostico su quando avremmo
definitivamente vinto il campionato ero rilassato a tal punto da dimenticarmi
di vivere. Lo scossone arriva a metà settimana. Le nuove norme su striscioni,
tamburi, impianto dei megafoni, bandiere e storie varie, sono belle che servite
sul piatto del governo. Cameriera la solita Ministra Meandri. Tutti, e dico
tutti, gli striscioni dei gruppi in Curva sono stati bocciati. Scoprirò in
seguito che anche quelli degli Inter club sono finiti sotto la ghigliottina di
un decreto, che definire vessatorio e al limite dell’assurdo è un eufemismo. Il
nostro gruppo “Pessimi Elementi” è stato vessato perché il nome è ritenuto
troppo provocatorio. Ma se nn sanno neanche chi siamo. Allora se ci chiamavamo
gli “Amici del catechismo” o “Gruppo famiglia” potevamo entrare con il nostro
striscione e magari buttare in campo anche seggiolini e balaustre. Tanto il
nome del gruppo richiama immagini di bontà e colate di miele e buona creanza.
Aiutiamo la Meandri ad uscire dal tunnel in cui è finita. Se si fosse drogata
avrebbe fatto meno danni. Ma la norma più assurda è che gli striscioni devono
essere ignifughi. E’ noto infatti che tutte le domeniche le partite vengono
sospese, gli spettatori fuggono, le mamme piangono, gli stewart soffocano, le
balaustre colano, i pompieri scorazzano per gli stadi perché una moltitudine di
striscioni ha preso fuoco. Ma quando? Ma dove?. Ribadisco che è meglio che la
Ministra passi alla droga. Così potremmo capire il perché di tante boiate e
forse una dose letale la schianta. Adesso sfigati come siamo scoppierà un
incendio dentro lo stadio. E fra i cadaveri carbonizzati degli spettatori
brilleranno intonsi e come nuovi gli striscioni ignifughi. Fra nn molto potremo
entrare allo stadio o solo nudi (che nn sarebbe poi così malvagia come idea
viste le gnocche che gironzolano fra i gradoni) o solo con abbigliamento
ignifugo. Ai tornelli poi ogni spettatore verrà equipaggiato di un piccolo
estintore per spegnere eventuali focolai. Naturalmente all’estintore saremo
ammanettati onde evitare che si trasformi in un oggetto contundente da lanciare
in campo. Io ho veramente bisogno di un confronto con questa Ministra. Voglio
capire i motivi veri perché è così ridotta male. Se è perché nn lo prende da
anni io sono l’uomo giusto per sopperire a questa mancanza. Se invece nella
testa al posto del cervello ha la ricotta allora nn c’è più niente da fare. E
chi l’ha votata ha tutto il tempo di farsi un “Mea culpa” grosso come uno
stadio. Reti di prefiltraggio e tornelli compresi. Ma di cosa stupirsi, siamo
la nazione che blinda gli stadi con agenti in assetto anti sommossa e poi
mandiamo i nostri soldati senza armi in giro per il mondo, equipaggiati solo
del “piombo” per tirar su dritti i muri delle scuole o acquedotti che vanno a
ricostruire in zone di guerra. A sto punto mandiamogli giù i muratori. Bossico
è pieno di muratori. Poco aitanti ma molto volenterosi. Se si pensa veramente a
quanto è contradditorio questo paese, nn attaccarsi tutti i giorni al
bottiglione per rendere tutto più piacevole e comprensibile, è un esercizio che
trascende dalla manualità del gesto. Ci vuole proprio la forza della mente e il
coraggio di ribellarsi a personaggi che influiscono sulle nostre vite con
decreti su argomenti di cui nn sanno un cazzo, vessando milioni di persone solo
con la forza del sopruso. Ditelo chiaramente che avete paura che vi portino via
gli Europei del 2012. Ditelo che nn siete capaci di contrastare l’illegalità
nelle città. Ditelo che siete incompetenti su tutto e l’unica cosa che vi preme
è la salvaguardia della vostra poltrona con i privilegi che essa comporta.
