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INTER / ROMA 1-3

SIENA / INTER 1-2

 

per scrivere a Luigi : luigibettineschi@interclubclusone.it


Destami all’alba di un grande giorno perché io possa contemplarti per l’eternità.

A tutti quelli che, in questi anni si sono sentiti franare il terreno sotto i piedi, ma con le unghie e con i denti sono rimasti aggrappati ad un sogno chiamato tricolore.

“No, nn ci posso credere! E’ morto Victor Hugo, all’improvviso”: così iniziava il suo articolo l’ignoto cronista da giorni accampato davanti alla casa del maestro, gli occhi fissi su una finestra, in attesa del cenno fatale di un foraggiato complice.

E’ successo letteralmente di tutto. Ma chi perde la testa per questi colori sa che era abbastanza nell’ordine delle cose. Torniamo un passo indietro. Chi mi segue fedelmente avrà notato una sospetta assenza del commento dopo la partita con la Roma. Nn è stata nè una furbata nè un atto da roditore. Un paio di impegni improvvisi e la contemporanea ristrettezza dei tempi che subito ci portava a Siena, ha fatto saltare i miei programmi. Adesso con calma posso ripercorrere tutta la settimana. I pareggi con Reggina e Palermo avevano di fatto relegato al big match con la Roma la possibilità della consacrazione definitiva. Molto più prosaicamente era semplicemente l’occasione per chiudere i conti, avendo dalla nostra anche la matematica. Perché francamente la partita rivestiva importanza solo per il blasone dell’avversario e la casuale (visto che si trattava di un recupero, nn dimentichiamolo) coincidenza di chiudere il discorso proprio contro l’unica squadra che da distanza siderale ci ha dato fastidio. La classifica nn consentiva certo calcoli di rimonta, folli suicidi o rimescolamenti di valori espressi nell’arco del campionato. Partita pomeridiana per motivi di ordine pubblico e pullman che nel caldo e nel traffico entrambi infernali lasciava il nido baradello alla volta di Milano. Una “notizia del giorno” assieme a noi solcava traffici di autostrade e tangenziali, filtrava in cocktail dai quantitativi mostruosi di Rhum,  vibrava dentro una tensione a palla e chiacchere nn certo culturalmente di livello. Gli europei 2012 dati per scontati all’Italietta pruriginosa e piagnona sono finiti in Polacchia e Ucraina. Solo i fessi nn riescono a capacitarsi di tale catastrofe. Quando mandi a rappresentarti il Dottor Pancalli (il buono), il Signor Matarrese (il brutto) e Sua Viscidezza l’onorevole Carraro (il cattivo) poi nn si può pretendere che arrivino risultati positivi. Aggiungici l’incompetenza della Ministra Meandri e la stoltezza del “vice-di-qualcuno-a-vita” dottor Abete ed ecco servita la corte dei miracoli dal blasone ai minimi storici che doveva pomposamente lasciare l’uggiosa Cardiff per rientrare sul patrio suolo ricca di elogi e di una conquista che avrebbe portato milioni e consensi. Si sono presentati sbandierando una vittoria ai mondiali figlia solo del caso e di un compattamento dei giocatori. Hanno finto di dimenticarsi che alle elezioni Uefa hanno votato per Johanson e ha vinto Platini. Hanno distolto lo sguardo dal più grande scandalo mondiale del calcio, da bilanci sfasciati, violenze negli stadi e da una classe dirigente da era Mesozoica. Lustrini e pailettes nn sono riusciti a coprire il marcio e il degrado del calcio italiano per anni in mano ad una potente lobby che ha condizionato partite, risultati, arbitri, designatori, dirigenti e calciatori. E ovviamente l’hanno preso nel culo. Per la gioia di tutti gli Ultras Italiani e di chi è ancora convinto che il problema del calcio risieda nelle cosiddette stanze dei bottoni, visto che ancora troppe facce legate al vecchio sistema mafioso continuano a gironzolare. A me personalmente la cosa ha toccato poco. A parte un blando tifo per l’Inghilterra delle nazionali nn me ne può fregar de meno. Certo che se poi ci sarà la possibilità di andare a baldracche in Polacchia o Ucraina nn mi tirerò certo indietro. Alla fine rimane solo l’inadeguatezza delle persone e la consapevolezza di essere considerati meno di niente. E chi pagherà per questa debacle?. Nessuno come al solito e al primo tafferuglio fra tifoserie diranno che è meglio così perché nn abbiamo cultura sportiva, fair play e siamo il male assoluto. Sono pronto a scommetterci mia sorella.

Torniamo alla partita con la Roma. Come è finita lo sapete tutti. Primo tempo contratti e approssimativi. Roma più in palla e meglio disposta in campo. Noi ovviamente più tesi vista la posta in palio e loro sciolti dalla serenità e consapevolezza di essere solo dei comprimari. Gol di Perrotta e tutti a prendere un thè caldo sotto di uno per la settima o l’ottava volta al Meazza. Secondo tempo più furiosi e compatti. Pari di Matrix su rigore dopo un tuffo del Viados e partita in mano con un furibondo assalto che per poco nn porta il secondo gol e l’apoteosi generale. Vuoi la sfiga o il fato nn la buttiamo dentro e la partita che sembra definitivamente avviata al pareggio viene decisa da una punizione del Pupone deviata dalla barriera. Apriti o cielo. Via al valzer delle polemiche, in primis gli Interisti di facciata che si fanno vedere una volta all’anno con le loro anticaglie e i loro pesanti luoghi comuni. State a casa. State a casa. State a casa. A voi nn vi è dovuto nulla neanche se avete speso un occhio della testa per il biglietto. Dei vostri piagnistei e incompetenza nn ne abbiamo bisogno. Fuori le lagne da San Siro che a causa dei loro mugugni nn ridono più neanche i “Sofficini”. Siete una palla al piede e i primi a denigrare una squadra che sta scrivendo la storia dei campionati. Siete risentiti perché nell’unica occasione che vi fate vedere la squadra nn è riuscita a regalarvi lo scudetto. Volete fare le primedonne una volta all’anno ma quando si gela o siamo ottavi chi vi vede. Sbuffate al primo passaggio sbagliato e siete pronti sempre a dire che Bilan e Gobbi nn avrebbero sbagliato. Andatevene a fare in culo. Nn siete degni di tenere per i “NOSTRI” colori. L’Inter è di chi dopo il cinque maggio, dopo il Derby del sei a zero, dopo le eliminazioni di coppa si è sempre regolarmente presentato al suo posto convinto che sarebbe girata e con lo spirito indomito e cristallino che la Fede e i colori nn si tradiscono mai. Ci siamo incazzati e disperati anche noi ma MAI abbiamo fatto un passo indietro rinnegando una passione per la quale siamo stai sbeffeggiati e compatiti. MAI abbiamo ceduto di fronte alle provocazioni ed ad una oggettiva inferiorità che come poi si è visto nn era sul campo ma al telefono. Questa Inter è solo nostra, quello che per voi è un passatempo che riempie vite di merda per noi è ragione di vita, sacrificio e impegno, ardimento e battaglia, compattezza e indissolubilità. Questa Inter merita solo noi. Fuori i corvi dal Meazza. Fuori i corvi dall’Italia. Fuori i corvi dai coglioni. Naturalmente televisioni e giornali hanno sguazzato nella nostra sconfitta. La prima in campionato comunque contro una signora squadra. Niente importa dei record battuti, di un torneo chiuso a Natale, l’avere fatto più punti in trasferta che in casa, portato a casa due Derby e una Supercoppa, battuto praticamente tutti con una supremazia tecnica e fisica dirompenti. No! Le iene se la ridono anche di fronte ad un titolo solo rimandato. Rispolverano le solite frasi della “solita Inter” che manca sempre le partite decisive, di immaturità e di società nn all’altezza del suo blasone dimenticando che qualcuno è in serie B e altri hanno perso partite decisive che resteranno negli annali di coppa. Questa dei mass-media è un'altra delle lobby prezzolata e mentitrice che andrebbe rasa al suolo. Bugiardi patentati e servi degli editori che per apparire nn temono di sputar false sentenze come se fossero i depositari della verità solo perché appaiono dietro ad uno schermo. Bastardi che nn hanno nemmeno la dignità di allontanare Moggi dagli studi televisivi. Come è possibile che siano credibili?. Tutti al muro.