Ditelo che questo paese sta andando a puttane per l’immigrazione clandestina
che nn siete capaci di arginare. Ditelo che questo paese è in ginocchio perché
un cazzone di fotografo ha avuto la possibilità di ricattarvi. E no, meglio
insabbiare tutto, e puntare i fari sulla violenza “FUORI” dagli stadi come il
male assoluto della società. Ma state certi che nn cederemo, adesso meno che
mai. Fate i vostri decreti, soffocateci con le vostre norme repressive,
asfissiateci con perquise snervanti. NN CE NE FREGA UN CAZZO. Ci troverete
sempre lì su quei gradoni a cantare, fare coreografie e a colorare quegli stadi
che voi volete vuoti e spenti come lo sono i vostri cervelli. E se sento ancora
qualcuno che dice di voler riportare le famiglie allo stadio senza prima
domandarsi perché le famiglie se ne sono andate gli scarico in faccia una
sventagliata col kalasnikof. La stessa arma di cui fanno sfoggio i Talebani che
avete liberato. Mentre scrivo ho appreso che il decreto, esclusa la Lega, è
stato approvato con un voto bipartisan da parte del Senato. Nn vanno d’accordo
su niente ma quando c’è da alzarsi lo stipendio e promulgare leggi contro gli
Ultras tutti amiconi e fermi nelle loro decisioni. Adesso è dura. Questa è una
svolta epocale. Adesso rimbocchiamoci le maniche e tutti uniti veniamo di nn
tradire i nostri valori. Sicuramente cambierà il modo di tifare e soprattutto
di seguire la squadra in trasferta. Cedere adesso nn è ammissibile. Mai come in
questo momento: UNITI, FIERI, MAI DOMI…AVANTI CURVA NORD.
Mi calo nella Sunday
della partita. Ritrovo alla mezza e, chi più chi meno, presenti in discreta
forma. Clau la rossa è bianca-ceramica ma probabilmente è ancora mezza surgelata
dopo il week-end a Livigno. Dove ha fatto razzia di gadget fashion e
tecnologici tranne ovviamente la mia bambola gonfiabile che tanto mi ero
raccomandato. Paolino e Marco il giovane sembra che nn abbiano dormito tutta
notte. Fabio e il “Guru” risultano incomprensibilmente assenti. Qui c’è sotto
qualcosa di losco. Indago e svelo l’arcano. Sembra che la tizia Piemontese che
hanno sequestrato nel week-end abbia riconosciuto il posto dove è stata
segregata: “La villa di Fabio”. E che abbia riconosciuto i suoi due carcerieri
che in un sfoggio di furbizia si chiamavano per nome durante le fasi del
sequestro: Paolino e Marco. Fabio e il “Guru” sono assenti perché rimasti alla
Villa per bonificarla e far sparire eventuali tracce. Sono elettrizzato. Sarebbe
fantastico se durante il viaggio ci fermano e arrestano i due carcerieri. Poi
interverrebbe la Meandri a vietare i pulman per lo stadio. Quindi dalla
prossima si scende con un tandem a trentotto posti. Partiamo. Ancora una volta
l’autista è un signore attempato e pacioccone. Il Pazziante e la Cavallona
anche oggi ci hanno bidonato. Tutte le volte la storia mi prende male. Se per
la partita scudetto nn si presentano son cazzi. Mi incateno al cancello della
ditta e poi mi do fuoco. Un gesto tragico e di alto spessore dimostrativo,
comunque innocuo perché ormai sono tutto ignifugo. Il viaggio è allegramente
soft. Probabilmente siam finiti in discorsi seri e pedanti perché è gia ora di
scendere e io nn mi sono nemmeno accorto che eravamo entrati in autostrada. Volo
al baretto della Curva per una riunione di massima con i “Pessimi”, per
discutere un po’ sulla piega che stanno prendendo gli eventi e per far saltar
fuori un nome nuovo al gruppo che ci rappresenterà d’ora in avanti in Curva.
Solita trafila di perquise, tornelli falsi e controlli elettronici. Dato che
rientro nei parametri posso accedere allo stadio senza sentirmi in colpa. Oggi
si marcia per vincere sul Parma. Nn credo ci saranno grossi problemi. Loro sono
un concentrato di pochezza e disperazione. Sono una squadra dalle buone
intenzioni. E si sa che la strada che porta in B ne è notoriamente lastricata.