Grazie a Dio e in quanto impegnato in varie storie ho trascorso i tre giorni che mancavano alla trasferta di Siena lontano da tutti e da tutto. Nn sono riusciti a rovinarmi questo campionato neanche cercandomi. Al ritorno sul pullman dopo mercoledì avevo lanciato un anatema a seguire la squadra a Siena anche a chi fosse sprovvisto di biglietto. Invadere Piazza del Campo era l’imperativo per ogni “contrada” nerazzurra di tutta Italia. La nn facile ricerca dei biglietti ha portato a rispondere Presente solo per un manipolo di Eroi. Il Re, Fabio Fibra, i valdimagnini Zio Silvio e Matteo, l’indomita Clau la rossa aggregata all’ultimo per rispettare le quote rosa e dare un tocco di femminilità ad un poderoso BMW ripieno di fobici rappresentanti del sesso maschile. Levataccia da incubo e ritrovo alle prime luci dell’alba in perfetta puntualità. Siena è lontana ed oggi nn si va certo in gita. Il lungo viaggio e l’importanza della partita esigono menti lucide, cuori caldi e spirito intraprendente. Si decide per una giornata NO alcool per nn perdere freschezza e stimoli. Scendiamo il provinciale nella solitudine più beata. L’appuntamento con Silvano e Matteo è al solito parcheggio del Cristal Palace. Come sempre si presentano puntualissimi. Prima di partire si svolge una piccola cerimonia di commemorazione nel ricordo della notte post-trasferta a Torino quando il mio “Saxo” moribondo aveva minacciato di lasciarci tutti a piedi. Imbocchiamo l’autostrada e via fino verso Piacenza dove incroceremo i “Pessimi Elementi” con i quali poi faremo il viaggio insieme. Fabio al volante con la sua solita serenità, io fungo da navigatore e dietro Clau si dimena sinuosa per conquistare un minimo spazio fra Silvano e Matteo. Per nn dovere pensare tutto il viaggio solo alla partita ci perdiamo in chiacchere che forse perché dobbiamo ancora fare colazione o per una carenza di affetto vanno a finire sempre verso il cibo. Si parla di polenta e selvaggina arrosto. Scopriamo che i cavernicoli Valdimagnini nn sono a conoscenza della libido che i “Capù” trasmettono al palato. Siamo esterrefatti. Ci salva l’autogrill che con i suoi “prezzi modici” ci permette di rifocillarci e quindi di ragionare con più senno. Arriva anche la stirpe milanese. Tutto perfetto, che bello sarebbe vivere il giorno dell’apoteosi. Siamo un amalgama perfetto. Rimpinziamo di olio il macchinone di Giuliano misteriosamente a secco del prezioso liquido lubrificante e via verso la pianura padana e poi su fra i colli bolognesi, le amene località fra Roncobilaccio e Barberino del Mugello e voliamo in mezzo ai valichi degli appennini fra gallerie, cavalcavia sospesi nel nulla e minacciosi autovelox a frenare l’impeto di una spaccato di Curva Nord che veloce cavalca verso Siena e il teatro culmine della battaglia. Salutata Firenze da dove tutto è cominciato quest’anno, bruciamo anche l’ultimo tratto di strada e la Guelfa o Ghibellina o Etrusca Siena ci accoglie. E’ la prima volta che ci vado. Sono sorpreso da fatto che lo stadietto sia incastonato in mezzo alla città fra antiche mura da difesa e il duomo e la torre che maestosi gettano ombra a Piazza del Campo. Clau la rossa in pieno stile made in Japan si cimenta in qualche foto alle meraviglie architettoniche. Evita di coinvolgerci sullo sfondo per nn sporcare con inquietanti presenze la poesia di questa città ricca di fascino e di storia. Sono tutti modi molto semplici per distrarsi un po’ e nn pensare alla partita e alla tensione che piano piano sta montando. Entriamo nel guscio dello stadio alla ricerca di un po’ di fresco visto che il clima torrido e soffocante scioglie i pochi neuroni che ci portiamo appresso. Ci idratiamo con un paio di giri di birre purtroppo analcoliche che riescono solo a spegnere la sete fisica ma nn quella di vittoria. Il settore ospiti si riempie velocemente. Come da copione la presenza è massiccia. Ogni volta che mi giro trovo qualcuno da salutare o con cui scambiare due chiacchere. In trasferta il senso di appartenenza è più forte e più cameratesco.

Squadra in campo per il riscaldamento e boato del settore. Lo sanno che in un giorno come questo nn li avremmo mai lasciati soli. Cori personalizzati per ogni combattente e per i nostri amati colori. Vogliamo vincere. Dobbiamo vincere, poi se la Dea facesse il proprio dovere tanto di guadagnato. Un pari o una sconfitta oggi sarebbero un deleterio preludio ad una settimana di infinite polemiche con tutte le conseguenze del caso. Burdisso al posto dell’inutile Grosso (per la cronaca fra i tremila supporters nerazzurri solo l’ingenua Clau aveva la maglia di Fabio) è l’unica novità rispetto alla formazione preventivata. Caldo terribile e squadra che dagli spalti sembra un po’ contratta e un pelo timorosa. Ma attacchiamo. La Curva li sollecita a spingere e a vincere. Il Genio è palesemente a pezzi ma se prende palla è divertente constatare come tutto il Siena arretri. Ci spingiamo in avanti più per dovere che per convinzione. FORZA RAGAZZI nessuna paura. Ci vogliono testa, piedi e cuore. Angolo. Il Serbo butta dentro uno spiovente che piomba nell’area piccola dove ce ne sono quaranta dei nostri. Volèè di Maicon, Vergassola si immola e ribatte. Confusione totale fino a quando nn sbuca un uragano che spazza tutti e la butta dentro come se volesse scardinare la rete. MAAAAAAATTTTRRRRRIIIIIXXXXXXXX!!!!! GOOOOOOOLLLLLLLLLL. GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL. GOL. GOL. GOL. GOL. Siamo in vantaggio. Adrenalina a mille e pensieri stupendi. A Bg sono ancora sul pari ma nn importa. Vinciamo noi in primis poi ci metteremo a fare calcoli. Il problema è che nn abbiamo calcolato che c’è anche il Siena. Angolo pure per loro, pallone che gironzola in area senza mai cadere fino a che nn capita dalle parti di Negro che sta passando di lì e nn deve fare altro che spingerla in rete. Uno a uno e tutto da rifare. Tre minuti abbiamo tenuto botta. Nn mi sembrano bei segnali. Soprattutto loro, anche perché nn sono ancora salvi, nn mi sembra che accettino passivamente il ruolo di “sparring partner”. Adesso la partita agonizza. Entrambe le squadre nn vogliono scoprirsi. Come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia che la Dea si è portata in vantaggio. Boato della curva e tutti i giocatori a lumare il piccolo ma efficace tabellone dello stadio. Risponde il Genio sul campo anticipando di testa tutti ma trovandosi di fronte un Manninger trasformatosi in Spiderman. RADDOPPIO DELLA DEA. Andiamo, andiamo Raga. Mi guardo in giro e vedo facce incredule e speranzose. Siamo venuti qui con la speranza più grande da trasformare in certezza e delirio.

Fine primo tempo.