Noi, dopo l’ennesimo pari della Lupa capitolina, vogliamo approfittarne ed
avvicinarci ancora di più al Sogno. Pochi calcoli da parte del Mancio e dentro
i migliori a disposizione. Acclamato rientro di Cambiasso in mediana, il
Capitano e Dejan a presidiar gli esterni e Luis ad innescare il Pugile e
Valdanito. Toldone in porta, Maicon e Maxwell larghi e Burdi e il Granatiere
nel mezzo. Via alla contesa. Prima però sfoggiamo la coreografia. Almeno questa
la questura l’ha concessa. Grazie ad una combinazione di strisce nerazzurra e
cartoncini componiamo la scritta “Ti Amo”. Ringrazio sentitamente tutte le
ragazze della Curva che hanno avuto per me questo pensiero. Il sentimento è
ricambiato. Segnalo solo che durante lo svolgimento dei teli, il prode Paolino
(sul cui stato post-sbornia nn c’erano dubbi) è riuscito ad infilarsi DA SOLO
un dito in un occhio. Sembrava un Panda. Fortunatamente io ho dato due esami
universitari di oftalmologia e quindi sono prontamente intervenuto. Gli ho
sistemato brillantemente la retina ma qualcosa deve essere andato storto. Ci
vedeva solo in bianconero. Pertanto sui gol, lui nn ha esultato, convinto che
stessero giocando i gobbi.
La contesa parte a ritmi nn eccelsi ma anche
giochicchiando per il Parma son dolori. Ovviamente loro sono tutti dietro.
Attendono le nostre ondate sperando che il loro muro difensivo regga. Però siam
subito pericolosi. Veloce scambio Adriano-Cambiasso. Destro secco.
Larghissimo. Luis è in palla. Ricama calcio e idee da leccarsi le orecchie.
Raccoglie palla al limite. Due li fa sedere con una finta, il terzo lo salta in
corsa e calcia a giro. Woooowww. Fuori alla destra dell’immobile Bucci. Azz,
con la porta un po’ più spostata a destra saremmo stati sopra di due dopo
neanche un quarto d’ora. Il Parma è sopravvivenza pura ma regge. Oggi con
quella cassaforte li ci sarebbe proprio voluto il Genio per scassinarla. Il
Pugile si sbatte ma sbaglia anche tanto. Anticipato un secondo prima del tiro
dopo un favoloso gioco a tre di Maicon, Figo e Crespo, nn riesce a trovare la
zampata decisiva. Il Mancio sposta un barcollante Dejan sulla sinistra
consentendogli di liberare il destro. Il fortino del Parma scricchiola ma nn
cede. Impresa dura ma tenace e prima del riposo una rovesciata di Matrix e due
tiri di Cambiasso e Crespo accendono lo stadio ma nn lo incendiano. Quasi
scontato che prima o poi passeremo, ma visto che quest’anno a S. Siro siamo
andati sotto cinque o sei volte, nn vorrei che ci ritrovassimo con una sgradita
sorpresa pre-pasquale. Forza Raga DAI!!!!. Va bè nn mi ascoltano. Intervallo.
Urge attaccarsi alla scaramanzia. Oggi Clau la brioscina nn l’ha scordata.
Altrimenti faceva la stessa fine dell’autista di Mastrogiacomo. Decapitata e
con la sua testa avremmo organizzato un incontro di calcio fra Emergency e
Greeepeace. Già nel Derby avevamo sfidato la cabala e ci era andata di culo. Nn
me la sento di sfidare ulteriormente la sorte. Quindi sfoglia e crema alla
nocciola e via verso nuove avventure. In questo caso largo al secondo tempo. E’
innegabile che queste sono partite strane. La consapevolezza di essere
nettamente superiori e il distacco abissale dalla Roma paradossalmente portano
dei rischi. Di essere poco concentrati e di cazzeggiare fino a quando, o
l’errore dell’avversario o una nostra prodezza spacchi la partita. Ma quest’
Inter nn corre rischi. Le statistiche dicono che siamo la squadra che ha fatto
nella ripresa ventidue punti in più rispetto ai primi tempi. Imponiamo il
nostro strapotere fisico alla distanza. La svolta della partita arriva dopo
undici minuti. Yo-yo Maxwell recupera un pallone che sembrava fuori. Dribbla
Ferronetti ma sulla corsa finisce fuori dal campo. Finta a destra e poi va a
sinistra e si beve il quarto uomo. La tocca larga a Valdanito. Crespo che ha un
alto quoziente intellettivo capisce che deve ridarla, perché in questo momento
Caeblino con la palla potrebbe fare qualsiasi cosa. Infatti. Piomba in area.