Abbiamo ancora quarantacinque minuti. Basteranno. Devono bastare. Oggi scaramanticamente sono tornato alla buona e vecchia crostatina. Con il caldo che c’è nn è proprio la merendina ideale visto che mi impiastro di cioccolato dappertutto. Ma nn importa. La squadra rientra in campo addirittura cinque minuti prima sul termine ipotetico della fine del riposo. Mi esalto, lo colgo come un segno del destino. Si riparte. Ho giusto il tempo di constatare che nn ci sono stati cambi che Giulio Cesareo deve esibirsi in un paratone dopo una mischia in area. Nn è certo l’inizio di ripresa dei miei sogni. Mi tremano le gambe. Rivedo fantasmi di partite buttate al vento ovunque. C’è troppa tensione. E’ ancora tutta da giocare ma soprattutto da vincere. E poi come succede nelle storie più epiche un signor nessuno, un emerito nulla si erge protagonista. Tale Gastaldello ha il pallone fra i piedi, potrebbe farne qualsiasi cosa tranne quello che gli viene in mente di fare, cioè passarlo al proprio portiere. Manninger nn se lo aspetta e per giunta il pallone è lentissimo. Nn il mio ragazzo. Cruz sgomma, anticipa l’estremo difensore che nn può far altro che stenderlo a cavallo della linea bianca. Dentro. Fuori. Comunque RIGORE. E solo un uomo può presentarsi sul dischetto. L’uomo delle Termopili, l’uomo di Nikolajewka, l’uomo del D-Day, la reincarnazione di Alessandro Magno, l’erede di Tutankamon, la controfigura di Heisenower, il discepolo di Cristo. Quel Materazzi che forse nn a caso il cielo ha eletto a simbolo del destino. Sto sudando freddo, pelle di "poia" e tanta, tanta paura. Sbattiglielo dentro. Nn è una richiesta. E’ una preghiera. E’ un invocazione. Nn guardo nessuno. Ho lo sguardo fisso sul campo e sulla porta. Parte. Sassata e rete gonfia. GOOOOOOOLLLLL. GOOOO…Fischio del Gabibbo e tutto da rifare. Muoio qui è assodato. Seppellitemi con una maglia di Grosso in uno dei colli senesi. Riparte. Furbesco cambia angolo e la mette. CARTOLINE DA SIENA.    GOOOOOOOLLLLL!!!. GOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLL!!!!!. GGGGGGGGOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLLL!!!!. Aiuto!!! Help me!!! Ci siamo. Ci siamo davvero stavolta. Nn sbaglieremo ancora. FORZA CAMPIONI TUTTI DIETRO ADESSO. E’ ancora lunga. Nn facciamo cazzate, vi prego. Nn lasciatevi andare, vi scongiuro. Il Siena nn molla, anzi per farci stare ancora più male, attacca in massa. Noi sbagliamo due o tre contropiede facili. La Roma accorcia. Entro in apnea. Degli ultimi minuti nn ricordo niente di quello che è successo in campo. Nn ho mai staccato gli occhi dal tabellone che segnava minuti e il risultato di Bg. Triplice fischio. Tripudio generale, estasi collettiva. A Bg nn è ancora finita ma tutti stanno già festeggiando. SIAMO NOI, SIAMO NOI, I CAMPIONI DELL’ITALIA SIAMO NOI. E’ impossibile descrivervi quello che è successo. La gioia mischiata con l’incredulità, i tanti sacrifici fatti finalmente ripagati, finalmente campioni, la squadra impazzita sotto la curva, la curva impazzita per la squadra. Silvano è accasciato al suolo, Matteo se la ride con tutti, Clau saltella facendo foto del trionfo. Mi abbraccio con Fabio col pensiero di quante ne abbiamo passate e finalmente possiamo esplodere di gioia. Incrocio Stella coi lucciconi agli occhi. Chiodo e Kikko debordano di entusiasmo. Possiamo dirlo, SIAMO CAMPIONI. Passiamo un ora, ma nn lo so, questo è un tempo senza tempo, ebbri di felicità, barcolliamo inebetiti dal trionfo, sono mani, pacche sulle spalle, abbracci, occhi che si cercano. Che splendono nella luce di Vittoria e di rivalsa. E’ l’apoteosi, l’Apocalisse e la Fine del mondo. Nn si torna più a casa. Il sogno è tangibile adesso, è materia che possiamo toccare, odorare, assaporare, stringere, strapazzare. E’ tutto nostro, vogliamo godercelo fino in fondo. Siamo fra gli ultimi ad uscire. Insieme a quelli che ci sono sempre, che te li ritrovi a Brunico in ritiro o a Reggio Calabria dopo una notte di treno. Quelli che nn hanno mai mollato, quelli per cui l’Inter va seguita anche quando fa schifo, quando ci rubano i campionati, in Coppa Italia e nelle trasferte fuori dal mondo. Gente che ha visto vittorie rare come il Gronchi Rosa, ma che oggi è qui ha festeggiare innamorata come il primo giorno che quei colori gli sono entrati dentro al cuore e nella mente. Siamo tutti qui, consci di aver partecipato ad un grande evento, una di quelle cose che vale la pena di raccontare. E di ricordare. Finalmente siamo CAMPIONI D’ITALIA e lo possiamo urlare al mondo con l’orgoglio e il petto in fuori come nn accadeva da anni. Come temevamo di nn essere più capaci. Oggi questa Inter è mostruosamente forte, libera e liberata dai suoi complessi nn deve più avere paura dei suoi nemici e dei suoi fantasmi. Finalmente ha vinto la squadra più forte sul campo e nn al telefono. Perché solo in questo paese da barzelletta i furti degli imbroglioni potevano essere bizzarramente rovesciati in una condanna a chi era estraneo. A settembre ci siamo sentiti dire che tanto il Bilan entro natale avrebbe annullato il meno otto. Ci siamo sentiti dire, dalla checca Del Piero, che l’altra Italia aveva il dovere di tifare Palermo. E via così in questa Repubblica senza pudore. Ora che sul campo di Siena un verdetto inappellabile è stato emesso possiamo dire che l’Inter ha vinto lo scudetto perché è stata la più forte, la più continua, la più grande. Ha vinto sul campo e nn grazie ad imbrogli e truffe di gente che aveva il potere di ritardare persino la partenza degli aerei. E dietro a tutto questo, oltre ai meriti della squadra, dell’allenatore e della dirigenza ci sono tre anime che dal cielo hanno vigilato sul trionfo. Quella velenosa di Benito Lorenzi, dell’indimenticabile Peppino Prisco e quella dell’Olmo di Treviglio, presidente caduto sul campo qualche giorno prima che la cavalcata avesse inizio. E la classe del presidente e la pungente ironia dell’avvocato di Via Podgora uniscono idealmente questo scudetto, con un filo invisibile, al cielo. Dunque è fatta. E come ha scritto Gianni Riotta sulla Rosea: “In bocca al lupo dunque fratelli Bauscia, ovunque oggi voi siate in bocca al lupo, CAMPIONI D’ITALIA”.