Destro. Sinistro. Destro. Sinistro. Incrocio dei pali. GOOOOOOOLLLLLLLL, GOOOOOLLLLLLL,
GOOOOLLLLL. TROTTOLINO AMOROSO MAXWELL CHE
COSA HAI COMBINATOOOOOO. Sento lo stadio ruggire. Santi numi che gol. Questo è
matto. Me lo sentivo. Di solito quando uno dei nostri è largo e potrebbe
crossare butto sempre un occhio per vedere se nel mezzo qualcuno è libero. Oggi
no. Sono rimasto ipnotizzato a vedere le gambe e il pallone che si fondevano in
un tutt’uno. Poi quando la palla è filata all’incrocio ho perso la testa.
Titolare inamovibile e Grosso a segnare il campo. Appena mi ricompongo altri
brividi mi aspettano. Dalla Nord si alza un “VINCEREMO IL TRICOLOR” che nn è
più una speranza, un sogno, una ragione di vita. E’ la certezza. E’ tatto. E’
cogliere. E’ realtà. E’ FATTAAAAAA!!!!!!. Nn è finita. Chiudiamola e poi via
coi festeggiamenti. Dentro il “Chino”. Primo pallone. Lancio per il Pugile.
Doma la palla. Si scrolla di dosso Couto. Finta su Contini. Solo davanti a
Bucci. Passaggio da libro Cuore per Valdanito. Piatto semplice e rete gonfia
per il raddoppio. GOOOOOOOLLLLL, GOOOOOLLLL. Ciao, ciao Parma. Arrivederci in
un futuro migliore. Su questo scudetto c’è anche il sigillo di Recoba. Proprio
nel giorno del pesce d’Aprile. Ogni connessione fra le due cose è puramente
casuale. A discapito di tutto la partita si infiamma proprio nel momento in cui
dovrebbe scialare nella noia. Il Parma con la serenità di chi ha ormai perso
viene avanti di brutto. Toldone si erge ad insuperabile barriera e noi troviamo
anche il tempo di ricordare a Morfeo, buttato da poco nella mischia, che sua
mamma nn era proprio Maria Goretti. Partita ancora viva con veloci cambi di
fronte. Traversa di Adriano imbeccato da Recoba e due missili dello stesso che
Bucci respinge con difficoltà. Tutto molto divertente, soprattutto i tre punti
che al triplice fischio vanno a rimpolpare la nostra già pesante classifica.
Signore e Signori. Ladies and Gentleman. Manca ormai
solo una cosa. Stabilire la giornata di campionato che ci darà la consacrazione
definitiva. Io nn ci credo. Stà veramente arrivando una chimera chiamata
tricolore. Perché dopo le umiliazioni di sentir cantare in tutti gli stadi “Nn
vincete mai”, adesso ci possiamo togliere enormi soddisfazioni. La matematica
nn è ancora con noi, ma gli altri questo scudetto se lo scordino pure. A questo
punto possiamo perderlo solo noi…E NON SUCCEDERA’. Come mi sento bene, Raga
cumportissa bè, e per Pasqua la sorpresa arriverà dalla squadra e dal
campionato. Saluto tutti quelli che mi vogliono bene e tutti quelli che imperterriti
continuano a seguirmi. “Al cuore e al cervello quando vanno d’accordo. Al
fegato quando fa il vago. Alle gambe quando ballano e alla braccia che vi
stringono. A chi mi legge…SALUTE”. P.S. Ho appena finito di scrivere e Van
Buydel gli ha appena piantato il secondo al novantatreesimo.
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