Saluti di rito. A Fabio per i novecento chilometri al volante e tutte le trasferte vissute assieme. A Silvano e Matteo sempre presenti e ormai “vecchi” amici. Clau la rossa per nn lasciarsi addomesticare. Stella e tutta la combriccola dei “Pessimi Elementi”. A tutti quelli che da casa o dal bar, ci sono stati vicini con sms e telefonate creando una turbolenza elettronica che ha ravvivato il viaggio di ritorno, informandoci su come Clusone e Milano fossero in Piazza a delirare. Chiudo rivolgendo al cielo un pensiero dolcissimo per l’amico Ricki. Se in un giorno come questo fossi stato ancora qui sono sicuro che, telefono alla mano, saresti stato il primo a cercarmi per gioire insieme. 

 

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autore :

 Stefano

testo :

  22 APRILE 2007 Campioni d'Italia! Campioni d'Italia!

Finalmente campioni d'Italia! Son passati ormai 5 anni dal malefico 5 maggio, ma il ricordo è ben vivo in tutti noi e questo scudetto è una bella ricompensa per la delusione di quella giornata maledetta! Mi ricordo ancora tutto di quella trasferta: la partenza la sera del sabato, il viaggio nello stanzino del controllore, l'arrivo a Roma alle 8, la partita, la tragedia, il ritorno,il lunedi all'Wine, gli sfotto di tutti i bastardi che hanno goduto...... Ma ora basta GODIAMOCI QUESTA STREPITOSA VITTORIA!!! RECORD SU RECORD ABBATTUTI COME BIRILLI, AVVERSARI UMILIATI, RIVALI DISTRUTTI COSTRETTI AD ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI PER MESI,...."Che bell'anno" ripeteva in continuazione il Guru di Ardesio dopo il derby vinto in rimonta! Come dargli torto? Un anno memorabile e pazienza se 2 pareggi ci hanno tolto la champions!

Una partenza normale, ma da ottobre un cambio di marcia pazzesco, 17 vittorie consecutive, una marcia trionfale verso la vittoria! Grazie ragazzi! Per noi tifosi di più non potevate fare e sarete ricordati per anni tra i grandi neroazzurri. Con buona pace del popolo anti-interista di tutta Italia!! Domeniche e domeniche davanti a sky non sono servite,mi dispiace gufi bastardi, ma quando una squadra è così forte c'è poco da fare! Abbiam vinto a Firenze, a Roma 2 volte, a Palermo, i derby,.... Cosa volete di più? Grazie ancora ragazzi e fiducia che l'anno prox saremo ancora una grande squadra.Questo scudetto è il giusto premio per tutti gli interisti, ma soprattutto per quelli che per anni hanno seguito l'Inter allo stadio anche in momenti di difficoltà. E facile seguir una squadra vincente, un po’ meno seguirla in annate compromesse magari già a novembre! Ma il pullman da Clusone è sempre partito, da 30, da 16, da 50, ma comunque qualcuno c'era! I veri tifosi ci son sempre stati e penso che ci saranno sempre! Criticoni, brontoloni, bauscioni, pochi o tanti ci saranno sempre!Adesso festeggiamo e ricordiamoci di tutti quelli che per anni hanno goduto delle nostre disgrazie! Peccato che proprio all'inizio di questa splendida cavalcata se ne è andato Giacinto, ma da lassù avrà goduto anche lui per i goal di Ibra, gli slalom del Capitano, i recuperi di Ivan Ramiro, i salvataggi di Matrix, le parate di Julio, le progressioni di Stankovic, le sgroppate di Viera, le geometrie di Cambiasso, le giocate di Figo, i goal di Crespo e Julio,le entrate di Dacourt,gli anticipi di Burdisso e Samuel,...............E Prisco? Ve lo immaginate al goal di Ibra al derby? Terremoto in paradiso come minimo! Meritavano di esserci, ma sono sicuro che dove c'è l'Inter loro ci saranno sempre e dall'alto un occhio di riguardo per noi neroazzurri lo avranno sempre!

Che bell'anno..... WE ARE THE CHAMPIONS!!

Ps: ognuno nella propria vita ha delle persone alle quali è particolarmente legato e nei momenti belli è giusto ringraziarli. Personalmente vorrei ringraziare tutti gli amici interisti compagni di tante avventure, mio papà e mia mamma che col passare degli anni son diventati sempre più tifosi e il 22 aprile non stavano più nella pelle per il trionfo, l'inter club clusone, la curva nord e tutto lo stadio per il sostegno dato ai ragazzi, mio cugino per avermi regalato la mia prima sciarpa decisiva per allontanarmi dalle tentazioni dei diavoli rossoneri. In ultimo grazie a tutti i gobbi d'Italia (NON SONO IMPAZZITO ma vedendovi mi fate sempre capire quanto sono fortunato ad essere INTERISTA!!)

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